La conversione dell’ex deposito locomotive Sant’Erasmo di Palermo in un ecomuseo diventa occasione tangibile per mantenere viva la memoria del luogo, in particolare del tratto di costa in cui si colloca, apparentemente dimenticata dai suoi abitanti. L’ecomuseo assume il ruolo di mediatore non solo per ricostruire il passato dei luoghi, ma anche per stabilire una relazione fra cittadini nel e con il loro territorio nel presente, attivando partecipazione in un contesto di margine. A ciò si affianca la sperimentazione di una forma inedita di governance pubblico – privato che ambisce a una dimensione collettiva del patrimonio piuttosto che all’ottimizzazione dei profitti derivanti dalla sua fruizione. In tale direzione, il caso studio diviene pretesto per indagare potenzialità di strategie sperimentali di riqualificazione del patrimonio culturale, nonché per individuare strumenti operativi e di conoscenza partendo anziché dalle risorse economiche impiegabili da quelle culturali.
Riuso industriale e nuove forme di gestione per la costruzione di un presidio culturale territoriale: l’esperienza di riqualificazione dell’ex deposito locomotive Sant’Erasmo / DI FELICE, Caterina. - ELETTRONICO. - (2022). (Intervento presentato al convegno 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale tenutosi a Roma (IT) nel 9-11 GIUGNO 2022).
Riuso industriale e nuove forme di gestione per la costruzione di un presidio culturale territoriale: l’esperienza di riqualificazione dell’ex deposito locomotive Sant’Erasmo
CATERINA DI FELICE
2022
Abstract
La conversione dell’ex deposito locomotive Sant’Erasmo di Palermo in un ecomuseo diventa occasione tangibile per mantenere viva la memoria del luogo, in particolare del tratto di costa in cui si colloca, apparentemente dimenticata dai suoi abitanti. L’ecomuseo assume il ruolo di mediatore non solo per ricostruire il passato dei luoghi, ma anche per stabilire una relazione fra cittadini nel e con il loro territorio nel presente, attivando partecipazione in un contesto di margine. A ciò si affianca la sperimentazione di una forma inedita di governance pubblico – privato che ambisce a una dimensione collettiva del patrimonio piuttosto che all’ottimizzazione dei profitti derivanti dalla sua fruizione. In tale direzione, il caso studio diviene pretesto per indagare potenzialità di strategie sperimentali di riqualificazione del patrimonio culturale, nonché per individuare strumenti operativi e di conoscenza partendo anziché dalle risorse economiche impiegabili da quelle culturali.File | Dimensione | Formato | |
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