Il Theatrum Sabaudiae è la principale impresa iconografica e corografica promossa dalla dinastia sabauda: sviluppata nel terzo quarto del Seicento, è pubblicata in prima edizione ad Amsterdam nel 1682 e presenta un corpus grafico di 3 carte e 132 vedute. Alle tavole sono associate relazioni descrittive, che rendono il Theatrum una rappresentazione dinamica dello spazio sabaudo, colto nel momento della ricomposizione di corpi territoriali assemblati, con strumenti diversi, tra XII e XVI secolo. La letteratura storico-architettonica ha finora sottolineato soprattutto la dimensione proiettiva dell’opera, manifesto ideologico della formazione dello Stato assoluto. Il presente contributo intende tuttavia indagare se sia possibile ipotizzare anche un’ermeneutica continuista dell’opera editoriale, finalizzata non solo a sottolineare il ruolo dei nuovi capisaldi dinastici, ma anche a fare memoria dei riferimenti legittimanti stratificati e dei luoghi espressione dei poteri – anche religiosi – che fino ad allora avevano inquadrato la vita delle comunità locali, tanto urbane quanto rurali e alpine. Orientando lo studio verso l’analisi dei poli religiosi post-tridentini, la ricerca indaga l’immagine – sovente ancora medievale – delle strutture e degli spazi relativi all’organizzazione diocesana, alla vita dei regolari e alla devozione, espressione di una pluralità di interessi e di retaggi storici stratificati a partire dal basso medioevo dinastico e comunale. The Theatrum Sabaudiae is the main iconographic and chorographic undertaking promoted by the Savoy dynasty: developed in the third quarter of the 17th century, it was published in its first edition in Amsterdam in 1682 and presents a graphic corpus of 3 maps and 132 views. The tables are associated with descriptive reports, which make the Theatrum a dynamic representation of the State, caught in the moment of the recomposition of territorial bodies assembled, with different tools, between the twelfth and sixteenth centuries. The historical-architectural literature has so far mainly emphasized the projective dimension of the work, an ideological manifesto of the formation of the absolute State. However, the present contribution intends to investigate whether it is possible to hypothesize a ‘continuist’ hermeneutics of the editorial work, aimed not only at underlining the role of the new dynastic strongholds, but also at remembering the stratified legitimating references and the places of expression of powers - including religious ones - that until then had framed the life of local communities, both urban and rural. Orienting the study towards the analysis of the post-Tridentine religious poles, the research investigates the image - often still medieval - of the structures and the spaces related to the diocesan organization, to the life of the regulars and to the devotion, expression of a plurality of interests and historical legacies stratified, starting from the low Middle Ages.
Strutture ecclesiastiche medievali, dinastia e comunità: i poli religiosi nelle rappresentazioni del Theatrum Sabaudiae (1682) / Longhi, Andrea. - In: IN BO. - ISSN 2036-1602. - ELETTRONICO. - 12:16(2021), pp. 212-231. [10.6092/issn.2036-1602/v12-n16-2021]
Strutture ecclesiastiche medievali, dinastia e comunità: i poli religiosi nelle rappresentazioni del Theatrum Sabaudiae (1682)
Longhi, andrea
2021
Abstract
Il Theatrum Sabaudiae è la principale impresa iconografica e corografica promossa dalla dinastia sabauda: sviluppata nel terzo quarto del Seicento, è pubblicata in prima edizione ad Amsterdam nel 1682 e presenta un corpus grafico di 3 carte e 132 vedute. Alle tavole sono associate relazioni descrittive, che rendono il Theatrum una rappresentazione dinamica dello spazio sabaudo, colto nel momento della ricomposizione di corpi territoriali assemblati, con strumenti diversi, tra XII e XVI secolo. La letteratura storico-architettonica ha finora sottolineato soprattutto la dimensione proiettiva dell’opera, manifesto ideologico della formazione dello Stato assoluto. Il presente contributo intende tuttavia indagare se sia possibile ipotizzare anche un’ermeneutica continuista dell’opera editoriale, finalizzata non solo a sottolineare il ruolo dei nuovi capisaldi dinastici, ma anche a fare memoria dei riferimenti legittimanti stratificati e dei luoghi espressione dei poteri – anche religiosi – che fino ad allora avevano inquadrato la vita delle comunità locali, tanto urbane quanto rurali e alpine. Orientando lo studio verso l’analisi dei poli religiosi post-tridentini, la ricerca indaga l’immagine – sovente ancora medievale – delle strutture e degli spazi relativi all’organizzazione diocesana, alla vita dei regolari e alla devozione, espressione di una pluralità di interessi e di retaggi storici stratificati a partire dal basso medioevo dinastico e comunale. The Theatrum Sabaudiae is the main iconographic and chorographic undertaking promoted by the Savoy dynasty: developed in the third quarter of the 17th century, it was published in its first edition in Amsterdam in 1682 and presents a graphic corpus of 3 maps and 132 views. The tables are associated with descriptive reports, which make the Theatrum a dynamic representation of the State, caught in the moment of the recomposition of territorial bodies assembled, with different tools, between the twelfth and sixteenth centuries. The historical-architectural literature has so far mainly emphasized the projective dimension of the work, an ideological manifesto of the formation of the absolute State. However, the present contribution intends to investigate whether it is possible to hypothesize a ‘continuist’ hermeneutics of the editorial work, aimed not only at underlining the role of the new dynastic strongholds, but also at remembering the stratified legitimating references and the places of expression of powers - including religious ones - that until then had framed the life of local communities, both urban and rural. Orienting the study towards the analysis of the post-Tridentine religious poles, the research investigates the image - often still medieval - of the structures and the spaces related to the diocesan organization, to the life of the regulars and to the devotion, expression of a plurality of interests and historical legacies stratified, starting from the low Middle Ages.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2948054