La progettazione urbana che, come ci ricorda anche Vítor Oliveira , storicamente si muove tra l’urban planning e l’architectural design, tende oggi ad allontanarsi da ogni logica pianificatoria, ormai chiaramente fallimentare, per avvicinarsi sempre più alla gestione dei processi di morfogenesi della città. In questo senso l’urban design si inserisce nel vasto campo della teoria della complessità, ponendosi come problema fondamentale il governo (o almeno il progetto) dell’indeterminatezza. Come ben spiega Michael Batty , si è passati dal concepire la città come una macchina, e quindi dal pensare alle sue trasformazioni come pianificabili, prevalentemente con un approccio top down, al considerare la città piuttosto come un organismo che si trasforma tramite processi evolutivi sempre più spesso guidati da meccanismi bottom up. L’approccio computazionale sembra ad oggi uno strumento ideale per gestire la complessità che caratterizza le evoluzioni urbane, ma fino ad ora è stato utilizzato quasi esclusivamente per progettare a partire da parametri quantitativi che caratterizzano le trasformazioni urbane prevalentemente a scala architettonica. Software più o meno raffinati hanno quindi simulato flussi di persone e di merci, gradienti di irraggiamento solare, densità e percentuali di superfici costruite perdendo di vista la forma della città. La scommessa della ricerca che qui si propone in una fase ancora iniziale, è quella di applicare gli strumenti computazionali, il cosiddetto approccio parametrico , alla città, lavorando sui parametri qualitativi.

(urban)Form follows parameters / Barosio, Michela. - In: U+D, URBANFORM AND DESIGN. - ISSN 2384-9207. - 16:(2021), pp. 24-29.

(urban)Form follows parameters

BAROSIO, MICHELA
2021

Abstract

La progettazione urbana che, come ci ricorda anche Vítor Oliveira , storicamente si muove tra l’urban planning e l’architectural design, tende oggi ad allontanarsi da ogni logica pianificatoria, ormai chiaramente fallimentare, per avvicinarsi sempre più alla gestione dei processi di morfogenesi della città. In questo senso l’urban design si inserisce nel vasto campo della teoria della complessità, ponendosi come problema fondamentale il governo (o almeno il progetto) dell’indeterminatezza. Come ben spiega Michael Batty , si è passati dal concepire la città come una macchina, e quindi dal pensare alle sue trasformazioni come pianificabili, prevalentemente con un approccio top down, al considerare la città piuttosto come un organismo che si trasforma tramite processi evolutivi sempre più spesso guidati da meccanismi bottom up. L’approccio computazionale sembra ad oggi uno strumento ideale per gestire la complessità che caratterizza le evoluzioni urbane, ma fino ad ora è stato utilizzato quasi esclusivamente per progettare a partire da parametri quantitativi che caratterizzano le trasformazioni urbane prevalentemente a scala architettonica. Software più o meno raffinati hanno quindi simulato flussi di persone e di merci, gradienti di irraggiamento solare, densità e percentuali di superfici costruite perdendo di vista la forma della città. La scommessa della ricerca che qui si propone in una fase ancora iniziale, è quella di applicare gli strumenti computazionali, il cosiddetto approccio parametrico , alla città, lavorando sui parametri qualitativi.
2021
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