La città di Bevagna (PG), celebre soprattutto per il suo ampio patrimonio medievale, deve la sua peculiare conformazione soprattutto al sistematico riutilizzo dei beni di epoca romana, siano essi intesi come frammenti, sia come interi edifici. Il repertorio di elementi lapidei romani riutilizzati in edifici successivi, ad esempio, dà luogo a interessantissime commistioni, come dimostrano la chiesa di San Michele e quella di San Silvestro, che si fronteggiano sulla principale Piazza Silvestri. Ma non sono solamente gli antologici esempi di reimpiego a denunciare la romanità della città, ma ancor più le tante architetture presenti – ben percepibili o come segno latente nella forma urbana – e l’infrastrutturazione, dalla via Flaminia alla cerchia di mura, che fanno della cittadina umbra un vero e proprio palinsesto. Un esempio emblematico in tal senso, ampiamente stratificato, è il teatro romano, riutilizzato nella sua interezza come abitazione già nel periodo medievale; la sua importanza risiede nel fatto che la trasformazione non ha incluso solo l’area della cavea, bensì anche quella delle frons scenae, facendoci pervenire un oggetto architettonico interamente identificabile nella sua volumetria originaria. Nei due anelli conservatisi nella loro strutturazione romana si sono insediate attività molto diverse: un ristorante e uno spazio museale; al piano primo di questa porzione di edificio trova sede il riallestimento di un’abitazione medievale. Il patrimonio architettonico romano di Bevagna è ampio e importante ma, ciononostante, non organicamente valorizzato. Anzitutto, gli elementi che lo compongono sono diversamente conservati: se sono encomiabili le forme di tutela e pubblicizzazione del tempio inglobato nella chiesa della Madonna della Neve, delle terme (col pregevole mosaico a tema marino) e dello stesso teatro, certamente sorte avversa tocca all’anfiteatro, collocato in zona rurale al di fuori delle mura, lungo la via Flaminia, in un interessante contesto agricolo, ma totalmente estraneo ai circuiti turistici, scarsamente visibile e ancor meno accessibile. Il contributo vorrebbe proporre alcune linee strategiche per la messa a sistema degli elementi romani cittadini e per l’inclusione dell’anfiteatro che, lasciando per lo più oramai solamente tracce parziali del suo profilo (ben evidenziate però dall’alberatura anulare cresciuta lungo il perimetro della cavea), necessita della sistematizzazione per la sua conservazione, prima ancora che per la sua valorizzazione. Valorizzazione che potrebbe avvalersi per giunta dall’annuale “mercato delle gaite”, iniziativa di alto profilo culturale che ha permesso di far conoscere al largo pubblico il notevole patrimonio di Bevagna. Tale evento potrebbe essere l’occasione per mette in luce la trasformazione e la continuità d’uso che di alcuni monumenti di origine romana si è fatta fino alle epoche più recenti, specialmente gli edifici per spettacolo.
Tra romanità e medioevo: continuità d’uso, conservazione e valorizzazione degli edifici ludici e per spettacolo a Bevagna / Rudiero, Riccardo. - In: CONFRONTI. - ISSN 2279-7920. - STAMPA. - 6-7:(2016), pp. 202-206.
Tra romanità e medioevo: continuità d’uso, conservazione e valorizzazione degli edifici ludici e per spettacolo a Bevagna
RUDIERO, RICCARDO
2016
Abstract
La città di Bevagna (PG), celebre soprattutto per il suo ampio patrimonio medievale, deve la sua peculiare conformazione soprattutto al sistematico riutilizzo dei beni di epoca romana, siano essi intesi come frammenti, sia come interi edifici. Il repertorio di elementi lapidei romani riutilizzati in edifici successivi, ad esempio, dà luogo a interessantissime commistioni, come dimostrano la chiesa di San Michele e quella di San Silvestro, che si fronteggiano sulla principale Piazza Silvestri. Ma non sono solamente gli antologici esempi di reimpiego a denunciare la romanità della città, ma ancor più le tante architetture presenti – ben percepibili o come segno latente nella forma urbana – e l’infrastrutturazione, dalla via Flaminia alla cerchia di mura, che fanno della cittadina umbra un vero e proprio palinsesto. Un esempio emblematico in tal senso, ampiamente stratificato, è il teatro romano, riutilizzato nella sua interezza come abitazione già nel periodo medievale; la sua importanza risiede nel fatto che la trasformazione non ha incluso solo l’area della cavea, bensì anche quella delle frons scenae, facendoci pervenire un oggetto architettonico interamente identificabile nella sua volumetria originaria. Nei due anelli conservatisi nella loro strutturazione romana si sono insediate attività molto diverse: un ristorante e uno spazio museale; al piano primo di questa porzione di edificio trova sede il riallestimento di un’abitazione medievale. Il patrimonio architettonico romano di Bevagna è ampio e importante ma, ciononostante, non organicamente valorizzato. Anzitutto, gli elementi che lo compongono sono diversamente conservati: se sono encomiabili le forme di tutela e pubblicizzazione del tempio inglobato nella chiesa della Madonna della Neve, delle terme (col pregevole mosaico a tema marino) e dello stesso teatro, certamente sorte avversa tocca all’anfiteatro, collocato in zona rurale al di fuori delle mura, lungo la via Flaminia, in un interessante contesto agricolo, ma totalmente estraneo ai circuiti turistici, scarsamente visibile e ancor meno accessibile. Il contributo vorrebbe proporre alcune linee strategiche per la messa a sistema degli elementi romani cittadini e per l’inclusione dell’anfiteatro che, lasciando per lo più oramai solamente tracce parziali del suo profilo (ben evidenziate però dall’alberatura anulare cresciuta lungo il perimetro della cavea), necessita della sistematizzazione per la sua conservazione, prima ancora che per la sua valorizzazione. Valorizzazione che potrebbe avvalersi per giunta dall’annuale “mercato delle gaite”, iniziativa di alto profilo culturale che ha permesso di far conoscere al largo pubblico il notevole patrimonio di Bevagna. Tale evento potrebbe essere l’occasione per mette in luce la trasformazione e la continuità d’uso che di alcuni monumenti di origine romana si è fatta fino alle epoche più recenti, specialmente gli edifici per spettacolo.File | Dimensione | Formato | |
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