Nell’ambito della Percezione del mondo che ci circonda, il concetto di Pensiero Visivo si origina dal contrasto tra due termini relativi: la cognizione mentale e la percezione visiva. Possiamo considerare questa tipologia di Pensiero allo stesso tempo come generatore ed esito di quei modelli mentali che, anche grazie alle loro funzioni, possono essere capaci di «restituire l’architettura al suo compito millenario: l’elaborazione materiale e simbolica dello spazio vitale dell’uomo». È possibile trovare molteplici e differenti definizioni del Pensiero Visivo: storiche, clinico-scientifiche e neuro-scientifiche, antropologiche, fenomenologiche e anche metaforiche. In questa direzione, Rudolf Arnheim (1904-2007) contribuì con i propri studi e con le sue idee originali. Egli diede seguito a numerosi e affascinanti studi su: Pensiero Visuale, Psicologia dell’Arte, Dinamica della Forma Architettonica e Potere del Centro. Lo studio dei suoi contributi permette di far emergere il ruolo della Visione come parametro del progetto architettonico e artistico. Nel sostenere che «chi poco vede niente pensa», l’architetto Filippo Juvarra intendeva sottolineare come l’uomo non potesse intrattenere relazioni interattive, conscie e costruttive con il mondo intorno a senza lasciarsi guidare in primo luogo dalla propria Visione. Il contributo si propone di applicare alcune delle teorie di Arnheim sulla Visione, come elaborate in particolare ne il Potere del Centro e ne La Dinamica della Forma Architettonica, attraverso una rivisitazione critica di alcuni disegni di Filippo Juvarra (senza dimenticare che l’architetto è tuttora ampiamente conosciuto per il suo particolare approccio tra il valore di indicazione progettuale e la funzione concettuale dei suoi schizzi e disegni).
Il pensiero visivo e l’architettura: una possibile sperimentazione / Marotta, A.; Pavignano, M.. - STAMPA. - I:(2018), pp. 217-224. (Intervento presentato al convegno XVII EGA International Conference 2018 tenutosi a Alicante nel 31 maggio - 01 giugno 2018).
Il pensiero visivo e l’architettura: una possibile sperimentazione
marotta a.;pavignano m.
2018
Abstract
Nell’ambito della Percezione del mondo che ci circonda, il concetto di Pensiero Visivo si origina dal contrasto tra due termini relativi: la cognizione mentale e la percezione visiva. Possiamo considerare questa tipologia di Pensiero allo stesso tempo come generatore ed esito di quei modelli mentali che, anche grazie alle loro funzioni, possono essere capaci di «restituire l’architettura al suo compito millenario: l’elaborazione materiale e simbolica dello spazio vitale dell’uomo». È possibile trovare molteplici e differenti definizioni del Pensiero Visivo: storiche, clinico-scientifiche e neuro-scientifiche, antropologiche, fenomenologiche e anche metaforiche. In questa direzione, Rudolf Arnheim (1904-2007) contribuì con i propri studi e con le sue idee originali. Egli diede seguito a numerosi e affascinanti studi su: Pensiero Visuale, Psicologia dell’Arte, Dinamica della Forma Architettonica e Potere del Centro. Lo studio dei suoi contributi permette di far emergere il ruolo della Visione come parametro del progetto architettonico e artistico. Nel sostenere che «chi poco vede niente pensa», l’architetto Filippo Juvarra intendeva sottolineare come l’uomo non potesse intrattenere relazioni interattive, conscie e costruttive con il mondo intorno a senza lasciarsi guidare in primo luogo dalla propria Visione. Il contributo si propone di applicare alcune delle teorie di Arnheim sulla Visione, come elaborate in particolare ne il Potere del Centro e ne La Dinamica della Forma Architettonica, attraverso una rivisitazione critica di alcuni disegni di Filippo Juvarra (senza dimenticare che l’architetto è tuttora ampiamente conosciuto per il suo particolare approccio tra il valore di indicazione progettuale e la funzione concettuale dei suoi schizzi e disegni).| File | Dimensione | Formato | |
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