La città di Salonicco dopo oltre quattrocento anni di dominazione turca (1430-1912) viene reintegrata nel territorio ellenico. Solo a seguito dei conflitti bellici che hanno interessato l’est Europa e il grande incendio (1917) che distrugge tre quarti della città, si pensa che la ricostruzione possa essere l’occasione per avviare, attraverso la forma urbana, un processo di integrazione nazionale. Una situazione complicata se si pensa che, dal censimento del 1913, gli abitanti pari a circa 157.000 sono maggiormente distribuiti fra greci (40.000), mussulmani (45.000) e popolazione ebraica (61.000). Il progetto per la nuova Salonicco, elaborato da Ernest Hébrand (1918), segue tutti i dettami della pianificazione europea dell’epoca (attenta all’igiene e al decoro) prevedendo tabula rasa con il passato, disegnando una nuova maglia urbana ortogonale, con nuovi spazi pubblici, escludendo completamente l’identità della Salonicco Ottomana. Le migrazioni, le deportazioni, i profughi e i rifugiati intrecciano storie diverse, accomunano drammi e tragedie, così le numerose difficoltà riscontrate nell’attuare il piano Hébrand mostrano un adattamento alle condizioni del luogo, e all’accoglienza come la permanenza di alcuni quartieri, le strade e le case tradizionali di Ano Poli, di matrice turca, posto sulla parte alta della città.

Salonicco, intrecci culturali, patrimoni condivisi / LA DELFA, Giulia; Gron, Silvia; Gkrimpa, Eleni. - STAMPA. - Multiethnic cities in the Mediterranean world. History, culture, heritage:(2019), pp. 61-72. (Intervento presentato al convegno La città multietnica del mondo mediterraneo. Storia, cultura, patrimonio tenutosi a Genova (IT) nel 4-5 giugno 2018).

Salonicco, intrecci culturali, patrimoni condivisi

Giulia La Delfa;Silvia Gron;Eleni Gkrimpa
2019

Abstract

La città di Salonicco dopo oltre quattrocento anni di dominazione turca (1430-1912) viene reintegrata nel territorio ellenico. Solo a seguito dei conflitti bellici che hanno interessato l’est Europa e il grande incendio (1917) che distrugge tre quarti della città, si pensa che la ricostruzione possa essere l’occasione per avviare, attraverso la forma urbana, un processo di integrazione nazionale. Una situazione complicata se si pensa che, dal censimento del 1913, gli abitanti pari a circa 157.000 sono maggiormente distribuiti fra greci (40.000), mussulmani (45.000) e popolazione ebraica (61.000). Il progetto per la nuova Salonicco, elaborato da Ernest Hébrand (1918), segue tutti i dettami della pianificazione europea dell’epoca (attenta all’igiene e al decoro) prevedendo tabula rasa con il passato, disegnando una nuova maglia urbana ortogonale, con nuovi spazi pubblici, escludendo completamente l’identità della Salonicco Ottomana. Le migrazioni, le deportazioni, i profughi e i rifugiati intrecciano storie diverse, accomunano drammi e tragedie, così le numerose difficoltà riscontrate nell’attuare il piano Hébrand mostrano un adattamento alle condizioni del luogo, e all’accoglienza come la permanenza di alcuni quartieri, le strade e le case tradizionali di Ano Poli, di matrice turca, posto sulla parte alta della città.
2019
978-88-31277-00-6
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