I metodi indiretti di monitoraggio della fauna mediante video e fotografie possono essere utilizzati per superare diversi impedimenti legati agli habitat e alla biologia di certe specie. Fotografare fauna ed habitat permette di archiviare dati scientifici ed è fondamentale per una buona divulgazione naturalistica. La fotografia è un metodo che, se effettuato correttamente, è poco invasivo e relativamente poco costoso. Permette di documentare non solo le caratteristiche morfologiche di certi taxa, ma anche il loro comportamento, e di rivedere con calma e maggiore attenzione certi particolari davanti a un computer. Inoltre, la macrofotografia permette di evidenziare dettagli non visibili ad occhio nudo, come la presenza di specie parassite o particolari anatomici. Tuttavia, fotografare la fauna in determinati habitat o in specifiche aree di una grotta, come le fessure o il soffitto, e portare certe attrezzature fotografiche può essere complesso a causa di vari impedimenti legati a questo ambiente estremo (Mammola et al., 2021). Inoltre, la macrofotografia della fauna ipogea richiede a priori conoscenze biologiche dei taxa osservati per l'identificazione, e spesso non consente una corretta determinazione a livello specifico di tutti taxa che si osservano. Tuttavia, è un metodo non invasivo e i campioni dei taxa di interesse possono comunque essere raccolti manualmente per una successiva identificazione in laboratorio. Per scattare fotografie di fauna ed habitat sul campo si possono utilizzare diverse attrezzature, tuttavia, la fauna ipogea ha per lo più piccole dimensioni, per cui occorre avere obiettivi dedicati. Negli studi compiuti finora, gli autori hanno impiegato fotocamere reflex Canon EOS 550D e 760D con obiettivo Canon MP-E 65 mm Macro e flash MT-24EX Macro (EL) e fotocamere reflex Canon EOS 70D e 7D Mark II con obiettivo Canon EF 100 mm F2.8 USM Macro e flash integrato (VB). Con la documentazione macrofotografica prodotta negli ultimi 20 anni, grazie all’esperienza acquisita sul campo dagli autori, è stato pubblicato un primo atlante fotografico della fauna ipogea (Lana, 2001), un volume comprensivo con oltre 3600 illustrazioni e fotografie, che riporta le immagini di molte specie ipogee mai documentate prima (Lana et al., 2021), ed è stato possibile documentare anche le caratteristiche morfologiche, il comportamento (spesso sconosciuto), la biologia e l’ecologia di molte specie ipogee (note e ignote) nel loro habitat (e.g. Balestra et al., 2019, Balestra et al., 2021, Balestra et al., 2022, Giachino, Lana, In press). Quando si intende fare fotografia naturalistica occorre sempre tenere in considerazione la sensibilità della specie oggetto di documentazione. In ambiente sotterraneo, alcune specie sono molto specializzate, e quindi particolarmente sensibili alla variazione di certi parametri ambientali. L’esposizione alla luce, il calore originato dalla nostra presenza e dalle lampade, possono essere molto dannosi per questi organismi, per cui, per evitare di generare forte stress o sofferenza negli animali oggetto di studio occorre ridurre i tempi di esposizione. Non tutte le specie sono sensibili allo stesso modo e spesso, essendo le specie ipogee ancora poco conosciute sotto questo punto di vista, se ne verificano le conseguenze solamente sul campo. Sulla base delle esperienze degli autori, ad esempio, è stata documentata una particolare sensibilità alla luce e al flash da parte di alcuni crostacei acquatici. Le manipolazioni devono essere limitate o assenti, sempre con l’utilizzo di guanti. Le fotografie su soggetti fragili, in presenza di cuccioli o in particolari fasi dell’anno, come l’ibernazione per i Chirotteri, sono fortemente sconsigliate. Anche le modifiche dell’habitat circostante sono da limitare o evitare perché possono influenzare direttamente o indirettamente il comportamento della specie, rendendo la documentazione talvolta poco significativa. I tempi di permanenza e posa possono essere ridotti notevolmente grazie a una buona conoscenza del comportamento e dell’ecologia delle specie, favorendone così un rapido ritrovamento sul campo, o alla collaborazione di un’altra persona esperta, che può dirigere le luci o spostare elementi di disturbo, come pietre o altri detriti. La fotografia naturalistica è un potentissimo mezzo di comunicazione che permette di trasmettere non solo dati e informazioni, ma anche emozioni, spesso molto più forti e profonde di quanto non siano capaci di suscitare la comunicazione scritta o verbale. Per questo motivo, le fotografie sono un mezzo comunicativo molto efficace, capace di suggestionare chi le osserva e, di conseguenza, il fotografo ha anche grandi responsabilità. Bibliografia Balestra V., Lana E., Carbone C., De Waele J., Manenti R., Galli L. (2021), "Don’t forget the vertical dimension: assessment of distributional dynamics of cave-dwelling invertebrates in both ground and parietal microhabitats", Subterranean Biology, 40: 43-63 Balestra V., Lana E., Casale A. (2019), "Note sulle specie ipogee del genere Eukoenenia in Piemonte: distribuzione, habitat, comportamento (Arachnida, Palpigradi: Eukoeneniidae)", Bollettino della Società Entomologica Italiana, 151 (1): 13-23 Balestra V., Lana E., Vanin S. (2022), "Observations on the habitat and feeding behaviour of the hypogean genus Eukoenenia (Palpigradi, Eukoeneniidae) in the Western Italian Alps", Subterranean Biology, 42: 23-41 Giachino P.M., Lana E. (In press), "Dati bionomici preliminari su alcune specie di Duvalius del Piemonte (Coleoptera, Carabidae, Trechini)." Atti del XXIII Congresso Nazionale di Speleologia “La melodia delle grotte”, 2-5 giugno 2022, Ormea. Lana E. (2001), Biospeleologia del Piemonte. Atlante fotografico sistematico, Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi, Regione Piemonte, Torino Lana E., Giachino P.M., Casale A. (2021), Fauna Hypogaea Pedemontana. Grotte e ambienti sotterranei del Piemonte e della Valle d’Aosta, WBA Project Ed., Verona Mammola S., Lunghi E., Bilandžija H., Cardoso P., Grimm V., Schmidt S.I., Hesselberg T., Martínez A. (2021), "Collecting eco‐evolutionary data in the dark: Impediments to subterranean research and how to overcome them", Ecology and evolution, 11 (11): 5911-5926

La macrofotografia naturalistica e le sue applicazioni nello studio della fauna ipogea / Balestra, Valentina; Lana, Enrico. - ELETTRONICO. - 42:(2023), pp. 477-480. (Intervento presentato al convegno XXIII Congresso Nazionale di Speleologia "La melodia delle Grotte" tenutosi a Ormea (IT) nel 2-5 June 2022).

La macrofotografia naturalistica e le sue applicazioni nello studio della fauna ipogea

Valentina Balestra;
2023

Abstract

I metodi indiretti di monitoraggio della fauna mediante video e fotografie possono essere utilizzati per superare diversi impedimenti legati agli habitat e alla biologia di certe specie. Fotografare fauna ed habitat permette di archiviare dati scientifici ed è fondamentale per una buona divulgazione naturalistica. La fotografia è un metodo che, se effettuato correttamente, è poco invasivo e relativamente poco costoso. Permette di documentare non solo le caratteristiche morfologiche di certi taxa, ma anche il loro comportamento, e di rivedere con calma e maggiore attenzione certi particolari davanti a un computer. Inoltre, la macrofotografia permette di evidenziare dettagli non visibili ad occhio nudo, come la presenza di specie parassite o particolari anatomici. Tuttavia, fotografare la fauna in determinati habitat o in specifiche aree di una grotta, come le fessure o il soffitto, e portare certe attrezzature fotografiche può essere complesso a causa di vari impedimenti legati a questo ambiente estremo (Mammola et al., 2021). Inoltre, la macrofotografia della fauna ipogea richiede a priori conoscenze biologiche dei taxa osservati per l'identificazione, e spesso non consente una corretta determinazione a livello specifico di tutti taxa che si osservano. Tuttavia, è un metodo non invasivo e i campioni dei taxa di interesse possono comunque essere raccolti manualmente per una successiva identificazione in laboratorio. Per scattare fotografie di fauna ed habitat sul campo si possono utilizzare diverse attrezzature, tuttavia, la fauna ipogea ha per lo più piccole dimensioni, per cui occorre avere obiettivi dedicati. Negli studi compiuti finora, gli autori hanno impiegato fotocamere reflex Canon EOS 550D e 760D con obiettivo Canon MP-E 65 mm Macro e flash MT-24EX Macro (EL) e fotocamere reflex Canon EOS 70D e 7D Mark II con obiettivo Canon EF 100 mm F2.8 USM Macro e flash integrato (VB). Con la documentazione macrofotografica prodotta negli ultimi 20 anni, grazie all’esperienza acquisita sul campo dagli autori, è stato pubblicato un primo atlante fotografico della fauna ipogea (Lana, 2001), un volume comprensivo con oltre 3600 illustrazioni e fotografie, che riporta le immagini di molte specie ipogee mai documentate prima (Lana et al., 2021), ed è stato possibile documentare anche le caratteristiche morfologiche, il comportamento (spesso sconosciuto), la biologia e l’ecologia di molte specie ipogee (note e ignote) nel loro habitat (e.g. Balestra et al., 2019, Balestra et al., 2021, Balestra et al., 2022, Giachino, Lana, In press). Quando si intende fare fotografia naturalistica occorre sempre tenere in considerazione la sensibilità della specie oggetto di documentazione. In ambiente sotterraneo, alcune specie sono molto specializzate, e quindi particolarmente sensibili alla variazione di certi parametri ambientali. L’esposizione alla luce, il calore originato dalla nostra presenza e dalle lampade, possono essere molto dannosi per questi organismi, per cui, per evitare di generare forte stress o sofferenza negli animali oggetto di studio occorre ridurre i tempi di esposizione. Non tutte le specie sono sensibili allo stesso modo e spesso, essendo le specie ipogee ancora poco conosciute sotto questo punto di vista, se ne verificano le conseguenze solamente sul campo. Sulla base delle esperienze degli autori, ad esempio, è stata documentata una particolare sensibilità alla luce e al flash da parte di alcuni crostacei acquatici. Le manipolazioni devono essere limitate o assenti, sempre con l’utilizzo di guanti. Le fotografie su soggetti fragili, in presenza di cuccioli o in particolari fasi dell’anno, come l’ibernazione per i Chirotteri, sono fortemente sconsigliate. Anche le modifiche dell’habitat circostante sono da limitare o evitare perché possono influenzare direttamente o indirettamente il comportamento della specie, rendendo la documentazione talvolta poco significativa. I tempi di permanenza e posa possono essere ridotti notevolmente grazie a una buona conoscenza del comportamento e dell’ecologia delle specie, favorendone così un rapido ritrovamento sul campo, o alla collaborazione di un’altra persona esperta, che può dirigere le luci o spostare elementi di disturbo, come pietre o altri detriti. La fotografia naturalistica è un potentissimo mezzo di comunicazione che permette di trasmettere non solo dati e informazioni, ma anche emozioni, spesso molto più forti e profonde di quanto non siano capaci di suscitare la comunicazione scritta o verbale. Per questo motivo, le fotografie sono un mezzo comunicativo molto efficace, capace di suggestionare chi le osserva e, di conseguenza, il fotografo ha anche grandi responsabilità. Bibliografia Balestra V., Lana E., Carbone C., De Waele J., Manenti R., Galli L. (2021), "Don’t forget the vertical dimension: assessment of distributional dynamics of cave-dwelling invertebrates in both ground and parietal microhabitats", Subterranean Biology, 40: 43-63 Balestra V., Lana E., Casale A. (2019), "Note sulle specie ipogee del genere Eukoenenia in Piemonte: distribuzione, habitat, comportamento (Arachnida, Palpigradi: Eukoeneniidae)", Bollettino della Società Entomologica Italiana, 151 (1): 13-23 Balestra V., Lana E., Vanin S. (2022), "Observations on the habitat and feeding behaviour of the hypogean genus Eukoenenia (Palpigradi, Eukoeneniidae) in the Western Italian Alps", Subterranean Biology, 42: 23-41 Giachino P.M., Lana E. (In press), "Dati bionomici preliminari su alcune specie di Duvalius del Piemonte (Coleoptera, Carabidae, Trechini)." Atti del XXIII Congresso Nazionale di Speleologia “La melodia delle grotte”, 2-5 giugno 2022, Ormea. Lana E. (2001), Biospeleologia del Piemonte. Atlante fotografico sistematico, Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi, Regione Piemonte, Torino Lana E., Giachino P.M., Casale A. (2021), Fauna Hypogaea Pedemontana. Grotte e ambienti sotterranei del Piemonte e della Valle d’Aosta, WBA Project Ed., Verona Mammola S., Lunghi E., Bilandžija H., Cardoso P., Grimm V., Schmidt S.I., Hesselberg T., Martínez A. (2021), "Collecting eco‐evolutionary data in the dark: Impediments to subterranean research and how to overcome them", Ecology and evolution, 11 (11): 5911-5926
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2980968