Il progetto Polito Studio si inserisce all’interno del primo accordo fra Politecnico di Torino e Ordine degli Architetti di Torino, e definisce una collaborazione fra le due istituzioni a supporto dell’internazionalizzazione delle pratiche di architettura torinesi. Il panorama di riferimento è noto: la richiesta di servizi di progettazione in Italia è la seconda più bassa d’Europa; il numero degli architetti è il più alto; le pratiche di architettura italiane sono mediamente piccole e non competitive su mercati internazionali; tuttavia, la reputazione dei progettisti italiani si offre come un potenziale da sfruttare, e al contrario degli studi professionali, le istituzioni accademiche possono contare su strutture ampie e multidisciplinari. In altri contesti geografici e normativi, istituzioni professionali e accademiche trovano spazi di collaborazione ampi (un esempio per tutti: il Design Institute cinese; ma anche esperienze come PennPraxis presso la University of Pennsylvania), che permettono di combinare spazi di azione e metriche di impatto diversi. Il progetto intende sperimentare la costruzione di una comunità di pratiche a cavallo fra accademia e professione. Da una parte, questo permette di sfruttare potenziali di innovazione legati al tipo di struttura di riferimento che la letteratura definisce complementari attraverso una commistione diretta di competenze diverse (“comunità delle pratiche” torinesi: accademia + professione – Amin, Roberts 2008). Dall’altra, la dimensione di apertura geografica permette di costruire sovrapposizioni variabili fra diverse comunità delle pratiche (“costellazioni di pratiche” – Faulconbridge 2010) aprendo spazi di innovazione incrementali. Questi passaggi vengono effettuati attraverso forme successive di “messa in pratica” (Barbera 2019) che permettano di definire, in corsa piuttosto che a priori, obiettivi, strumenti e azioni.
Polito Studio. Progettare l’internazionalizzazione della pratica di architettura fra università e ordine professionale / Bonino, Michele; Federighi, Valeria; Forina, Camilla; Preti, Lidia. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 264-269. (Intervento presentato al convegno Proarch 4. Webinar Meeting. PROGETTO | RICERCA | LINGUAGGIO Progetto architettonico come prodotto di ricerca e possibili strumenti della comunicazione tenutosi a Ferrara (online webinar) nel 4, 11, 18, 25 Novembre 2020).
Polito Studio. Progettare l’internazionalizzazione della pratica di architettura fra università e ordine professionale.
Michele Bonino;Valeria Federighi;Camilla Forina;Lidia Preti
2021
Abstract
Il progetto Polito Studio si inserisce all’interno del primo accordo fra Politecnico di Torino e Ordine degli Architetti di Torino, e definisce una collaborazione fra le due istituzioni a supporto dell’internazionalizzazione delle pratiche di architettura torinesi. Il panorama di riferimento è noto: la richiesta di servizi di progettazione in Italia è la seconda più bassa d’Europa; il numero degli architetti è il più alto; le pratiche di architettura italiane sono mediamente piccole e non competitive su mercati internazionali; tuttavia, la reputazione dei progettisti italiani si offre come un potenziale da sfruttare, e al contrario degli studi professionali, le istituzioni accademiche possono contare su strutture ampie e multidisciplinari. In altri contesti geografici e normativi, istituzioni professionali e accademiche trovano spazi di collaborazione ampi (un esempio per tutti: il Design Institute cinese; ma anche esperienze come PennPraxis presso la University of Pennsylvania), che permettono di combinare spazi di azione e metriche di impatto diversi. Il progetto intende sperimentare la costruzione di una comunità di pratiche a cavallo fra accademia e professione. Da una parte, questo permette di sfruttare potenziali di innovazione legati al tipo di struttura di riferimento che la letteratura definisce complementari attraverso una commistione diretta di competenze diverse (“comunità delle pratiche” torinesi: accademia + professione – Amin, Roberts 2008). Dall’altra, la dimensione di apertura geografica permette di costruire sovrapposizioni variabili fra diverse comunità delle pratiche (“costellazioni di pratiche” – Faulconbridge 2010) aprendo spazi di innovazione incrementali. Questi passaggi vengono effettuati attraverso forme successive di “messa in pratica” (Barbera 2019) che permettano di definire, in corsa piuttosto che a priori, obiettivi, strumenti e azioni.File | Dimensione | Formato | |
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