L'architecture est une expression de la culture. La création architecturale, la qualité des constructions, leur insertion harmonieuse dans le milieu environnant, le respect des paysages naturels ou urbains ainsi que du patrimoine sont d'intérêt public. Les autorités habilitées à délivrer le permis de construire ainsi que les autorisations de lotir s'assurent, au cours de l'instruction des demandes, du respect de cet intérêt. (art 1, Loi n° 77-2 du 3 janvier 1977 sur l'architecture - Version consolidée au 24 mars 2012). La legge francese pone una serie di principi, dichiarando di interesse pubblico la qualità dell’architettura ed è proprio questo interesse che impone a chi si occupa di scuole di architettura e quindi del progetto una responsabilità difficile da assolvere. Quali strumenti sono in possesso di chi si occupa di progetto come prodotto non solo tecnico ma anche scientifico, capace di riscrivere una realtà urbana o un singolo elemento architettonico in modo convincente e rispettoso di interessi collettivi più o meno estesi? Gabetti nei suoi scritti negli anni ’90, auspicava una confluenza di competenze diverse, per non cadere nella retorica dell’interdisciplinarità, verso una ricerca architettonica intesa…“dal cucchiaio alla città”, confluenza funzionale alla individuazione e alla soluzione di specifici problemi. Ma il progetto diviene strumento di questa ricerca o esso stesso è ricerca? Se al progetto viene attribuito il valore di strumento di indagine scientifica, riflessioni sugli esiti, le ipotesi e le previsioni, per noi architetti scenari, del metodo scientifico, a cui aspirare possono guidare il percorso di lavoro anche attraverso processi partecipati che seguono le differenti fasi fino alla discussione finale o verifica degli scenari proposti. In questo contesto si colloca un’attività di progettazione svolta, attraverso un workshop e un concorso di progettazione, su un ambito territorialmente esteso lungo il margine fluviale della Stura a Torino. Articolato in più fasi, con discussioni seminariali con istituzioni e stakeholders locali, il lavoro di ricerca è stato portato avanti nel 2014 con una fase conclusiva di critica sugli esiti che ha coinvolto esperti internazionali, che hanno contribuito inoltre alla valutazione degli elaborati del concorso d’idee. I progetti frutto di un lavoro svolto nel corso di circa tre mesi, avendo coinvolto studenti di architettura, pianificazione e ingegneria ambientale, propongono visioni dove l’architettura diviene mezzo per comprendere e ridisegnare ambiti spesso caratterizzati da un alto livello di inquinamento del suolo o degli edifici, dove pertanto la componente ambientale diviene riferimento per una riflessione più ampia su un progetto capace di confrontarsi con fattività e tempistiche non convenzionali.
Il progetto attraverso scenari / Ingaramo, Roberta. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 118-121. (Intervento presentato al convegno Per la qualità della formazione in architettura. Atti del V Forum dell'Associazione Nazionale dei Docenti di Progettazione Architettonica ICAR 14-15-16 tenutosi a Palermo nel 13-14 novembre 2015).
Il progetto attraverso scenari
INGARAMO, ROBERTA
2016
Abstract
L'architecture est une expression de la culture. La création architecturale, la qualité des constructions, leur insertion harmonieuse dans le milieu environnant, le respect des paysages naturels ou urbains ainsi que du patrimoine sont d'intérêt public. Les autorités habilitées à délivrer le permis de construire ainsi que les autorisations de lotir s'assurent, au cours de l'instruction des demandes, du respect de cet intérêt. (art 1, Loi n° 77-2 du 3 janvier 1977 sur l'architecture - Version consolidée au 24 mars 2012). La legge francese pone una serie di principi, dichiarando di interesse pubblico la qualità dell’architettura ed è proprio questo interesse che impone a chi si occupa di scuole di architettura e quindi del progetto una responsabilità difficile da assolvere. Quali strumenti sono in possesso di chi si occupa di progetto come prodotto non solo tecnico ma anche scientifico, capace di riscrivere una realtà urbana o un singolo elemento architettonico in modo convincente e rispettoso di interessi collettivi più o meno estesi? Gabetti nei suoi scritti negli anni ’90, auspicava una confluenza di competenze diverse, per non cadere nella retorica dell’interdisciplinarità, verso una ricerca architettonica intesa…“dal cucchiaio alla città”, confluenza funzionale alla individuazione e alla soluzione di specifici problemi. Ma il progetto diviene strumento di questa ricerca o esso stesso è ricerca? Se al progetto viene attribuito il valore di strumento di indagine scientifica, riflessioni sugli esiti, le ipotesi e le previsioni, per noi architetti scenari, del metodo scientifico, a cui aspirare possono guidare il percorso di lavoro anche attraverso processi partecipati che seguono le differenti fasi fino alla discussione finale o verifica degli scenari proposti. In questo contesto si colloca un’attività di progettazione svolta, attraverso un workshop e un concorso di progettazione, su un ambito territorialmente esteso lungo il margine fluviale della Stura a Torino. Articolato in più fasi, con discussioni seminariali con istituzioni e stakeholders locali, il lavoro di ricerca è stato portato avanti nel 2014 con una fase conclusiva di critica sugli esiti che ha coinvolto esperti internazionali, che hanno contribuito inoltre alla valutazione degli elaborati del concorso d’idee. I progetti frutto di un lavoro svolto nel corso di circa tre mesi, avendo coinvolto studenti di architettura, pianificazione e ingegneria ambientale, propongono visioni dove l’architettura diviene mezzo per comprendere e ridisegnare ambiti spesso caratterizzati da un alto livello di inquinamento del suolo o degli edifici, dove pertanto la componente ambientale diviene riferimento per una riflessione più ampia su un progetto capace di confrontarsi con fattività e tempistiche non convenzionali.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2680445
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