La diffusione del container come unità di trasporto intermodale di merci nasce negli Stati Uniti da un’idea innovativa dell’imprenditore Malcom McLean, che nel 1956 rivoluziona completamente il sistema di gestione e spedizione delle merci, standardizzando e ottimizzando le procedure. Le peculiari caratteristiche del container, quali la modularità dimensionale, l’elevata resistenza meccanica e la struttura autoportante, unite alla facilità di trasporto, all’elevata disponibilità e al basso costo, ne hanno ben presto suggerito l’impiego a fini abitativi. Dopo le prime esperienze progettuali mirate a ricavare un appartamento da un singolo cassone in acciaio e calibrate sulle esigenze dei cosiddetti “nomadi urbani”, segue la sperimentazione relativa al riuso dei container come piccole case di vacanza, fino al trend più recente dove i contenitori metallici diventano il modulo base di abitazioni ad uso permanente. In esse si osserva la crescente contaminazione tra tecniche costruttive tradizionali e soluzioni tecniche innovative al fine di assicurare un livello di confort ottimale agli spazi interni. Lo studio intende contribuire alla riflessione critica sul concetto di edilizia circolare attraverso l’analisi della caratterizzazione progettuale, tecnologica e costruttiva della casa container contemporanea, a partire dalle realizzazioni più significative. Essa infatti rappresenta una delle esperienze più singolari di riciclo di materiali, di rigenerazione a nuova vita di un elemento di scarto proveniente da una filiera produttiva differente da quella delle costruzioni, di ottimizzazione dei processi costruttivi e infine di sperimentazione avanzata di tecniche di retrofit efficaci e sostenibili.
Modulare, resiliente, riciclata: la casa container / Garda, EMILIA MARIA; Mangosio, Marika; Pagliuso, Claudio. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 665-674. (Intervento presentato al convegno Colloqui.AT.e 2018. Edilizia circolare tenutosi a Cagliari (I) nel 12-14 settembre 2018).
Modulare, resiliente, riciclata: la casa container
Emilia Maria Garda;Marika Mangosio;
2018
Abstract
La diffusione del container come unità di trasporto intermodale di merci nasce negli Stati Uniti da un’idea innovativa dell’imprenditore Malcom McLean, che nel 1956 rivoluziona completamente il sistema di gestione e spedizione delle merci, standardizzando e ottimizzando le procedure. Le peculiari caratteristiche del container, quali la modularità dimensionale, l’elevata resistenza meccanica e la struttura autoportante, unite alla facilità di trasporto, all’elevata disponibilità e al basso costo, ne hanno ben presto suggerito l’impiego a fini abitativi. Dopo le prime esperienze progettuali mirate a ricavare un appartamento da un singolo cassone in acciaio e calibrate sulle esigenze dei cosiddetti “nomadi urbani”, segue la sperimentazione relativa al riuso dei container come piccole case di vacanza, fino al trend più recente dove i contenitori metallici diventano il modulo base di abitazioni ad uso permanente. In esse si osserva la crescente contaminazione tra tecniche costruttive tradizionali e soluzioni tecniche innovative al fine di assicurare un livello di confort ottimale agli spazi interni. Lo studio intende contribuire alla riflessione critica sul concetto di edilizia circolare attraverso l’analisi della caratterizzazione progettuale, tecnologica e costruttiva della casa container contemporanea, a partire dalle realizzazioni più significative. Essa infatti rappresenta una delle esperienze più singolari di riciclo di materiali, di rigenerazione a nuova vita di un elemento di scarto proveniente da una filiera produttiva differente da quella delle costruzioni, di ottimizzazione dei processi costruttivi e infine di sperimentazione avanzata di tecniche di retrofit efficaci e sostenibili.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2726226
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