L’esigenza della divulgazione e della sensibilizzazione del pubblico nei riguardi dei Beni Culturali riscontra nella Valle d’Aosta una tradizione pionieristica: le vestigia classiche, come le testimonianze medievali avevano invogliato archeologi, storici e colti turisti a documentarne le consistenze, nonché ispirato pittori, incisori e vedutisti che, spesso, diedero alle stampe i loro lavori. Di queste ricognizioni, molte trovarono sede all’interno di pubblicazioni organiche, rivolte al vasto pubblico o a uno più specialistico: importanti risultano in tal senso le opere di Carlo Promis (Le antichità di Aosta, 1864), Alfredo d’Andrade (Relazione dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria, 1899) e Pietro Barocelli (Forma Italiae. Augusta Praetoia, 1948). Il contributo si propone di analizzare criticamente tali strumenti parimenti scientifici e divulgativi, mettendo in evidenza le innovazioni nel campo della comunicazione del Patrimonio in relazione alla sua conservazione.
Tra ricerca e divulgazione: le antichità della Valle d'Aosta nelle pubblicazioni tra XIX e XX secolo / Rudiero, Riccardo. - ELETTRONICO. - Tomo II, D-2:(2016), pp. 753-762. (Intervento presentato al convegno CIRICE 2016 - VII Convegno Internazionale di Studi tenutosi a Napoli nel 27-29 ottobre 2016).
Tra ricerca e divulgazione: le antichità della Valle d'Aosta nelle pubblicazioni tra XIX e XX secolo
RUDIERO, RICCARDO
2016
Abstract
L’esigenza della divulgazione e della sensibilizzazione del pubblico nei riguardi dei Beni Culturali riscontra nella Valle d’Aosta una tradizione pionieristica: le vestigia classiche, come le testimonianze medievali avevano invogliato archeologi, storici e colti turisti a documentarne le consistenze, nonché ispirato pittori, incisori e vedutisti che, spesso, diedero alle stampe i loro lavori. Di queste ricognizioni, molte trovarono sede all’interno di pubblicazioni organiche, rivolte al vasto pubblico o a uno più specialistico: importanti risultano in tal senso le opere di Carlo Promis (Le antichità di Aosta, 1864), Alfredo d’Andrade (Relazione dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria, 1899) e Pietro Barocelli (Forma Italiae. Augusta Praetoia, 1948). Il contributo si propone di analizzare criticamente tali strumenti parimenti scientifici e divulgativi, mettendo in evidenza le innovazioni nel campo della comunicazione del Patrimonio in relazione alla sua conservazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2659707