La famiglia Borsalino, proprietaria del noto cappellificio, all’inizio del XX secolo, nell’intento di costruire una città moderna ed efficiente, affida diversi cantieri ad Arnaldo Gardella e al suo socio Luigi Martini. L’intreccio tra Alessandria, i Borsalino e i Gardella si fa con gli anni sempre più stretto. L’intensa attività dello studio Gardella Martini viene interrotta dalla morte improvvisa di Arnaldo nel 1928: il cantiere del sanatorio, al quartiere Orti, fa da scenario al forzato passaggio di testimone tra il padre e il figlio Ignazio, che non ancora laureato è chiamato a sostituirlo repentinamente. Si apre in questo modo una stagione che porta Alessandria al centro della storia dell’architettura del Novecento: qui saranno costruiti alcuni capolavori, poi riconosciuti dalla critica internazionale. All’interno del cantiere del sanatorio, ancora da ultimare, il giovane Ignazio si fa carico del progetto della piccola chiesa, un manifesto di uno dei futuri protagonisti del Novecento italiano. La cappella possiede, in nuce, gli elementi caratterizzanti il movimento moderno (campanile, lame di luce a illuminare l’abside, la planimetria anomala e separata dallo spesso setto murario voluto dalle regole ferree imposte per i malati di tubercolosi e scavato per ospitare i confessionali), ma purtroppo, oggi, dimostra la sua fragilità.
Recuperare il moderno. Una "fragile" opera di Ignazio Gardella / Dameri, Annalisa; Mellano, Paolo. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 469-479. (Intervento presentato al convegno Xth edition of the ReUSO - Documentation, Restoration and Reuse of Heritage tenutosi a Porto (Portogallo) nel 2-4 novembre 2022).
Recuperare il moderno. Una "fragile" opera di Ignazio Gardella
Dameri, Annalisa;Mellano, Paolo
2022
Abstract
La famiglia Borsalino, proprietaria del noto cappellificio, all’inizio del XX secolo, nell’intento di costruire una città moderna ed efficiente, affida diversi cantieri ad Arnaldo Gardella e al suo socio Luigi Martini. L’intreccio tra Alessandria, i Borsalino e i Gardella si fa con gli anni sempre più stretto. L’intensa attività dello studio Gardella Martini viene interrotta dalla morte improvvisa di Arnaldo nel 1928: il cantiere del sanatorio, al quartiere Orti, fa da scenario al forzato passaggio di testimone tra il padre e il figlio Ignazio, che non ancora laureato è chiamato a sostituirlo repentinamente. Si apre in questo modo una stagione che porta Alessandria al centro della storia dell’architettura del Novecento: qui saranno costruiti alcuni capolavori, poi riconosciuti dalla critica internazionale. All’interno del cantiere del sanatorio, ancora da ultimare, il giovane Ignazio si fa carico del progetto della piccola chiesa, un manifesto di uno dei futuri protagonisti del Novecento italiano. La cappella possiede, in nuce, gli elementi caratterizzanti il movimento moderno (campanile, lame di luce a illuminare l’abside, la planimetria anomala e separata dallo spesso setto murario voluto dalle regole ferree imposte per i malati di tubercolosi e scavato per ospitare i confessionali), ma purtroppo, oggi, dimostra la sua fragilità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
ReUso-proceedings_estratto Dameri-Mellano_LR.pdf
accesso aperto
Descrizione: estratto dalla pubblicazione
Tipologia:
2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza:
PUBBLICO - Tutti i diritti riservati
Dimensione
4.16 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.16 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11583/2974488