Il rapporto tra produzione e città, tante volte indagato nel secondo Novecento dalle discipline urbane, è sempre stato dominato da un movimento pendolare di avvicinamento e allontanamento reciproco. Osservando questo rapporto oggi, all’interno di un quadro di grandi mutamenti sociali, economici e territoriali, è possibile individuare un’ulteriore brusca oscillazione entro questo movimento (Bianchetti, 2016). Movimento che è oggetto di nuove e robuste retoriche come quelle sulla “produzione, la nuova produzione o la produzione innovativa che torna in città”. In un momento di grande difficoltà per le nostre discipline nell’affrontare le tante questioni dei territori contemporanei entro le vecchie metafore e dove parole come “città” e “produzione” hanno perso la forza e la chiarezza che hanno avuto in passate stagioni bisogna fare un grande sforzo interpretativo per affrontare queste retoriche e i loro tanti luoghi comuni. Come interpretare e comprendere il modificarsi dei legami tra produzione e città oggi senza aprire in modo leggero alle retoriche sull’innovazione e la tecnologia buona? E senza chiudersi nel lessico della dismissione, della ruggine, del fallimento?
Territori della produzione: quarto capitalismo e arcipelaghi metropolitani / Martin Sanchez, Luis Antonio. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 1180-1187. (Intervento presentato al convegno Conferenza Nazionale SIU 'Confini, movimenti, luoghi. Politiche e Progetti per Città e Territori in Transizione' tenutosi a Firenze nel 6 - 8 GIUGNO 2018).
Territori della produzione: quarto capitalismo e arcipelaghi metropolitani
Luis Antonio Martin Sanchez
2019
Abstract
Il rapporto tra produzione e città, tante volte indagato nel secondo Novecento dalle discipline urbane, è sempre stato dominato da un movimento pendolare di avvicinamento e allontanamento reciproco. Osservando questo rapporto oggi, all’interno di un quadro di grandi mutamenti sociali, economici e territoriali, è possibile individuare un’ulteriore brusca oscillazione entro questo movimento (Bianchetti, 2016). Movimento che è oggetto di nuove e robuste retoriche come quelle sulla “produzione, la nuova produzione o la produzione innovativa che torna in città”. In un momento di grande difficoltà per le nostre discipline nell’affrontare le tante questioni dei territori contemporanei entro le vecchie metafore e dove parole come “città” e “produzione” hanno perso la forza e la chiarezza che hanno avuto in passate stagioni bisogna fare un grande sforzo interpretativo per affrontare queste retoriche e i loro tanti luoghi comuni. Come interpretare e comprendere il modificarsi dei legami tra produzione e città oggi senza aprire in modo leggero alle retoriche sull’innovazione e la tecnologia buona? E senza chiudersi nel lessico della dismissione, della ruggine, del fallimento?Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/3005024
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