In ambito architettonico/urbano, la progettazione del colore applicato a murature e orizzontamenti prevede un’attenta analisi dell’identità dei manufatti, relazionabile a un complesso vissuto che ha ragioni nella cultura e nell’individuo, dunque riferibile a una dimensione sensoriale profonda, poiché svolge al contempo un ruolo di mediazione tra passato e futuro, tra antico e moderno: una prospettiva senz’altro nuova, che porta anche l’architettura più semplice e nascosta a un livello emozionale più elevato, non tanto per stravaganti esercizi formali propri dell’architettura organica degli ultimi anni, quanto piuttosto per l’abilità di combinare sapientemente architettura e colore anche attraverso apparati grafici che suscitano emozioni nel fruitore. Lo spazio costruito viene restituito come qualcosa di vivibile, di rispettabile e di piacevole, tanto più se appartiene originariamente a contesti degradati, spesso collocati in aree periferiche, avvertiti come interventi non conclusi, segnati dal tempo e dall’inquinamento. Ed è così che i non luoghi intesi come spazi privi di identificazione storica o culturale, spesso di passaggio, possono repentinamente riconvertirsi in luoghi di accoglienza, ove l’arte si fonde con le tecniche del design grafico, affidando al colore il compito di far percepire tali ambienti in modo differente, come pura espressione di fantasia e illusione progettata per il piacere degli occhi. Senza addentrarsi nella disamina dei fenomeni di graffitismo, vera e propria manifestazione sociale che meriterebbe una trattazione a parte, si analizzeranno riconversioni di diverso tipo, spesso eclettiche a un primo sguardo, ma ideate per conferire nuova linfa a luoghi anonimi, atte a costituire tele perfette per fare del colore il principale elemento progettuale in grado di instillare processi di riqualificazione urbana. Verranno criticamente esaminati alcuni illustri esempi ove l’uso del colore e delle arti grafiche hanno assolto sapientemente tale compito: dalla riqualificazione di Tirana, al movimento Let’s Colour, all’affermazione di artisti autorevoli in grado di coniugare grafica e architettura (tra cui si ricordano i lavori di Barbara Solomon e Felice Varini). In particolare, traendo ispirazione dagli illustri esempi di Teresa Sapey, Alex Peemoeller e Paola Scher, annoverabili tra i professionisti più accreditati nel campo del “restyling grafico” dei parcheggi, si formulano proposte operative per l’adozione di grafiche interne previste per gli spazi interni del parcheggio pluripiano interrato della Cittadella Politecnica in Torino.

L'architettura di 2 millimetri: l'uso delle arti grafiche per la riqualificazione urbana / LO TURCO, Massimiliano. - ELETTRONICO. - XII a:(2016), pp. 141-152. (Intervento presentato al convegno XII Conferenza del Colore tenutosi a Torino nel 8-9 settembre 2016).

L'architettura di 2 millimetri: l'uso delle arti grafiche per la riqualificazione urbana

LO TURCO, MASSIMILIANO
2016

Abstract

In ambito architettonico/urbano, la progettazione del colore applicato a murature e orizzontamenti prevede un’attenta analisi dell’identità dei manufatti, relazionabile a un complesso vissuto che ha ragioni nella cultura e nell’individuo, dunque riferibile a una dimensione sensoriale profonda, poiché svolge al contempo un ruolo di mediazione tra passato e futuro, tra antico e moderno: una prospettiva senz’altro nuova, che porta anche l’architettura più semplice e nascosta a un livello emozionale più elevato, non tanto per stravaganti esercizi formali propri dell’architettura organica degli ultimi anni, quanto piuttosto per l’abilità di combinare sapientemente architettura e colore anche attraverso apparati grafici che suscitano emozioni nel fruitore. Lo spazio costruito viene restituito come qualcosa di vivibile, di rispettabile e di piacevole, tanto più se appartiene originariamente a contesti degradati, spesso collocati in aree periferiche, avvertiti come interventi non conclusi, segnati dal tempo e dall’inquinamento. Ed è così che i non luoghi intesi come spazi privi di identificazione storica o culturale, spesso di passaggio, possono repentinamente riconvertirsi in luoghi di accoglienza, ove l’arte si fonde con le tecniche del design grafico, affidando al colore il compito di far percepire tali ambienti in modo differente, come pura espressione di fantasia e illusione progettata per il piacere degli occhi. Senza addentrarsi nella disamina dei fenomeni di graffitismo, vera e propria manifestazione sociale che meriterebbe una trattazione a parte, si analizzeranno riconversioni di diverso tipo, spesso eclettiche a un primo sguardo, ma ideate per conferire nuova linfa a luoghi anonimi, atte a costituire tele perfette per fare del colore il principale elemento progettuale in grado di instillare processi di riqualificazione urbana. Verranno criticamente esaminati alcuni illustri esempi ove l’uso del colore e delle arti grafiche hanno assolto sapientemente tale compito: dalla riqualificazione di Tirana, al movimento Let’s Colour, all’affermazione di artisti autorevoli in grado di coniugare grafica e architettura (tra cui si ricordano i lavori di Barbara Solomon e Felice Varini). In particolare, traendo ispirazione dagli illustri esempi di Teresa Sapey, Alex Peemoeller e Paola Scher, annoverabili tra i professionisti più accreditati nel campo del “restyling grafico” dei parcheggi, si formulano proposte operative per l’adozione di grafiche interne previste per gli spazi interni del parcheggio pluripiano interrato della Cittadella Politecnica in Torino.
2016
978-88-99513-03-0
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