La metamorfosi della città di Durazzo, avvenuta in pochi anni, rappresenta una delle conseguenze della transizione. Il periodo storico che ha coinvolto l’Albania è molto simile ad altri stati dell’ex blocco sovietico come l’Ungheria, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Lo schema che ha accompagnato l’occidentalizzazione di queste nazioni è complesso, ma qui è utile analizzare le conseguenze che hanno portato a nuovi equilibri territoriali. Con l’introduzione del libero mercato, infatti, cambiano le logiche di gestione del territorio, i flussi d’investimenti stranieri definiscono nuovi equilibri economici e individuano priorità di sviluppo spesso discordanti con il passato. Come diretta conseguenza di questi investimenti e della caduta dei precedenti divieti alla circolazione delle persone, si sono generati flussi migratori interni e, in l’Albania, anche un alto tasso di emigrazione. Questo squilibrio demografico porta alla nascita di vaste aree urbane congestionate e, in alcuni casi, alla formazione di aree metropolitane. In questo contesto le capitali delle nazioni dell’Est (ad esempio Praga, Varsavia, Budapest e la stessa Tirana) assumono un ruolo determinante nell’accentramento dei flussi di investimenti che vengono cosi sottratti alle altre città dei rispettivi paesi. In alcuni casi queste aree metropolitane diventano degli snodi di livello internazionale mettendo in secondo piano quei territori che non riescono a ritagliarsi un ruolo nelle politiche nazionali. Secondo il rapporto dell’UE (Albania Report Progres 2012), in Albania risulta particolarmente problematico questo squilibrio regionale che ha portato ad una depressione sia economica che demografica di diverse regioni della nazione a favore delle regioni di Tirana e Durazzo.
Durazzo nella Transizione / Berisha, Erblin. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 2239-4222. - ELETTRONICO. - 253-254:(2014), pp. 89-89.
Durazzo nella Transizione
Erblin Berisha
2014
Abstract
La metamorfosi della città di Durazzo, avvenuta in pochi anni, rappresenta una delle conseguenze della transizione. Il periodo storico che ha coinvolto l’Albania è molto simile ad altri stati dell’ex blocco sovietico come l’Ungheria, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Lo schema che ha accompagnato l’occidentalizzazione di queste nazioni è complesso, ma qui è utile analizzare le conseguenze che hanno portato a nuovi equilibri territoriali. Con l’introduzione del libero mercato, infatti, cambiano le logiche di gestione del territorio, i flussi d’investimenti stranieri definiscono nuovi equilibri economici e individuano priorità di sviluppo spesso discordanti con il passato. Come diretta conseguenza di questi investimenti e della caduta dei precedenti divieti alla circolazione delle persone, si sono generati flussi migratori interni e, in l’Albania, anche un alto tasso di emigrazione. Questo squilibrio demografico porta alla nascita di vaste aree urbane congestionate e, in alcuni casi, alla formazione di aree metropolitane. In questo contesto le capitali delle nazioni dell’Est (ad esempio Praga, Varsavia, Budapest e la stessa Tirana) assumono un ruolo determinante nell’accentramento dei flussi di investimenti che vengono cosi sottratti alle altre città dei rispettivi paesi. In alcuni casi queste aree metropolitane diventano degli snodi di livello internazionale mettendo in secondo piano quei territori che non riescono a ritagliarsi un ruolo nelle politiche nazionali. Secondo il rapporto dell’UE (Albania Report Progres 2012), in Albania risulta particolarmente problematico questo squilibrio regionale che ha portato ad una depressione sia economica che demografica di diverse regioni della nazione a favore delle regioni di Tirana e Durazzo.File | Dimensione | Formato | |
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