Nell’Ottocento la manualistica architettonica è stata uno strumento fondamentale per trasmettere canoni estetici collaudati, attraverso studi e disegni che fissavano modi del costruire e decorazioni ornamentali tali da fornire dignità e qualità formali anche all’edificato minore. Tale produzione è stata affiancata da studi attenti a divulgare riferimenti anche estetico-compositivi, sviluppati da tavole grafiche a diverse scale di rappresentazione, trattando tipologie di pubblica utilità prima trascurate, come bagni, biblioteche, carceri, o porte urbane e corpi di guardia. La volontà di ottenere una consolidata riconoscibilità per tali manufatti richiedeva infatti riferimenti e risposte dagli scritti del passato, ma anche codifiche più attuali che guidassero alla “regola dell’arte”, ovvero alla ricerca di soluzioni univoche e "moderne". In un contesto culturale e tecnologico tipico del periodo si pone il volume del 1843 di Giuseppe Zanetti, funzionario della Direzione Generale delle Pubbliche Costruzioni, oggetto di questa ricerca. In the 19th century, architectural manuals have been a crucial tool to convey tested aesthetic standards by means of studies and drawings that established building methods and ornamental decoration providing dignity and formal quality even to minor construction. Such publications were paired with studies produced with an attention even to aesthetic/composition references, building upon design drawings of different scales and dealing with public infrastructure types previously ignored, such as bathrooms, libraries, prisons, or city gates and gatehouses. The will to obtain a consolidated recognisability for such artefacts required, indeed, references and answers from past literature, but even more current codes to serve as a guide towards the state-of-the-art, or rather the search for univocal and “modern” solutions. In a cultural and technological context typical of the age, the 1843 volume by Giuseppe Zanetti, an official of the Direzione Generale delle Pubbliche Costruzioni (general public construction administration), is analysed in this paper.
Il disegno di modelli per la “bella” architettura: Edifizii per salute e riconoscenze pubbliche. Models drawing for the “beautiful” architecture: Edifizii per salute e riconoscenze pubbliche (Buildings for health and public interest) / Davico, Pia. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 611-618. (Intervento presentato al convegno Riflessioni. L’arte del disegno/Il disegno dell’arte. Reflections. The art of drawing/The drawing of art, 41° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione, UID 2019 tenutosi a Perugia nel 19-21 settembre 2019).
Il disegno di modelli per la “bella” architettura: Edifizii per salute e riconoscenze pubbliche. Models drawing for the “beautiful” architecture: Edifizii per salute e riconoscenze pubbliche (Buildings for health and public interest)
Pia Davico
2019
Abstract
Nell’Ottocento la manualistica architettonica è stata uno strumento fondamentale per trasmettere canoni estetici collaudati, attraverso studi e disegni che fissavano modi del costruire e decorazioni ornamentali tali da fornire dignità e qualità formali anche all’edificato minore. Tale produzione è stata affiancata da studi attenti a divulgare riferimenti anche estetico-compositivi, sviluppati da tavole grafiche a diverse scale di rappresentazione, trattando tipologie di pubblica utilità prima trascurate, come bagni, biblioteche, carceri, o porte urbane e corpi di guardia. La volontà di ottenere una consolidata riconoscibilità per tali manufatti richiedeva infatti riferimenti e risposte dagli scritti del passato, ma anche codifiche più attuali che guidassero alla “regola dell’arte”, ovvero alla ricerca di soluzioni univoche e "moderne". In un contesto culturale e tecnologico tipico del periodo si pone il volume del 1843 di Giuseppe Zanetti, funzionario della Direzione Generale delle Pubbliche Costruzioni, oggetto di questa ricerca. In the 19th century, architectural manuals have been a crucial tool to convey tested aesthetic standards by means of studies and drawings that established building methods and ornamental decoration providing dignity and formal quality even to minor construction. Such publications were paired with studies produced with an attention even to aesthetic/composition references, building upon design drawings of different scales and dealing with public infrastructure types previously ignored, such as bathrooms, libraries, prisons, or city gates and gatehouses. The will to obtain a consolidated recognisability for such artefacts required, indeed, references and answers from past literature, but even more current codes to serve as a guide towards the state-of-the-art, or rather the search for univocal and “modern” solutions. In a cultural and technological context typical of the age, the 1843 volume by Giuseppe Zanetti, an official of the Direzione Generale delle Pubbliche Costruzioni (general public construction administration), is analysed in this paper.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2019 ATTI Convegno UID Perugia estratto Davico.pdf
accesso riservato
Tipologia:
2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza:
Non Pubblico - Accesso privato/ristretto
Dimensione
59.25 MB
Formato
Adobe PDF
|
59.25 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11583/2788170