giocato da sviluppatori no-profit sia nella gestione che nella riconfigurazione spaziale di strutture e infrastrutture industriali offerte da ciascun territorio. Viene approfondito il caso della Regional Industrial Development Corporation (RIDC) che agisce nell’area metropolitana di Pittsburgh, PA. In risposta alla deindustrializzazione, la RIDC si fa carico di quelle economie materiali locali –urban manufacturing– lasciate indietro dalle scelte imprenditoriali delle grandi corporazioni. Questo si unisce alla volontà/necessità di recuperare aree dismesse o sotto utilizzate, riadattandole ai cambiamenti in corso nel settore industriale e dell’innovazione. Due casi di riuso di siti industriali sono messi a confronto: il Lawrenceville Technology Center e Keystone Commons, entrambi riconfigurati da mono a multi-impresa, ma che si distinguono per tipologia e dimensione dell’impianto industriale esistente e per contesto socio-economico di riferimento. Localizzazione e contesto guidano le scelte strategiche e le possibili riconfigurazioni per ciascuna area industriale, con l’obiettivo di catalizzare processi di re-urbanizzazione o accesso alla città.
Reindustrializzazione e no-profit: Pittsburgh e il caso della Regional Industrial Development Corporation / Ingaramo, Roberta; Montipo, Caterina. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 1916-1926. (Intervento presentato al convegno XX Conferenza Nazionale SIU URBANISTICA È/E AZIONE PUBBLICA. LA RESPONSABILITÀ DELLA PROPOSTA. tenutosi a Roma-Milano nel 12-14 Giugno 2017).
Reindustrializzazione e no-profit: Pittsburgh e il caso della Regional Industrial Development Corporation
INGARAMO, ROBERTA;MONTIPO, CATERINA
2017
Abstract
giocato da sviluppatori no-profit sia nella gestione che nella riconfigurazione spaziale di strutture e infrastrutture industriali offerte da ciascun territorio. Viene approfondito il caso della Regional Industrial Development Corporation (RIDC) che agisce nell’area metropolitana di Pittsburgh, PA. In risposta alla deindustrializzazione, la RIDC si fa carico di quelle economie materiali locali –urban manufacturing– lasciate indietro dalle scelte imprenditoriali delle grandi corporazioni. Questo si unisce alla volontà/necessità di recuperare aree dismesse o sotto utilizzate, riadattandole ai cambiamenti in corso nel settore industriale e dell’innovazione. Due casi di riuso di siti industriali sono messi a confronto: il Lawrenceville Technology Center e Keystone Commons, entrambi riconfigurati da mono a multi-impresa, ma che si distinguono per tipologia e dimensione dell’impianto industriale esistente e per contesto socio-economico di riferimento. Localizzazione e contesto guidano le scelte strategiche e le possibili riconfigurazioni per ciascuna area industriale, con l’obiettivo di catalizzare processi di re-urbanizzazione o accesso alla città.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2686972
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