La corrispondenza diplomatica fra ambasciatori, inviati, ministri e agenti, conservata nell’Archivio di Stato di Torino, illumina – a volta con lampi di luce diretti come questo, tra ansie e aspettative – le strette relazioni fra i progettisti d’Oltralpe e la corte sabauda, supplendo alla laconicità dei pagamenti e ai bilanci di altre serie archivistiche. Nell’ampio spettro di temi emergono le dinamiche che sottendono la diffusione del modello francese nei giardini piemontesi, le figure, le tempistiche, gli scambi, gli invii di progetti, manufatti, piante e bulbi. Se le missive contribuiscono a meglio definire il ruolo di Le Nôtre e del suo collaboratore De Marne, rilevante è il giudizio sulla capacità di Jules Hardouin-Mansart di “immischiarsi” sia nell’architettura sia nel progetto di giardini, preannunciando un tema maggiore nel dibattito settecentesco animato da Blondel sulle competenze professionali e sulla necessità – o meno – di un solo progettista nel comporre residenza e paesaggio. Questa rete di comunicazioni epistolari aiuta a far luce sul meccanismo – a volte farraginoso – di revisione francese sui progetti elaborati alla corte torinese, e più in generale sui modi in cui si concretizza il ruolo di riferimento – voluto e ricercato – della cultura architettonica d’Oltralpe.
La corrispondenza diplomatica come fonte per la storia del giardino. André Le Nôtre, Monsieur de Marne e Jules Hardouin Mansart al servizio del duca di Savoia / Cornaglia, P.; Caterino, R.. - In: RESTAURO ARCHEOLOGICO. - ISSN 1724-9686. - STAMPA. - 2021:1(2021), pp. 58-63.
La corrispondenza diplomatica come fonte per la storia del giardino. André Le Nôtre, Monsieur de Marne e Jules Hardouin Mansart al servizio del duca di Savoia
Cornaglia P.;Caterino R.
2021
Abstract
La corrispondenza diplomatica fra ambasciatori, inviati, ministri e agenti, conservata nell’Archivio di Stato di Torino, illumina – a volta con lampi di luce diretti come questo, tra ansie e aspettative – le strette relazioni fra i progettisti d’Oltralpe e la corte sabauda, supplendo alla laconicità dei pagamenti e ai bilanci di altre serie archivistiche. Nell’ampio spettro di temi emergono le dinamiche che sottendono la diffusione del modello francese nei giardini piemontesi, le figure, le tempistiche, gli scambi, gli invii di progetti, manufatti, piante e bulbi. Se le missive contribuiscono a meglio definire il ruolo di Le Nôtre e del suo collaboratore De Marne, rilevante è il giudizio sulla capacità di Jules Hardouin-Mansart di “immischiarsi” sia nell’architettura sia nel progetto di giardini, preannunciando un tema maggiore nel dibattito settecentesco animato da Blondel sulle competenze professionali e sulla necessità – o meno – di un solo progettista nel comporre residenza e paesaggio. Questa rete di comunicazioni epistolari aiuta a far luce sul meccanismo – a volte farraginoso – di revisione francese sui progetti elaborati alla corte torinese, e più in generale sui modi in cui si concretizza il ruolo di riferimento – voluto e ricercato – della cultura architettonica d’Oltralpe.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
CORNAGLIA_CATERINO.pdf
accesso aperto
Descrizione: Casa editrice
Tipologia:
2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza:
Creative commons
Dimensione
5.81 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.81 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11583/2946312