Quando disegnamo l’ambiente che ci circonda, per rilevarlo, conoscerlo o immortalarne quanto più ci ha colpito, ciò che tracciamo sul foglio non rimane estraneo alle nostre emozioni, più o meno controllate e consapevoli, che completano e interpretano il prevalente riferimento ai caratteri materiali colti visivamente. Il disegno, per la sua versatilità espressiva, è infatti lo strumento più adatto a esprimere quanto deriva dalla nostra conoscenza o percezione, integrato con altri stimoli che completano quelli della visione. Su questo presupposto si fonda l’esperienza didattica di un Workshop che qui presento. Il disegno vi ha narrato gli aspetti del Borgo Medievale di Torino a varie scale di osservazione e conoscenza, ed è stato affiancato da un’esperienza percettiva inizialmente al buio, in cui la vista è stata annullata per meglio capire quanto un non vedente colga dell’ambiente che lo circonda. Le sensazioni provate da docenti e studenti hanno poi supportato il tentativo di narrare (con un linguaggio grafico-pittorico volutamente non richiesto di definire con precisione le forme) quanto un architetto oggi non vedente ha percepito e colto dei luoghi visitati insieme. L’inedita esperienza (che ritengo interpreti lo spirito di questo Convegno) ha sensibilizzato i futuri architetti nel progettare con maggiore consapevolezza e sensibilità, e ha permesso a ciascuno dei partecipanti di dare voce attraverso il disegno alle proprie sensazioni e ai propri sentimenti. When we draw the environment surrounding us in order to measure it, understand it, or immortalize that which has most struck us, the marks we make on the paper do not remain detached from our emotions that – with different degrees of control and consciousness – complete and transliterate the main points of reference of visually absorbed tangible elements. Given its versatility of expression, the drawing is in fact the most suitable tool to express that which derives from our knowledge or perception, integrated with other stimuli that complete the ones provided by sight. This was the basis of the learning experience provided in a Workshop I shall present hereby. Drawings were used to describe the Borgo Medievale (medieval village) of Turin at different levels of observation and knowledge, and have been paired with a perception experience initially ‘in the dark’, for which the eyesight has been purposely erased to better understand how the blind grasp the entity of their surrounding environment. The feelings felt by teachers and students have then served as the starting point to attempt to narrate (by means of a graphic/pictorial language that was purposely not required to define shapes with precision) how an – on this occasion blind – architect has perceived and captured the places visited together. The unprecedented experience (which I believe expresses the spirit of this Conference) has raised awareness in the future architects to design with greater consciousness and sensitivity, and has allowed each of the participants to give voice to their emotions and feelings by means of drawing.

Oltre la visione: percezione, conoscenza, disegno, narrazione. Beyond vision: perception, knowledge, drawing, narration / Davico, Pia. - ELETTRONICO. - (2020), pp. 3225-3246. (Intervento presentato al convegno Connettere Connecting, un disegno per annodare e tessere, drawing for weaving relationships tenutosi a Reggio Calabria_Messina nel 18 settembre 2020).

Oltre la visione: percezione, conoscenza, disegno, narrazione. Beyond vision: perception, knowledge, drawing, narration.

Pia Davico
2020

Abstract

Quando disegnamo l’ambiente che ci circonda, per rilevarlo, conoscerlo o immortalarne quanto più ci ha colpito, ciò che tracciamo sul foglio non rimane estraneo alle nostre emozioni, più o meno controllate e consapevoli, che completano e interpretano il prevalente riferimento ai caratteri materiali colti visivamente. Il disegno, per la sua versatilità espressiva, è infatti lo strumento più adatto a esprimere quanto deriva dalla nostra conoscenza o percezione, integrato con altri stimoli che completano quelli della visione. Su questo presupposto si fonda l’esperienza didattica di un Workshop che qui presento. Il disegno vi ha narrato gli aspetti del Borgo Medievale di Torino a varie scale di osservazione e conoscenza, ed è stato affiancato da un’esperienza percettiva inizialmente al buio, in cui la vista è stata annullata per meglio capire quanto un non vedente colga dell’ambiente che lo circonda. Le sensazioni provate da docenti e studenti hanno poi supportato il tentativo di narrare (con un linguaggio grafico-pittorico volutamente non richiesto di definire con precisione le forme) quanto un architetto oggi non vedente ha percepito e colto dei luoghi visitati insieme. L’inedita esperienza (che ritengo interpreti lo spirito di questo Convegno) ha sensibilizzato i futuri architetti nel progettare con maggiore consapevolezza e sensibilità, e ha permesso a ciascuno dei partecipanti di dare voce attraverso il disegno alle proprie sensazioni e ai propri sentimenti. When we draw the environment surrounding us in order to measure it, understand it, or immortalize that which has most struck us, the marks we make on the paper do not remain detached from our emotions that – with different degrees of control and consciousness – complete and transliterate the main points of reference of visually absorbed tangible elements. Given its versatility of expression, the drawing is in fact the most suitable tool to express that which derives from our knowledge or perception, integrated with other stimuli that complete the ones provided by sight. This was the basis of the learning experience provided in a Workshop I shall present hereby. Drawings were used to describe the Borgo Medievale (medieval village) of Turin at different levels of observation and knowledge, and have been paired with a perception experience initially ‘in the dark’, for which the eyesight has been purposely erased to better understand how the blind grasp the entity of their surrounding environment. The feelings felt by teachers and students have then served as the starting point to attempt to narrate (by means of a graphic/pictorial language that was purposely not required to define shapes with precision) how an – on this occasion blind – architect has perceived and captured the places visited together. The unprecedented experience (which I believe expresses the spirit of this Conference) has raised awareness in the future architects to design with greater consciousness and sensitivity, and has allowed each of the participants to give voice to their emotions and feelings by means of drawing.
2020
9788835104490
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2846902