I laboratori di architettura hanno, per definizione, carattere sperimentale: alcune regole del mondo reale vengono sospese, per poterne verificare altre. Inoltre, usualmente coinvolgono saperi diversi che concorrono al progetto: in senso fenomenologico-trascendentale, potremmo dire che i diversi saperi esplicitano modi di essere diversi del progetto, componendolo nei suoi aspetti di coerenza. Questa organizzazione si fonda sul concetto di competenze disciplinari specifiche (compositiva, tecnologica, strutturale...), che nel progetto trovano applicazione, secondo il dualismo tra conoscenza teorica e pratica che pervade la storia del pensiero occidentale. Tuttavia, in questo modo, non necessariamente si produce un aumento della consapevolezza parallelo e pari a quello della competenza. Spesso cioè gli studenti, pur avendo affrontato esami disciplinari specifici, non sono in grado di applicare il loro sapere al caso progettuale: e le soglie interdisciplinari sono i luoghi dove queste mancanze si palesano in modo più evidente. Nel corso degli anni, in situazioni temporali e organizzative tra loro molto diverse, una serie di esperienze didattiche mostrano che, in questo senso, l’uso combinato di software e modelli fisici può essere decisivo.
L’intuizione-atto e la competenza. Software e modelli fisici tra corporeità e virtualità / Deregibus, Carlo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 370-373. (Intervento presentato al convegno Imparare Architettura I laboratori di progettazione e le pratiche di insegnamento. VII Forum di ProArch tenutosi a Milano nel 16-17 novembre 2018).
L’intuizione-atto e la competenza. Software e modelli fisici tra corporeità e virtualità
CARLO DEREGIBUS
2019
Abstract
I laboratori di architettura hanno, per definizione, carattere sperimentale: alcune regole del mondo reale vengono sospese, per poterne verificare altre. Inoltre, usualmente coinvolgono saperi diversi che concorrono al progetto: in senso fenomenologico-trascendentale, potremmo dire che i diversi saperi esplicitano modi di essere diversi del progetto, componendolo nei suoi aspetti di coerenza. Questa organizzazione si fonda sul concetto di competenze disciplinari specifiche (compositiva, tecnologica, strutturale...), che nel progetto trovano applicazione, secondo il dualismo tra conoscenza teorica e pratica che pervade la storia del pensiero occidentale. Tuttavia, in questo modo, non necessariamente si produce un aumento della consapevolezza parallelo e pari a quello della competenza. Spesso cioè gli studenti, pur avendo affrontato esami disciplinari specifici, non sono in grado di applicare il loro sapere al caso progettuale: e le soglie interdisciplinari sono i luoghi dove queste mancanze si palesano in modo più evidente. Nel corso degli anni, in situazioni temporali e organizzative tra loro molto diverse, una serie di esperienze didattiche mostrano che, in questo senso, l’uso combinato di software e modelli fisici può essere decisivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/2851607