Riparo provvisorio, ricovero, abitazione di fortuna o deposito di attrezzi agricoli, i ciabòt rappresentano una particolare forma di architettura rurale, spontanea e non autoriale, che caratterizza i paesaggi vitivinicoli del Piemonte e ne determina l’aspetto articolato e la pluralità dei differenti scenari. In quanto elementi caratterizzanti il dialetto architettonico locale (B. Zevi, 1996), nel Documento di valutazione ufficiale dell’iscrizione nella WHL Unesco (2014), questi edifici sono stati considerati – al pari di castelli, cappelle e borghi – come una componente storico-culturale determinante l’integrità e l’autenticità del paesaggio. Nei mesi immediatamente successivi all’iscrizione del Sito nella World Heritage List, la Regione Piemonte, consapevole del fatto che un’ampia parte di questo patrimonio diffuso non fosse adeguatamente tutelata, ha emanato le Linee Guida per l’adeguamento dei Piani Regolatori e dei Regolamenti Edilizi alle indicazioni di tutela per il sito UNESCO: la categoria dei ciabòt compare alla voce 2.b degli obiettivi generali, dove viene evidenziata la necessità di tutelare i manufatti legati alla storica coltivazione della vite ed è richiesto alle amministrazioni di procedere con una schedatura di dettaglio. Il contributo si pone l’obiettivo di verificare, a otto anni dal il riconoscimento dell’eccezionale valore universale, quali strategie siano state adottate per salvaguardare il valore di memoria e il ruolo di risorsa di queste architetture “minori” solo in termini dimensionali. Quali indirizzi offre il Piano Paesaggistico? I censimenti e le varianti ai piani regolatori rappresentano strumenti efficaci? Attraverso una disamina sul territorio la ricerca indaga l’esito delle azioni di tutela intraprese – tramite l’aggiornamento degli strumenti di pianificazione e le dichiarazioni di notevole interesse culturale, conseguenti l’approvazione del PPR del 2017 – e discute le problematiche di conservazione e gestione relative a questo patrimonio fragile, in un’ottica di sviluppo culturalmente sostenibile.
I ciabòt del sito UNESCO Langhe-Roero e Monferrato: problematiche di conservazione delle architetture rurali fragili quali componenti storico-culturali dei paesaggi vitivinicoli / Beltramo, Giulia. - In: RESTAURO ARCHEOLOGICO. - ISSN 1724-9686. - STAMPA. - Restauro Archeologico - Special issue 2022 “1972/2022 World Heritage in transition. About management, protection and sustainability”, Guest Editors Susanna Caccia Gherardini, Maurizio De Vita, Carlo Francini, vol. 1/2:1(2022), pp. 148-153.
I ciabòt del sito UNESCO Langhe-Roero e Monferrato: problematiche di conservazione delle architetture rurali fragili quali componenti storico-culturali dei paesaggi vitivinicoli
Giulia Beltramo
2022
Abstract
Riparo provvisorio, ricovero, abitazione di fortuna o deposito di attrezzi agricoli, i ciabòt rappresentano una particolare forma di architettura rurale, spontanea e non autoriale, che caratterizza i paesaggi vitivinicoli del Piemonte e ne determina l’aspetto articolato e la pluralità dei differenti scenari. In quanto elementi caratterizzanti il dialetto architettonico locale (B. Zevi, 1996), nel Documento di valutazione ufficiale dell’iscrizione nella WHL Unesco (2014), questi edifici sono stati considerati – al pari di castelli, cappelle e borghi – come una componente storico-culturale determinante l’integrità e l’autenticità del paesaggio. Nei mesi immediatamente successivi all’iscrizione del Sito nella World Heritage List, la Regione Piemonte, consapevole del fatto che un’ampia parte di questo patrimonio diffuso non fosse adeguatamente tutelata, ha emanato le Linee Guida per l’adeguamento dei Piani Regolatori e dei Regolamenti Edilizi alle indicazioni di tutela per il sito UNESCO: la categoria dei ciabòt compare alla voce 2.b degli obiettivi generali, dove viene evidenziata la necessità di tutelare i manufatti legati alla storica coltivazione della vite ed è richiesto alle amministrazioni di procedere con una schedatura di dettaglio. Il contributo si pone l’obiettivo di verificare, a otto anni dal il riconoscimento dell’eccezionale valore universale, quali strategie siano state adottate per salvaguardare il valore di memoria e il ruolo di risorsa di queste architetture “minori” solo in termini dimensionali. Quali indirizzi offre il Piano Paesaggistico? I censimenti e le varianti ai piani regolatori rappresentano strumenti efficaci? Attraverso una disamina sul territorio la ricerca indaga l’esito delle azioni di tutela intraprese – tramite l’aggiornamento degli strumenti di pianificazione e le dichiarazioni di notevole interesse culturale, conseguenti l’approvazione del PPR del 2017 – e discute le problematiche di conservazione e gestione relative a questo patrimonio fragile, in un’ottica di sviluppo culturalmente sostenibile.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Restauro Archeologico_1-2022_GBeltramo.pdf
accesso aperto
Tipologia:
2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza:
Creative commons
Dimensione
2.8 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.8 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11583/2973258