Tra la fine degli anni ’ 50 e gli anni ’ 70 del Novecento, la città di Barcellona è il palcoscenico di un complesso sistema di trasformazioni urbane, fisiche e iconografiche, specchio dell’abbandono delle istanze autarchiche imposte da Madrid in favore di una più ardita politica urbana di desarrolismo. Piani, progetti e processi innescati nella Barcellona di quegli anni trovano spazio all’interno di una più ampia corsa alla progettualità da parte di gruppi che nel secondo dopoguerra convergono nel produrre velocemente e diversamente, da paese a paese, l’immaginario del “mondo che verrà”. In particolare, la tesi esamina questi processi di cambiamento durante gli ultimi anni di regime, dal 1957 al 1973, mettendo a confronto e disegnando connessioni tra le visioni, o/e azioni, della “nuova” politica urbana dell’élite al potere e le falangi antagoniste (professionisti, intellettuali e associazioni popolari). Nel “caso catalano”, oltre ad evidenziare il ruolo dominante dell’amministrazione e dei tecnocrati, lo studio riconosce il carattere paradigmatico che lo scontro (o, talvolta confronto) sul piano ideologico, politico e sociale rappresenta per i meccanismi di costruzione della città. Idee, retoriche, strategie intellettuali di persuasione, imbastite tanto dall’apparato istituzionale quanto dalle molteplici frange di critica anti-fascista, designano i mezzi di comunicazione di massa come “luoghi della polemica”. Da scritti a parole pubblicate (in giornali, libri e altre pubblicazioni), dal mezzo televisivo a quello radiofonico, sino all’organizzazione di esposizioni e conferenze, la “res publica” è l’argomento di riflessione e narrazione, oltre che dell’azione, anche di coloro che, non ascrivibili all’albo degli urbanisti, provengono da molteplici campi disciplinari e prendono coscienza morale e sociale del luogo e del tempo in cui vivono. L’obiettivo è ricostruire le trame culturali, politiche, economiche e sociali del periodo in questione, per riflettere sui meccanismi, i ruoli e le ricadute della narrazione strategica (e/o persuasiva) della città reale e dei suoi immaginari nei processi di trasformazione urbana.

La politica urbana a Barcellona dal 1957-1975. Il rapporto tra l’ultimo franchismo e l’opposizione nella narrazione della città / Fiore, Ilaria. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 589-601. (Intervento presentato al convegno La ricerca che cambia. Convegno nazionale dei dottorati italiani dell’architettura, della pianificazione e del design tenutosi a venezia nel 19-20 novembre 2014).

La politica urbana a Barcellona dal 1957-1975. Il rapporto tra l’ultimo franchismo e l’opposizione nella narrazione della città

FIORE, ILARIA
2015

Abstract

Tra la fine degli anni ’ 50 e gli anni ’ 70 del Novecento, la città di Barcellona è il palcoscenico di un complesso sistema di trasformazioni urbane, fisiche e iconografiche, specchio dell’abbandono delle istanze autarchiche imposte da Madrid in favore di una più ardita politica urbana di desarrolismo. Piani, progetti e processi innescati nella Barcellona di quegli anni trovano spazio all’interno di una più ampia corsa alla progettualità da parte di gruppi che nel secondo dopoguerra convergono nel produrre velocemente e diversamente, da paese a paese, l’immaginario del “mondo che verrà”. In particolare, la tesi esamina questi processi di cambiamento durante gli ultimi anni di regime, dal 1957 al 1973, mettendo a confronto e disegnando connessioni tra le visioni, o/e azioni, della “nuova” politica urbana dell’élite al potere e le falangi antagoniste (professionisti, intellettuali e associazioni popolari). Nel “caso catalano”, oltre ad evidenziare il ruolo dominante dell’amministrazione e dei tecnocrati, lo studio riconosce il carattere paradigmatico che lo scontro (o, talvolta confronto) sul piano ideologico, politico e sociale rappresenta per i meccanismi di costruzione della città. Idee, retoriche, strategie intellettuali di persuasione, imbastite tanto dall’apparato istituzionale quanto dalle molteplici frange di critica anti-fascista, designano i mezzi di comunicazione di massa come “luoghi della polemica”. Da scritti a parole pubblicate (in giornali, libri e altre pubblicazioni), dal mezzo televisivo a quello radiofonico, sino all’organizzazione di esposizioni e conferenze, la “res publica” è l’argomento di riflessione e narrazione, oltre che dell’azione, anche di coloro che, non ascrivibili all’albo degli urbanisti, provengono da molteplici campi disciplinari e prendono coscienza morale e sociale del luogo e del tempo in cui vivono. L’obiettivo è ricostruire le trame culturali, politiche, economiche e sociali del periodo in questione, per riflettere sui meccanismi, i ruoli e le ricadute della narrazione strategica (e/o persuasiva) della città reale e dei suoi immaginari nei processi di trasformazione urbana.
2015
978-88-6242-163-8
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2645467
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo