La pandemia ha fatto riemergere in tutta la sua fragilità il corpo. L’ha riposizionato nello spazio fisico, in quello sociale, in quello del controllo e della limitazione delle libertà. Ha riposizionato la vulnerabilità dei corpi, mostrando il suo carattere differenziale, fratturato, scomposto. La pandemia è stata un terribile esperimento naturale sui rapporti tra corpi e spazi. Ha chiesto al progetto di ripensare la densità dello spazio in funzione di un corpo che si vuole proteggere e che per proteggere, si priva della facoltà forse fondamentale, quella del toccare. Toccare altri corpi, toccare lo spazio, urtarlo, sfiorarlo, lasciare la propria impronta. Abitarlo, nell’ingombro del corpo. Ridurre la capacità di toccare è atto di scorporazione: è staccare il corpo da noi, farne parte estranea, esorcizzarlo. Questo contributo parte da queste affermazioni e si riallaccia agli studi che hanno dato esito al libro CORPI. TRA SPAZIO E PROGETTO (mimesis, 2020, traduzione: BODIES.BETWEEN SPACE AND DESIGN, Jovis, 2020). In questi studi è sviluppata una lettura critica del progetto urbanistico che osserva il modo in cui esso “tocca il corpo”, acquistando una dimensione pubblica, politica.
La torsione dall’urbanistica dei luoghi a quella dei corpi / Bianchetti, C.. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 2239-4222. - STAMPA. - special issue 289(2020), pp. 93-96.
Titolo: | La torsione dall’urbanistica dei luoghi a quella dei corpi | |
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Data di pubblicazione: | 2020 | |
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Appare nelle tipologie: | 1.1 Articolo in rivista |
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Urbanistica Informazioni 289_2020.pdf | 2a Post-print versione editoriale / Version of Record | Non Pubblico - Accesso privato/ristretto | Administrator Richiedi una copia |
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