Le aziende della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) negli ultimi due decenni hanno aperto sul territorio nazionale centinaia di Centri Distributivi (Ce.Di), edifici di grandi dimensioni utilizzati per ricevere, smistare e consegnare il cibo alla rete di punti vendita. Nella Regione Logistica Milanese (RLM), il principale centro logistico italiano, ve ne sono attualmente trenta e il loro numero è in crescita. I Ce.Di si espandono in forma dispersa e, dovendo servire non solo la città di Milano ma il vasto bacino di negozi del Nord-ovest, seguono come principale criterio d’insediamento la vicinanza alla rete autostradale e la disponibilità di vasti terreni edificabili, occupando superfici precedentemente agricole. La letteratura che finora si è occupata di questi spazi nell’ambito degli studi urbani ha messo in evidenza da un lato le forme della loro innovazione tecnica e del loro efficientamento, in termini di ricerca di codificazione e standardizzazione entro una più ampia rete logistica extraterritoriale; dall'altro, il loro essere permeati di pratiche lavorative che creano forme specifiche di urbanità segnate da continue negoziazioni, tensioni e conflitti. Di meno è stato osservato l'impatto che i Ce.Di determinano sui luoghi in cui si insediano, non solo in termini di impatto sociale e ambientale ma anche, e soprattutto, in relazione alle nuove forme di urbanizzazione che essi generano al loro intorno. Il contributo che segue (concentrandosi sulla RLM e mostrando alcuni risultati di una ricerca condotta a partire dal 2021 negli spazi di due aziende della GDO nei Comuni di Liscate e Biandrate) sostiene l’ipotesi che la diffusione di queste organizzazioni spaziali generi profondi sommovimenti rispetto ai processi di urbanizzazione in corso, determinando nuove relazioni gerarchiche e nuove condizioni di centralità e marginalità. Per verificare questa ipotesi, il contributo evidenzia gli spazi maggiormente segnati dal mutamento, nella convinzione che proprio questi spazi debbano essere oggetto di nuove azioni di piano e di progetto.
Piani e progetti per i territori della logistica distributiva alimentare. Il caso della Regione Logistica Milanese / Strina, Agostino. - ELETTRONICO. - 09:(2024), pp. 224-230. (Intervento presentato al convegno XXV Conferenza Nazionale SIU - Transizioni, giustizia spaziale e progetto di territorio tenutosi a Cagliari nel 15-16 giugno 2023).
Piani e progetti per i territori della logistica distributiva alimentare. Il caso della Regione Logistica Milanese
Strina,Agostino
2024
Abstract
Le aziende della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) negli ultimi due decenni hanno aperto sul territorio nazionale centinaia di Centri Distributivi (Ce.Di), edifici di grandi dimensioni utilizzati per ricevere, smistare e consegnare il cibo alla rete di punti vendita. Nella Regione Logistica Milanese (RLM), il principale centro logistico italiano, ve ne sono attualmente trenta e il loro numero è in crescita. I Ce.Di si espandono in forma dispersa e, dovendo servire non solo la città di Milano ma il vasto bacino di negozi del Nord-ovest, seguono come principale criterio d’insediamento la vicinanza alla rete autostradale e la disponibilità di vasti terreni edificabili, occupando superfici precedentemente agricole. La letteratura che finora si è occupata di questi spazi nell’ambito degli studi urbani ha messo in evidenza da un lato le forme della loro innovazione tecnica e del loro efficientamento, in termini di ricerca di codificazione e standardizzazione entro una più ampia rete logistica extraterritoriale; dall'altro, il loro essere permeati di pratiche lavorative che creano forme specifiche di urbanità segnate da continue negoziazioni, tensioni e conflitti. Di meno è stato osservato l'impatto che i Ce.Di determinano sui luoghi in cui si insediano, non solo in termini di impatto sociale e ambientale ma anche, e soprattutto, in relazione alle nuove forme di urbanizzazione che essi generano al loro intorno. Il contributo che segue (concentrandosi sulla RLM e mostrando alcuni risultati di una ricerca condotta a partire dal 2021 negli spazi di due aziende della GDO nei Comuni di Liscate e Biandrate) sostiene l’ipotesi che la diffusione di queste organizzazioni spaziali generi profondi sommovimenti rispetto ai processi di urbanizzazione in corso, determinando nuove relazioni gerarchiche e nuove condizioni di centralità e marginalità. Per verificare questa ipotesi, il contributo evidenzia gli spazi maggiormente segnati dal mutamento, nella convinzione che proprio questi spazi debbano essere oggetto di nuove azioni di piano e di progetto.File | Dimensione | Formato | |
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