Durante la pandemia la robotica di telepresenza è stata oggetto di interesse come medium di comunicazione, uomo - robot - uomo, tra persone a distanza. In varie parti del mondo, ospedali e scuole hanno sperimentato le potenzialità, ma anche i limiti, di questo strumento robotico di servizio. In particolare, nelle scuole le sperimentazioni sono proseguite anche nel periodo successivo, includendo una vera e propria comunità plurale costituita da studenti, insegnanti, psicologi, designer e tecnologi. Obiettivi principali delle applicazioni, come anche nel caso del nostro team interdisciplinare UXDesign, sono stati l’ottimizzazione della funzionalità, dell’interazione e dell’espressività delle macchine individuate tra quelle oggi in commercio. Tenendo anche in considerazione che queste macchine sono prevalentemente progettate per altri contesti: aziendali (uffici e laboratori) e commerciali (store e grandi centri di distribuzione). Diversi studi per il contesto scolastico hanno messo in evidenza problematiche di accettazione e di empatia verso questo strumento, che tra i robot di servizio è quello più basico in termini di prestazioni offerte, ma è anche quello che apre, grazie al monitor di collegamento diretto, a nuove relazioni tra lo studente a distanza, l’insegnante e i compagni in classe. Questa ricerca, avviata nel 2022 e tutt’ora in corso, esplora l’inserimento del robot di telepresenza nella vita scolastica di gruppo e come sia possibile, e per alcuni aspetti necessario, accrescere l’empatia tra la macchina e i soggetti che la utilizzano. Body ed embodiment del robot, rispettivamente l’identità fisica e quella comportamentale della macchina, costituiscono oggetto di grande interesse per il design, sia nella progettazione della dimensione fisica, sia nello studio di quella cognitiva, in questo caso in collaborazione con le scienze sociali, in particolare la psicologia. Queste dimensioni acquistano importanza nei contesti dell’istruzione, dall’università alla scuola primaria come dimostrano diversi studi, con gradi diversi di accettazione e di interazione con la macchina. Nello specifico, l’esperienza strutturata condotta in co- design con i bambini di una scuola elementare, oggetto di questo paper, ha infatti dimostrato che un’ampia flessibilità nella caratterizzazione del robot, consente la collaborazione sia dello studente a distanza sia dei compagni in classe, giocando un ruolo fondamentale per l’incremento dell’empatia verso il robot, che pur rimane uno strumento di mediazione tra umani.
CO-Design per la robotica di telepresenza. Esperienze e modelli per il contesto scolastico / D'Agostino, Giulia; Gabbatore, Stefano; Germak, Claudio. - ELETTRONICO. - (In corso di stampa). (Intervento presentato al convegno Design Plurale. Conferenza Nazionale SID 2025 tenutosi a Napoli (ITA) nel 26-27 Giugno, 2025).
CO-Design per la robotica di telepresenza. Esperienze e modelli per il contesto scolastico.
D'Agostino, Giulia;Gabbatore, Stefano;Germak, Claudio
In corso di stampa
Abstract
Durante la pandemia la robotica di telepresenza è stata oggetto di interesse come medium di comunicazione, uomo - robot - uomo, tra persone a distanza. In varie parti del mondo, ospedali e scuole hanno sperimentato le potenzialità, ma anche i limiti, di questo strumento robotico di servizio. In particolare, nelle scuole le sperimentazioni sono proseguite anche nel periodo successivo, includendo una vera e propria comunità plurale costituita da studenti, insegnanti, psicologi, designer e tecnologi. Obiettivi principali delle applicazioni, come anche nel caso del nostro team interdisciplinare UXDesign, sono stati l’ottimizzazione della funzionalità, dell’interazione e dell’espressività delle macchine individuate tra quelle oggi in commercio. Tenendo anche in considerazione che queste macchine sono prevalentemente progettate per altri contesti: aziendali (uffici e laboratori) e commerciali (store e grandi centri di distribuzione). Diversi studi per il contesto scolastico hanno messo in evidenza problematiche di accettazione e di empatia verso questo strumento, che tra i robot di servizio è quello più basico in termini di prestazioni offerte, ma è anche quello che apre, grazie al monitor di collegamento diretto, a nuove relazioni tra lo studente a distanza, l’insegnante e i compagni in classe. Questa ricerca, avviata nel 2022 e tutt’ora in corso, esplora l’inserimento del robot di telepresenza nella vita scolastica di gruppo e come sia possibile, e per alcuni aspetti necessario, accrescere l’empatia tra la macchina e i soggetti che la utilizzano. Body ed embodiment del robot, rispettivamente l’identità fisica e quella comportamentale della macchina, costituiscono oggetto di grande interesse per il design, sia nella progettazione della dimensione fisica, sia nello studio di quella cognitiva, in questo caso in collaborazione con le scienze sociali, in particolare la psicologia. Queste dimensioni acquistano importanza nei contesti dell’istruzione, dall’università alla scuola primaria come dimostrano diversi studi, con gradi diversi di accettazione e di interazione con la macchina. Nello specifico, l’esperienza strutturata condotta in co- design con i bambini di una scuola elementare, oggetto di questo paper, ha infatti dimostrato che un’ampia flessibilità nella caratterizzazione del robot, consente la collaborazione sia dello studente a distanza sia dei compagni in classe, giocando un ruolo fondamentale per l’incremento dell’empatia verso il robot, che pur rimane uno strumento di mediazione tra umani.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/3003388