Nell’attuale riconosciuta fase di grandi cambiamenti epocali, in cui l’efficacia e la fondatezza delle tecniche e degli strumenti urbanistici sono oggetto di significative valutazioni e riconsiderazioni, è necessario tornare a riflettere sulla nozione di welfare urbano e sul ruolo che gli standard urbanistici hanno avuto, con tempi e modalità differenti nelle diverse realtà regionali, nella progettazione e costruzione della città pubblica italiana e sul tipo di “saperi” che fino ad oggi se ne sono occupati nella prospettiva di una loro riformulazione ed innovazione. In questo senso appare fertile un percorso di indagine che si interroga su quale è stato e qual è attualmente l’approccio dei piani urbanistici agli standard e quali potrebbero essere le finalità, i modi e i contenuti per riformarne i metodi di pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione. A partire da queste considerazioni, il paper affronta, attraverso la lettura di strumenti di governo del territorio e il confronto di casi, il Piano dei servizi introdotto in Lombardia dalla Legge 12/2005 che si basa sulla riduzione della prescrittività dell’approccio quantitativo/fondiario a favore di uno prestazionale, relazionato alla sufficienza e congruità dei servizi offerti rispetto ai potenziali utilizzatori. A partire dall’ipotesi che il metodo della pianificazione possa fornire le basi etiche per le scelte che attengono alle città e ai relativi spazi del welfare, obiettivo del contributo è trarre dalla lettura critico-comparativa di tre Piani dei servizi prime ipotesi di lavoro per una riformulazione della tradizionale nozione di standard.
Standard Urbanistici e Governo del Territorio. Dalle dotazioni minime al welfare urbano? / Caldarice, Ombretta; Giaimo, Carolina. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 736-744. (Intervento presentato al convegno URBANISTICA È/E AZIONE PUBBLICA. LA RESPONSABILITÀ DELLA PROPOSTA. tenutosi a XX Conferenza Nazionale SIU, Roma, Facoltà di Architettura La Sapienza nel 12-14 giugno 2017).
Standard Urbanistici e Governo del Territorio. Dalle dotazioni minime al welfare urbano?
CALDARICE, OMBRETTA;GIAIMO, CAROLINA
2017
Abstract
Nell’attuale riconosciuta fase di grandi cambiamenti epocali, in cui l’efficacia e la fondatezza delle tecniche e degli strumenti urbanistici sono oggetto di significative valutazioni e riconsiderazioni, è necessario tornare a riflettere sulla nozione di welfare urbano e sul ruolo che gli standard urbanistici hanno avuto, con tempi e modalità differenti nelle diverse realtà regionali, nella progettazione e costruzione della città pubblica italiana e sul tipo di “saperi” che fino ad oggi se ne sono occupati nella prospettiva di una loro riformulazione ed innovazione. In questo senso appare fertile un percorso di indagine che si interroga su quale è stato e qual è attualmente l’approccio dei piani urbanistici agli standard e quali potrebbero essere le finalità, i modi e i contenuti per riformarne i metodi di pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione. A partire da queste considerazioni, il paper affronta, attraverso la lettura di strumenti di governo del territorio e il confronto di casi, il Piano dei servizi introdotto in Lombardia dalla Legge 12/2005 che si basa sulla riduzione della prescrittività dell’approccio quantitativo/fondiario a favore di uno prestazionale, relazionato alla sufficienza e congruità dei servizi offerti rispetto ai potenziali utilizzatori. A partire dall’ipotesi che il metodo della pianificazione possa fornire le basi etiche per le scelte che attengono alle città e ai relativi spazi del welfare, obiettivo del contributo è trarre dalla lettura critico-comparativa di tre Piani dei servizi prime ipotesi di lavoro per una riformulazione della tradizionale nozione di standard.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2673528
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