Il traffico veicolare è tra le più impattanti sorgenti antropiche di particolato atmosferico (PM). In particolare, le sempre più citate non-exhaust emissions (NEE), legate all’usura di freni, pneumatici e manto stradale e più in generale alla risospensione di polveri stradali, contribuiscono per il 90% alla produzione complessiva di PM10. Nello specifico, il 55% dei PM10 prodotti dalle NEE sono generati dall’azione frenante delle automobili che, sollecitando l’usura delle componenti del freno, provoca il rilascio in atmosfera di detriti, in forma particolata ed aerodispersa, noti come brake wear dust (BWD). A seguito dei processi di deposizione a terra, questo contaminante, una volta giunto al suolo, può essere veicolato nel sottosuolo dall’infiltrazione delle acque meteoriche fino a raggiungere la falda, talvolta rappresentando una fonte di rilascio di metalli pesanti. Sebbene recenti studi attestino una crescente attenzione verso la caratterizzazione chimica e dimensionale del particolato da NEE, la letteratura scientifica manca di studi esaustivi sulla mobilità e sul destino a lungo termine di tali contaminanti nel sottosuolo. Questo studio, dopo una caratterizzazione chimica della BWD, ne valuta a scala di laboratorio la mobilità all’interno di un mezzo poroso saturo, mediante test in colonna, fornendo una prima analisi della potenziale mobilità delle NEE nei corpi idrici sotterranei.
Studio del trasporto di particolato da non-exhaust emissions in un sistema acquifero / Acocella, Michela; Tosco, Tiziana Anna Elisabetta; Sethi, Rajandrea; Bianco, Carlo. - STAMPA. - (2023). (Intervento presentato al convegno SiCon 2023 tenutosi a Roma nel 8-10 febbraio 2023).
Studio del trasporto di particolato da non-exhaust emissions in un sistema acquifero
Acocella, Michela;Tosco, Tiziana Anna Elisabetta;Sethi, Rajandrea;Bianco, Carlo
2023
Abstract
Il traffico veicolare è tra le più impattanti sorgenti antropiche di particolato atmosferico (PM). In particolare, le sempre più citate non-exhaust emissions (NEE), legate all’usura di freni, pneumatici e manto stradale e più in generale alla risospensione di polveri stradali, contribuiscono per il 90% alla produzione complessiva di PM10. Nello specifico, il 55% dei PM10 prodotti dalle NEE sono generati dall’azione frenante delle automobili che, sollecitando l’usura delle componenti del freno, provoca il rilascio in atmosfera di detriti, in forma particolata ed aerodispersa, noti come brake wear dust (BWD). A seguito dei processi di deposizione a terra, questo contaminante, una volta giunto al suolo, può essere veicolato nel sottosuolo dall’infiltrazione delle acque meteoriche fino a raggiungere la falda, talvolta rappresentando una fonte di rilascio di metalli pesanti. Sebbene recenti studi attestino una crescente attenzione verso la caratterizzazione chimica e dimensionale del particolato da NEE, la letteratura scientifica manca di studi esaustivi sulla mobilità e sul destino a lungo termine di tali contaminanti nel sottosuolo. Questo studio, dopo una caratterizzazione chimica della BWD, ne valuta a scala di laboratorio la mobilità all’interno di un mezzo poroso saturo, mediante test in colonna, fornendo una prima analisi della potenziale mobilità delle NEE nei corpi idrici sotterranei.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2992981