I disequilibri esacerbati dall’attuale policrisi, che investe ambiente, società ed economia, hanno mostrato come anche l’architettura oggi non garantisca ancora habitat capaci di rispondere alle mutevoli condizioni climatiche e in simbiosi con l’ambiente naturale. Rivedere il modo di fare architettura è un obbligo morale oltre che stimolo per sperimentare morfologie e forme ibride tra elementi naturali e artificiali, così come già espresso nell’approccio del biophilic design, di cui Keller è tra i “padri”. Questo modello ingloba e supera quello del low environmental impact design che non affronta le esigenze di riconnettere uomo e natura. Già McHarg aveva evidenziato come “progettare con la natura” non fosse incentrato sulla sola progettazione o sulla natura in sé stessa, ma che la preposizione “con” implicasse una dimensione di cooperazione tra le due realtà: umana e biologica. All’interno delle accademie europee, alcune ricerche transidisciplinari (E.Naboni - KADK, Angelos Chronos - IAAC, ad esempio) stanno esplorando linguaggi compositivi che sperimentano morfologie generate dall’analisi di esigenze sociali e ambientali, anche investigate nel progetto di ricerca “Nature Based Architecture and Urban Design” che stiamo sviluppando al Politecnico di Torino. In questo panorama di possibili soluzioni, si propone la visione di una natura urbana come forma biologica complementare all’artefatto, che plasma nuove architetture e che si adatta al patrimonio costruito, dove i cambiamenti climatici spesso si manifestano nella forma più inaspettata e distruttiva. In parallelo all’esperienza della ricerca, anche nel laboratorio di progettazione “Adaptive to Resist + Mitigate” sono stati sperimentati approcci innovativi, attraverso l’uso di strumenti specifici (ENVI-met) che aprono a scenari architettonici ibridi, anche temporanei – mean-while uses –, tentando di riconfigurare le norme e i regolamenti che necessitano maggiore flessibilità e adattabilità alle mutevoli condizioni climatiche.

Progettare l’adattamento. Nature-based solution e biofilia per il progetto adattativo / Ingaramo, Roberta; Negrello, Maicol. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 786-791. (Intervento presentato al convegno IX Forum ProArch TRANSIZIONI. L'avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura. tenutosi a Cagliari nel 17-19-novembre-2022).

Progettare l’adattamento. Nature-based solution e biofilia per il progetto adattativo

Ingaramo, Roberta;Negrello, Maicol
2022

Abstract

I disequilibri esacerbati dall’attuale policrisi, che investe ambiente, società ed economia, hanno mostrato come anche l’architettura oggi non garantisca ancora habitat capaci di rispondere alle mutevoli condizioni climatiche e in simbiosi con l’ambiente naturale. Rivedere il modo di fare architettura è un obbligo morale oltre che stimolo per sperimentare morfologie e forme ibride tra elementi naturali e artificiali, così come già espresso nell’approccio del biophilic design, di cui Keller è tra i “padri”. Questo modello ingloba e supera quello del low environmental impact design che non affronta le esigenze di riconnettere uomo e natura. Già McHarg aveva evidenziato come “progettare con la natura” non fosse incentrato sulla sola progettazione o sulla natura in sé stessa, ma che la preposizione “con” implicasse una dimensione di cooperazione tra le due realtà: umana e biologica. All’interno delle accademie europee, alcune ricerche transidisciplinari (E.Naboni - KADK, Angelos Chronos - IAAC, ad esempio) stanno esplorando linguaggi compositivi che sperimentano morfologie generate dall’analisi di esigenze sociali e ambientali, anche investigate nel progetto di ricerca “Nature Based Architecture and Urban Design” che stiamo sviluppando al Politecnico di Torino. In questo panorama di possibili soluzioni, si propone la visione di una natura urbana come forma biologica complementare all’artefatto, che plasma nuove architetture e che si adatta al patrimonio costruito, dove i cambiamenti climatici spesso si manifestano nella forma più inaspettata e distruttiva. In parallelo all’esperienza della ricerca, anche nel laboratorio di progettazione “Adaptive to Resist + Mitigate” sono stati sperimentati approcci innovativi, attraverso l’uso di strumenti specifici (ENVI-met) che aprono a scenari architettonici ibridi, anche temporanei – mean-while uses –, tentando di riconfigurare le norme e i regolamenti che necessitano maggiore flessibilità e adattabilità alle mutevoli condizioni climatiche.
2022
9791280379023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2978650