La riflessione proposta nasce nel quadro delle esperienze di ricerca dei due autori, quale confronto su temi comuni inerenti i ritorni alla montagna e lo studio dei regolamenti edilizi. La attuali dinamiche di “ripopolamento della montagna”, che nello scenario dei mutamenti climatici potrebbero acuirsi, impongono una riflessione sugli strumenti urbanistici e architettonici atti a gestirle. Se consideriamo vero che il filo su cui si gioca la partita del futuro per questi territori si colloca tra l’identità locale, la complessità e uno sguardo contemporaneo (Camanni 2003), comprendere come si possa gestire uno scenario di ritorno più intenso alle terre alte è di importanza primaria e probabilmente anche urgente. La cifra del ritorno è il riuso del patrimonio vernacolare e ordinario. Operare sul tessuto esistente necessita un ripensamento sia progettuale che procedurale. Da una parte serve un progetto multiscalare, architettonico e urbano che prenda le mosse da uno studio approfondito della storia e delle sue dinamiche. Dall’altra sarebbe necessario che i regolamenti edilizi, orientati verso una codificazione unitaria, non dimenticassero le specificità dei contesti montani. Ostana e Topolò costituiscono due situazioni emblematiche, ai margini dell’arco alpino. Saranno presentati il regolamento edilizio della prima, e lo studio che ha reso possibile un restauro parziale della seconda: rappresentano statuti codificati o condivisi fondati su una conoscenza sistematica del tessuto edilizio, raccolta ed elaborata dagli architetti sul territorio. La formulazione dei futuri regolamenti edilizi, quale sintesi progettuale, dovrebbe prendere le mosse da simili metodologie di indagine e conoscenza. Se dunque il valore delle Alpi dipende «soprattutto dal patrimonio ancora da costruire» (Jakob 2019), si conferma la necessità crescente di elaborare un nuovo concetto di patrimonio per la montagna, di cui il regolamento edilizio (tipo?) può, e forse deve, farsi interprete.

Tra storia e regolamento edilizio, tra immaginario e riuso, la sfida della montagna al ripopolamento / Barale, MICHELE FRANCESCO; Valcanover, Margherita. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 1720-1725. (Intervento presentato al convegno Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio tenutosi a Napoli nel 21-23 novembre 2019).

Tra storia e regolamento edilizio, tra immaginario e riuso, la sfida della montagna al ripopolamento

Michele Francesco Barale;Margherita Valcanover
2019

Abstract

La riflessione proposta nasce nel quadro delle esperienze di ricerca dei due autori, quale confronto su temi comuni inerenti i ritorni alla montagna e lo studio dei regolamenti edilizi. La attuali dinamiche di “ripopolamento della montagna”, che nello scenario dei mutamenti climatici potrebbero acuirsi, impongono una riflessione sugli strumenti urbanistici e architettonici atti a gestirle. Se consideriamo vero che il filo su cui si gioca la partita del futuro per questi territori si colloca tra l’identità locale, la complessità e uno sguardo contemporaneo (Camanni 2003), comprendere come si possa gestire uno scenario di ritorno più intenso alle terre alte è di importanza primaria e probabilmente anche urgente. La cifra del ritorno è il riuso del patrimonio vernacolare e ordinario. Operare sul tessuto esistente necessita un ripensamento sia progettuale che procedurale. Da una parte serve un progetto multiscalare, architettonico e urbano che prenda le mosse da uno studio approfondito della storia e delle sue dinamiche. Dall’altra sarebbe necessario che i regolamenti edilizi, orientati verso una codificazione unitaria, non dimenticassero le specificità dei contesti montani. Ostana e Topolò costituiscono due situazioni emblematiche, ai margini dell’arco alpino. Saranno presentati il regolamento edilizio della prima, e lo studio che ha reso possibile un restauro parziale della seconda: rappresentano statuti codificati o condivisi fondati su una conoscenza sistematica del tessuto edilizio, raccolta ed elaborata dagli architetti sul territorio. La formulazione dei futuri regolamenti edilizi, quale sintesi progettuale, dovrebbe prendere le mosse da simili metodologie di indagine e conoscenza. Se dunque il valore delle Alpi dipende «soprattutto dal patrimonio ancora da costruire» (Jakob 2019), si conferma la necessità crescente di elaborare un nuovo concetto di patrimonio per la montagna, di cui il regolamento edilizio (tipo?) può, e forse deve, farsi interprete.
2019
978-88-909054-9-0
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