La riflessione, a partire dal libro di Marco Revelli “Non ti riconosco” e da un dilalogo con l'autore, si relaziona con un tema oggi più che mai attuale per le città italiane che consiste in una certa incapacità (o quanto meno in un silenzio o in un’apparente rinuncia) dell’urbanistica (ed in particolare della pianificazione, anche di quella non tradizionale) a gestire il crescente e veloce mutamento delle condizioni dei territori e soprattutto dell’urbano. L’attuale crisi e l’incerta prospettiva richiedono invece che la dimensione fisica assuma un ruolo centrale nel determinare spazialmente la metafora stessa di una società che cambia i propri modelli e i propri desideri. Ciò va colto come un grido doloroso ma anche come sfida per questa fase del processo di urbanesimo, in cui le città e la loro pianificazione, non sono in grado di garantire forme adeguate di cittadinanza e di coesione; una fase in cui l’inclusione sociale dovrebbe assumere un ruolo centrale. Per contro, la realtà ci mette di fronte ad una “produzione” di città senza cittadini, ovvero non-città che dissolvono allo stesso tempo forma fisica (urbs) e società (civitas) e che non si identificano in un’accezione plurale di democrazia (polis).

Valori e nuova pianificazione. Considerazioni sull’Urbanistica a partire da un dialogo con Marco Revelli su “Non ti riconosco” | Value and new approach to planning: considerations on urbanism based on a conversation with Marco Revelli about his book, “Non ti riconosco” / Barbieri, Carlo Alberto; Caldarice, Ombretta. - In: URBANISTICA. - ISSN 0042-1022. - STAMPA. - 159:(2017), pp. 10-15.

Valori e nuova pianificazione. Considerazioni sull’Urbanistica a partire da un dialogo con Marco Revelli su “Non ti riconosco” | Value and new approach to planning: considerations on urbanism based on a conversation with Marco Revelli about his book, “Non ti riconosco”

Barbieri, Carlo Alberto;Caldarice, Ombretta
2017

Abstract

La riflessione, a partire dal libro di Marco Revelli “Non ti riconosco” e da un dilalogo con l'autore, si relaziona con un tema oggi più che mai attuale per le città italiane che consiste in una certa incapacità (o quanto meno in un silenzio o in un’apparente rinuncia) dell’urbanistica (ed in particolare della pianificazione, anche di quella non tradizionale) a gestire il crescente e veloce mutamento delle condizioni dei territori e soprattutto dell’urbano. L’attuale crisi e l’incerta prospettiva richiedono invece che la dimensione fisica assuma un ruolo centrale nel determinare spazialmente la metafora stessa di una società che cambia i propri modelli e i propri desideri. Ciò va colto come un grido doloroso ma anche come sfida per questa fase del processo di urbanesimo, in cui le città e la loro pianificazione, non sono in grado di garantire forme adeguate di cittadinanza e di coesione; una fase in cui l’inclusione sociale dovrebbe assumere un ruolo centrale. Per contro, la realtà ci mette di fronte ad una “produzione” di città senza cittadini, ovvero non-città che dissolvono allo stesso tempo forma fisica (urbs) e società (civitas) e che non si identificano in un’accezione plurale di democrazia (polis).
2017
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
U159_Barbieri e Caldarice.pdf

non disponibili

Descrizione: Articolo autori e indice Rivista
Tipologia: 2a Post-print versione editoriale / Version of Record
Licenza: Non Pubblico - Accesso privato/ristretto
Dimensione 4.55 MB
Formato Adobe PDF
4.55 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2714562