La società moderna trova la sua rappresentazione nell’immagine della fabbrica, luogo di lavoro e produzione, ma anche, e soprattutto, luogo di aggregazione sociale, di lotta politica, di vita pubbli- ca e privata. In questo contesto si colloca l’esperienza di Adriano Olivetti, il cui impegno è rivolto tanto al prodotto quanto alle problematiche architettoniche, urbanistiche, politiche e culturali intor- no alla fabbrica. Oltre a ricercare l’eccellenza in tutte le attività, l’azienda deve anche saper comu- nicare i suoi valori e costruire un’immagine che sia l’espressione veritiera della realtà aziendale. Olivetti cerca e ottiene la collaborazione di giovani e culturalmente impegnati architetti, urbanisti e sociologi; a loro chiede di garantire strutture architettoniche, organizzazione degli ambienti e del territorio capaci di far coesistere bellezza formale e funzionalità, miglioramento delle con- dizioni di lavoro nella fabbrica e della qualità di vita fuori di essa. Tra questi si inserisce Marco Zanuso, per il quale la fabbrica è il topos della progettazione, in cui si sintetizzano le teorie dell’industrializzazione edilizia. Designer alle differenti scale progettuali, Zanuso sperimenta le potenzialità dei materiali su forme ed elementi di architettura e di design. Per affrontare le questioni relative all’oggetto fabbrica, ri- trova nel cemento armato le possibilità di razionalizzare le fasi del processo compositivo, limitan- do i componenti a pochi modelli, in modo da creare una struttura portante immediatamente ricono- scibile nella sua sezione. In questo modo l’immagine della fabbrica è immagine di un sistema, non una costruzione astratta, appartenente a una ricerca compositiva a priori, esterna al processo stesso. Così la struttura ritrova il perfetto equilibrio tra tecnica e linguaggio espressivo, generatrice di spazi, di luce, di forme e di funzioni. Il componente trave-pilastro, che trova perfetta sintesi nelle architetture realizzate per la Olivetti in Argentina e in Brasile, restituisce la capacità di concepire lo spazio della fabbrica come un unico oggetto, in cemento armato, in cui la riconoscibilità del sistema costruttivo diventa la chiave identificativa della fabbrica stessa.

Viaggio in Sud America. L’Olivetti di Marco Zanuso / DI MARI, Giuliana; Garda, EMILIA MARIA. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 432-443. (Intervento presentato al convegno Colloqui.AT.e 2021 tenutosi a Salerno nel 08-11 settembre).

Viaggio in Sud America. L’Olivetti di Marco Zanuso

Giuliana Di Mari;Emilia Garda
2021

Abstract

La società moderna trova la sua rappresentazione nell’immagine della fabbrica, luogo di lavoro e produzione, ma anche, e soprattutto, luogo di aggregazione sociale, di lotta politica, di vita pubbli- ca e privata. In questo contesto si colloca l’esperienza di Adriano Olivetti, il cui impegno è rivolto tanto al prodotto quanto alle problematiche architettoniche, urbanistiche, politiche e culturali intor- no alla fabbrica. Oltre a ricercare l’eccellenza in tutte le attività, l’azienda deve anche saper comu- nicare i suoi valori e costruire un’immagine che sia l’espressione veritiera della realtà aziendale. Olivetti cerca e ottiene la collaborazione di giovani e culturalmente impegnati architetti, urbanisti e sociologi; a loro chiede di garantire strutture architettoniche, organizzazione degli ambienti e del territorio capaci di far coesistere bellezza formale e funzionalità, miglioramento delle con- dizioni di lavoro nella fabbrica e della qualità di vita fuori di essa. Tra questi si inserisce Marco Zanuso, per il quale la fabbrica è il topos della progettazione, in cui si sintetizzano le teorie dell’industrializzazione edilizia. Designer alle differenti scale progettuali, Zanuso sperimenta le potenzialità dei materiali su forme ed elementi di architettura e di design. Per affrontare le questioni relative all’oggetto fabbrica, ri- trova nel cemento armato le possibilità di razionalizzare le fasi del processo compositivo, limitan- do i componenti a pochi modelli, in modo da creare una struttura portante immediatamente ricono- scibile nella sua sezione. In questo modo l’immagine della fabbrica è immagine di un sistema, non una costruzione astratta, appartenente a una ricerca compositiva a priori, esterna al processo stesso. Così la struttura ritrova il perfetto equilibrio tra tecnica e linguaggio espressivo, generatrice di spazi, di luce, di forme e di funzioni. Il componente trave-pilastro, che trova perfetta sintesi nelle architetture realizzate per la Olivetti in Argentina e in Brasile, restituisce la capacità di concepire lo spazio della fabbrica come un unico oggetto, in cemento armato, in cui la riconoscibilità del sistema costruttivo diventa la chiave identificativa della fabbrica stessa.
2021
978-88-96386-62-0
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