Nel Settecento il carcere si trasforma da luogo di custodia dell’imputato in attesa di condanna a luogo di detenzione del condannato, che viene rieducato attraverso la privazione della libertà. Mentre il dibattito politico sulle finalità della detenzione si orienta verso una progressiva umanizzazione della pena, nel corso dell’Ottocento si assiste alla diffusione di nuovi modelli di edifici penitenziari, intesi come risposta architettonica a uno specifico problema sociale. Tra i nuovi tipi edilizi individuati nella riforma attuata dal governo italiano all’indomani dell’Unità, figura il carcere giudiziario basato sul sistema dell’isolamento assoluto del detenuto. I progetti delle carceri giudiziarie di Torino, Perugia e Sassari, elaborati dall’architetto Giuseppe Polani per il Ministero dell’Interno - illustrati nel contributo - costituiscono un modello d’avanguardia per le condizioni igienico-ambientali, la coerenza spaziale e la qualità compositiva. La congruenza dei criteri progettuali e dell’esito architettonico con le finalità della pena - requisito ancora oggi disatteso dalla maggior parte degli edifici penitenziari italiani - ne fanno un contributo tangibile al percorso di umanizzazione dei luoghi della pena.

Le carceri giudiziarie ottocentesche di Giuseppe Polani. Contributi progettuali al processo di umanizzazione degli spazi della pena / Garda, EMILIA MARIA; Mangosio, Marika; Corrado, Patta. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 735-744. (Intervento presentato al convegno Colloqui.AT.e 2016. Mater(i)a tenutosi a Matera (I) nel 12-15 ottobre 2016).

Le carceri giudiziarie ottocentesche di Giuseppe Polani. Contributi progettuali al processo di umanizzazione degli spazi della pena

GARDA, EMILIA MARIA;MANGOSIO, MARIKA;
2016

Abstract

Nel Settecento il carcere si trasforma da luogo di custodia dell’imputato in attesa di condanna a luogo di detenzione del condannato, che viene rieducato attraverso la privazione della libertà. Mentre il dibattito politico sulle finalità della detenzione si orienta verso una progressiva umanizzazione della pena, nel corso dell’Ottocento si assiste alla diffusione di nuovi modelli di edifici penitenziari, intesi come risposta architettonica a uno specifico problema sociale. Tra i nuovi tipi edilizi individuati nella riforma attuata dal governo italiano all’indomani dell’Unità, figura il carcere giudiziario basato sul sistema dell’isolamento assoluto del detenuto. I progetti delle carceri giudiziarie di Torino, Perugia e Sassari, elaborati dall’architetto Giuseppe Polani per il Ministero dell’Interno - illustrati nel contributo - costituiscono un modello d’avanguardia per le condizioni igienico-ambientali, la coerenza spaziale e la qualità compositiva. La congruenza dei criteri progettuali e dell’esito architettonico con le finalità della pena - requisito ancora oggi disatteso dalla maggior parte degli edifici penitenziari italiani - ne fanno un contributo tangibile al percorso di umanizzazione dei luoghi della pena.
2016
978-88-492-3312-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2654727