L’acqua dà il nome a un vero e proprio quartiere di Budapest: Víziváros. Il connubio tra acqua e città è forte e storicamente connotato, caratterizzando i giardini in modo particolare, sia in relazione alla presenza del fiume, sia in relazione alla quantità di sorgenti termali. L’acqua nei giardini ungheresi ha una lunga cittadinanza che va dalle cascate progettate nei giardini di Eszterháza, la grande residenza della famiglia principesca più importante del paese, ai tanti laghi pittoreschi presenti nei parchi paesaggistici realizzati in tutto il territorio, ed anche nella capitale in forma di parco pubblico, come nel caso del Városliget, realizzato su concorso a partire dal 1817. Ma è il fiume a giocare uno dei due ruoli principali dell’acqua nella capitale: l’isola Margherita costituisce una sorta di unicum: un giardino che è un’isola in mezzo al fiume, ribaltando il rapporto isola-giardino canonico e risalendo alla matrice dell’isola-giardino di Citera del Hypnerotomachia Poliphili. Una matrice modernizzata nelle forme, ancora, di un parco pubblico, già di proprietà degli Asburgo e venduto alla città nel 1908. Al Danubio si rapportava inoltre il parco (parte formale, parte paesaggistico) del Palatino d’Ungheria, Giuseppe, e al Danubio si lega, di livello in livello, il giardino del Palazzo Reale, progettato da Miklós Ybl nel 1875, il Várkert Bazár. Una soluzione per impedire la speculazione edilizia e mantenere aperto il rapporto visivo tra palazzo e fiume. A questi si lega il giardino roccioso con cascata realizzato a fine secolo da Alajos Hauszmann per l’imperatrice Sissi. Ma è nei complessi termali che l’acqua gioca il ruolo più singolare. Nelle terme Széchenyi, al centro del parco pubblico, si realizzano tra il 1927 e il 1931 le piscine della grande corte, come in un complesso degno di Diocleziano e Caracalla. Nel giardino delle terme & hotel Gellért viene realizzata nel 1927 la grande piscina all’aperto, fornita di onde artificiali e inserita in una sorta di ninfeo neobarocco. L’acqua sigla nelle terme Gellért la reinterpretazione del giardino storico riallestito per il jet set internazionale che visita la città tra le due guerre come in un film dei Telefoni bianchi.

Budapest, Víziváros. La città dell’acqua / Cornaglia, P.. - STAMPA. - (2019), pp. 83-94. (Intervento presentato al convegno Acqua, Giardini e Parchi: dal Teatro barocco al Paesaggio urbano tenutosi a Moncalieri (Torino) nel 12 aprile 2019).

Budapest, Víziváros. La città dell’acqua

Cornaglia P.
2019

Abstract

L’acqua dà il nome a un vero e proprio quartiere di Budapest: Víziváros. Il connubio tra acqua e città è forte e storicamente connotato, caratterizzando i giardini in modo particolare, sia in relazione alla presenza del fiume, sia in relazione alla quantità di sorgenti termali. L’acqua nei giardini ungheresi ha una lunga cittadinanza che va dalle cascate progettate nei giardini di Eszterháza, la grande residenza della famiglia principesca più importante del paese, ai tanti laghi pittoreschi presenti nei parchi paesaggistici realizzati in tutto il territorio, ed anche nella capitale in forma di parco pubblico, come nel caso del Városliget, realizzato su concorso a partire dal 1817. Ma è il fiume a giocare uno dei due ruoli principali dell’acqua nella capitale: l’isola Margherita costituisce una sorta di unicum: un giardino che è un’isola in mezzo al fiume, ribaltando il rapporto isola-giardino canonico e risalendo alla matrice dell’isola-giardino di Citera del Hypnerotomachia Poliphili. Una matrice modernizzata nelle forme, ancora, di un parco pubblico, già di proprietà degli Asburgo e venduto alla città nel 1908. Al Danubio si rapportava inoltre il parco (parte formale, parte paesaggistico) del Palatino d’Ungheria, Giuseppe, e al Danubio si lega, di livello in livello, il giardino del Palazzo Reale, progettato da Miklós Ybl nel 1875, il Várkert Bazár. Una soluzione per impedire la speculazione edilizia e mantenere aperto il rapporto visivo tra palazzo e fiume. A questi si lega il giardino roccioso con cascata realizzato a fine secolo da Alajos Hauszmann per l’imperatrice Sissi. Ma è nei complessi termali che l’acqua gioca il ruolo più singolare. Nelle terme Széchenyi, al centro del parco pubblico, si realizzano tra il 1927 e il 1931 le piscine della grande corte, come in un complesso degno di Diocleziano e Caracalla. Nel giardino delle terme & hotel Gellért viene realizzata nel 1927 la grande piscina all’aperto, fornita di onde artificiali e inserita in una sorta di ninfeo neobarocco. L’acqua sigla nelle terme Gellért la reinterpretazione del giardino storico riallestito per il jet set internazionale che visita la città tra le due guerre come in un film dei Telefoni bianchi.
2019
978-88-916-3250-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2780132