La diaspora intellettuale che pervade il mondo architettonico impone di allargare lo sguardo. Cioè di mettere a confronto le (pretese) certezze disciplinari, le (ipotizzate) premesse metodologiche, le (presunte) conoscenze sul mondo, con discipline altre, in grado di apportare uno sguardo diverso sui medesimi fenomeni. Un’interazione non basata su un’invasione reciproca di campo, ma sull’idea che i medesimi oggetti su e con cui l’architetto opera siano oggetto di sguardi diversi. Mettere a confronto questi diversi punti di vista consente alle discipline di scardinare alcuni luoghi comuni che permeano le rispettive, assodate convinzioni, raggiungendo nuovi gradi di competenza. In questo senso, parte vitale del progetto è il suo sviluppo teorico: e quindi è vitale anche l’investimento in laboratori di natura teorico-progettuale. Da queste premesse, un gruppo di architetti e filosofi ha iniziato a collaborare sperimentando diverse forme di interazione e partendo da quelle più tradizionali: due cicli seminariali che, nati nella laurea triennale e magistrale e proseguita come corso di dottorato, stabiliscono anche una continuità tra i tre livelli di studio. Da queste esperienze sono nate due pubblicazioni che, nel riflettere il carattere transdisciplinare degli incontri, consentono di riflettere sugli esiti, rilanciandoli.
Il senso del progetto. Sperimentazioni seminariali tra architettura e filosofia / Deregibus, Carlo; Dutto, ANDREA ALBERTO; Cavedagna, Veronica; Giustiniano, Alberto; Leghissa, Giovanni; Palma, Riccardo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 58-60. (Intervento presentato al convegno Imparare Architettura I laboratori di progettazione e le pratiche di insegnamento. VII Forum di ProArch tenutosi a Milano nel 16-17 novembre 2018).
Il senso del progetto. Sperimentazioni seminariali tra architettura e filosofia
Deregibus Carlo;Dutto Andrea Alberto;Palma Riccardo
2019
Abstract
La diaspora intellettuale che pervade il mondo architettonico impone di allargare lo sguardo. Cioè di mettere a confronto le (pretese) certezze disciplinari, le (ipotizzate) premesse metodologiche, le (presunte) conoscenze sul mondo, con discipline altre, in grado di apportare uno sguardo diverso sui medesimi fenomeni. Un’interazione non basata su un’invasione reciproca di campo, ma sull’idea che i medesimi oggetti su e con cui l’architetto opera siano oggetto di sguardi diversi. Mettere a confronto questi diversi punti di vista consente alle discipline di scardinare alcuni luoghi comuni che permeano le rispettive, assodate convinzioni, raggiungendo nuovi gradi di competenza. In questo senso, parte vitale del progetto è il suo sviluppo teorico: e quindi è vitale anche l’investimento in laboratori di natura teorico-progettuale. Da queste premesse, un gruppo di architetti e filosofi ha iniziato a collaborare sperimentando diverse forme di interazione e partendo da quelle più tradizionali: due cicli seminariali che, nati nella laurea triennale e magistrale e proseguita come corso di dottorato, stabiliscono anche una continuità tra i tre livelli di studio. Da queste esperienze sono nate due pubblicazioni che, nel riflettere il carattere transdisciplinare degli incontri, consentono di riflettere sugli esiti, rilanciandoli.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2851610