Nel panorama italiano Torino, riconosciuta fin dagli inizi del XX secolo come una delle principali «città dell’industria», è fatta oggetto di un processo di rinnovamento sociale – il cui inizio è individuabile verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso – che la sta ridefinendo nei termini di una città del turismo e della cultura (Colleoni e Guerisoli 2014). Tra le varie iniziative di promozione adottate dall’amministrazione locale si deve ricordare “Luci d’artista”, nata nel 1998 e inizialmente proposta per le festività natalizie. La manifestazione è divenuta nel tempo parte integrante del sistema di comunicazione e valorizzazione ContemporaryArt Torino Piemonte e coniuga l’utilizzo del colore come elemento principe nella creazione dei nessi bidirezionali tra contesto, installazione e fruitore (Benzecry 2015). Il progetto, in prima istanza pensato per attrarre maggiormente il pubblico nel centro città (durante il periodo citato), prevede il posizionamento di numerose installazioni luminose, progettate da artisti di fama nazionale e internazionale, negli spazi urbani della Città (Testore e Verri 1998). Volendo raccogliere gli esempi per categorie, in modo sistematico (secondo due parametri, quello della configurazione intrinseca e quello del rapporto con il contesto), le opere artistiche, suddivisibili in elementi di natura puntuale, lineare ed areale, dialogano direttamente con il contesto urbano, costruendo anche relazioni percettive – soggettive e/o oggettive – e dando vita ad un insieme articolato di nuove e infinte declinazioni dello spazio. L’edizione appena inaugurata (novembre 2016) si amplia cogliendo gli stimoli della contemporaneità “social” (vissuta nella dimensione condivisa e proattiva) con l’installazione #MosaicoTorino che vede proprio nel colore la connessione strutturale tra l’opera, il contesto urbano e gli utenti, che diventano nello stesso tempo fruitori e autori. Il colore si rivela quindi parte attiva di questo processo di trasformazione, aprendo un canale privilegiato di comunicazione – percettivo ma non solo – multisensoriale e multi-scalare, capace di veicolare nuovi valori semantici nella fruizione maggiormente partecipata degli spazi pubblici.
Luci d’artista a Torino: visioni dalla cultura del colore / Marotta, Anna; Zich, Ursula; Pavignano, Martino. - ELETTRONICO. - XIII - A:(2017), pp. 138-149. (Intervento presentato al convegno XIII Conferenza del Colore tenutosi a Napoli nel 04, 05 settembre 2017).
Luci d’artista a Torino: visioni dalla cultura del colore
MAROTTA, Anna;ZICH, Ursula;PAVIGNANO, MARTINO
2017
Abstract
Nel panorama italiano Torino, riconosciuta fin dagli inizi del XX secolo come una delle principali «città dell’industria», è fatta oggetto di un processo di rinnovamento sociale – il cui inizio è individuabile verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso – che la sta ridefinendo nei termini di una città del turismo e della cultura (Colleoni e Guerisoli 2014). Tra le varie iniziative di promozione adottate dall’amministrazione locale si deve ricordare “Luci d’artista”, nata nel 1998 e inizialmente proposta per le festività natalizie. La manifestazione è divenuta nel tempo parte integrante del sistema di comunicazione e valorizzazione ContemporaryArt Torino Piemonte e coniuga l’utilizzo del colore come elemento principe nella creazione dei nessi bidirezionali tra contesto, installazione e fruitore (Benzecry 2015). Il progetto, in prima istanza pensato per attrarre maggiormente il pubblico nel centro città (durante il periodo citato), prevede il posizionamento di numerose installazioni luminose, progettate da artisti di fama nazionale e internazionale, negli spazi urbani della Città (Testore e Verri 1998). Volendo raccogliere gli esempi per categorie, in modo sistematico (secondo due parametri, quello della configurazione intrinseca e quello del rapporto con il contesto), le opere artistiche, suddivisibili in elementi di natura puntuale, lineare ed areale, dialogano direttamente con il contesto urbano, costruendo anche relazioni percettive – soggettive e/o oggettive – e dando vita ad un insieme articolato di nuove e infinte declinazioni dello spazio. L’edizione appena inaugurata (novembre 2016) si amplia cogliendo gli stimoli della contemporaneità “social” (vissuta nella dimensione condivisa e proattiva) con l’installazione #MosaicoTorino che vede proprio nel colore la connessione strutturale tra l’opera, il contesto urbano e gli utenti, che diventano nello stesso tempo fruitori e autori. Il colore si rivela quindi parte attiva di questo processo di trasformazione, aprendo un canale privilegiato di comunicazione – percettivo ma non solo – multisensoriale e multi-scalare, capace di veicolare nuovi valori semantici nella fruizione maggiormente partecipata degli spazi pubblici.File | Dimensione | Formato | |
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