La frequenza degli eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici è in continuo aumento e molte città in tutto il mondo stanno creando e ripensando i propri spazi pubblici al fine dell’adattamento. Tra queste iniziative si stanno diffondendo anche i cosiddetti percorsi e rifugi climatici o cooling spaces, spazi verdi o strutture chiuse climatizzate in grado di fornire comfort termico in caso di ondate di calore. I casi più famosi sono quelli di Barcellona (Climate Shelters Network, Barcelona City of Shade) e di Parigi (Extrema), che affrontano il problema delle isole di calore climatizzando biblioteche, scuole, centri civici o attività private e rendendole accessibili alle fasce più a rischio della popolazione (anziani, bambini, malati cronici, soggetti in povertà assoluta ecc.) attraverso percorsi pedonali verdi o ombreggiati. In Italia, sono numerose le iniziative di aree verdi proposte come spazi di ristoro durante le ondate di calore (Torino, Udine, Bologna), mentre meno avanzata è la sperimentazione sui rifugi climatici indoor e sulla loro accessibilità. L’articolo si concentra sul caso di Torino, analizzando il potenziale delle biblioteche civiche come rifugi climatici in una prospettiva spaziale di giustizia climatica. Questo approccio è volto ad identificare quali parti della città e quali percentuali dei residenti più vulnerabili (gli ultra-sessantaquattrenni) risultino, o meno, “servite” dalle biblioteche/rifugi climatici, valutandone l’accessibilità a partire da ciascuna sezione di censimento in funzione della velocità di spostamento pedonale e delle condizioni di ombreggiamento.
Sotto questo sole. Un'analisi sui percorsi e i rifugi climatici nei quartieri di Torino / Ajmar, Andrea; Pede, Elena; Staricco, Luca. - ELETTRONICO. - 06 - Cammini:(2025), pp. 23-28. (Intervento presentato al convegno XXVI Conferenza Nazionale SIU "Nuove Ecologie Territoriali. Coabitare mondi che cambiano" tenutosi a Napoli nel 12-14 Giugno 2024).
Sotto questo sole. Un'analisi sui percorsi e i rifugi climatici nei quartieri di Torino.
Ajmar,Andrea;Pede, Elena;Staricco,Luca
2025
Abstract
La frequenza degli eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici è in continuo aumento e molte città in tutto il mondo stanno creando e ripensando i propri spazi pubblici al fine dell’adattamento. Tra queste iniziative si stanno diffondendo anche i cosiddetti percorsi e rifugi climatici o cooling spaces, spazi verdi o strutture chiuse climatizzate in grado di fornire comfort termico in caso di ondate di calore. I casi più famosi sono quelli di Barcellona (Climate Shelters Network, Barcelona City of Shade) e di Parigi (Extrema), che affrontano il problema delle isole di calore climatizzando biblioteche, scuole, centri civici o attività private e rendendole accessibili alle fasce più a rischio della popolazione (anziani, bambini, malati cronici, soggetti in povertà assoluta ecc.) attraverso percorsi pedonali verdi o ombreggiati. In Italia, sono numerose le iniziative di aree verdi proposte come spazi di ristoro durante le ondate di calore (Torino, Udine, Bologna), mentre meno avanzata è la sperimentazione sui rifugi climatici indoor e sulla loro accessibilità. L’articolo si concentra sul caso di Torino, analizzando il potenziale delle biblioteche civiche come rifugi climatici in una prospettiva spaziale di giustizia climatica. Questo approccio è volto ad identificare quali parti della città e quali percentuali dei residenti più vulnerabili (gli ultra-sessantaquattrenni) risultino, o meno, “servite” dalle biblioteche/rifugi climatici, valutandone l’accessibilità a partire da ciascuna sezione di censimento in funzione della velocità di spostamento pedonale e delle condizioni di ombreggiamento.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/3001825
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