Ripercorrere e tracciare la storia dei restauri pregressi secondo una lettura regressiva degli interventi condotti a partire dagli anni trenta del Novecento significa oggi discutere una metodologia che consente di interfacciarsi con il costruito sulla base delle analisi scientifiche effettuate e degli esiti ottenuti nel passato. A partire da questa premessa, il presente contributo si pone l’obiettivo di indagare due settori specifici del castello di Agliè (TO), particolarmente significativi perché permettono di comprendere le diverse fasi costruttive del palinsesto architettonico, lo stato di conservazione degli apparati decorativi e la storia materiale delle opere d’arte attraverso la lettura delle fonti archivistiche. Da un lato, nel caso delle Gallerie al primo e al secondo piano nobile del Castello, la disamina degli Inventari, presso l’Archivio di Stato di Torino – Sezioni Riunite, ha reso possibile la comprensione sia delle differenti destinazioni d’uso susseguitesi nel corso dell’Ottocento, quando ancora non c’erano pratiche di cantiere consolidate, sia delle principali trasformazioni architettoniche; dall’altro, in quello relativo al Ponte Rosso, lo studio del fondo conservato presso l’Archivio Restauri della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Torino, riguardante il progetto eseguito dall’architetto Giorgio Fea nel 1979, ha consentito la registrazione dei consolidamenti pregressi e la valutazione dello stato di conservazione sulla base delle criticità in atto. Gli esempi trattati evidenziano quindi come lo studio sistematico dei cantieri di restauro, condotto secondo un approccio interdisciplinare, si inserisca nel progetto di conoscenza del bene e costituisca un tassello fondamentale sia per la definizione di un processo di lunga durata sia per la redazione di linee guida operative da seguire in lotti di intervento specifici.

La storia dei restauri come metodo scientifico a supporto dell'intervento. Una lettura regressiva su nuclei significativi del Castello di Agliè / Beltramo, Giulia. - In: RESTAURO ARCHEOLOGICO. - ISSN 1724-9686. - STAMPA. - 1 s.i./2023:"Già chiamano in aiuto la chimica..." Il restauro da bottega a laboratorio scientifico e pratica di cantiere(2023), pp. 574-581.

La storia dei restauri come metodo scientifico a supporto dell'intervento. Una lettura regressiva su nuclei significativi del Castello di Agliè

Giulia Beltramo
2023

Abstract

Ripercorrere e tracciare la storia dei restauri pregressi secondo una lettura regressiva degli interventi condotti a partire dagli anni trenta del Novecento significa oggi discutere una metodologia che consente di interfacciarsi con il costruito sulla base delle analisi scientifiche effettuate e degli esiti ottenuti nel passato. A partire da questa premessa, il presente contributo si pone l’obiettivo di indagare due settori specifici del castello di Agliè (TO), particolarmente significativi perché permettono di comprendere le diverse fasi costruttive del palinsesto architettonico, lo stato di conservazione degli apparati decorativi e la storia materiale delle opere d’arte attraverso la lettura delle fonti archivistiche. Da un lato, nel caso delle Gallerie al primo e al secondo piano nobile del Castello, la disamina degli Inventari, presso l’Archivio di Stato di Torino – Sezioni Riunite, ha reso possibile la comprensione sia delle differenti destinazioni d’uso susseguitesi nel corso dell’Ottocento, quando ancora non c’erano pratiche di cantiere consolidate, sia delle principali trasformazioni architettoniche; dall’altro, in quello relativo al Ponte Rosso, lo studio del fondo conservato presso l’Archivio Restauri della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Torino, riguardante il progetto eseguito dall’architetto Giorgio Fea nel 1979, ha consentito la registrazione dei consolidamenti pregressi e la valutazione dello stato di conservazione sulla base delle criticità in atto. Gli esempi trattati evidenziano quindi come lo studio sistematico dei cantieri di restauro, condotto secondo un approccio interdisciplinare, si inserisca nel progetto di conoscenza del bene e costituisca un tassello fondamentale sia per la definizione di un processo di lunga durata sia per la redazione di linee guida operative da seguire in lotti di intervento specifici.
2023
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