La distribuzione ineguale della ricchezza mondiale, che la crisi di questi anni mostra di accelerare, è generalmente sostenuta da processi quotidiani di privatizzazione dei profitti e di socializzazione delle perdite sui mercati urbani. Mentre crisi e ineguaglianza alimentano i rischi di destabilizzazione democratica, il ruolo dei sistemi di governo del territorio – le ‘infrastrutture collettive’ di cui gli Stati dispongono per governare l’ordinamento spaziale – diviene di preoccupante attualità. Malgrado la complessità dell’argomento, si può generalmente osservare che gli Stati europei maggiormente colpiti dalla crisi – come l’Italia e gli altri paesi mediterranei – continuano ad avvalersi di sistemi ‘conformativi’ di governo del territorio, fondati sul fallace presupposto che l’assegnazione preventiva di regole e diritti immobiliari attraverso il piano rafforzi le possibilità di governo pubblico dello spazio. Sembra lecito sostenere, al contrario, che ciò tenda a favorire la distribuzione ineguale di profitti e perdite derivanti dalla trasformazione spaziale. Altri Stati dell’Europa nord-occidentale hanno infatti già provveduto a riformare i rispettivi sistemi di governo del territorio di modo che l’assegnazione dei diritti immobiliari consegua al controllo pubblico dei progetti di trasformazione, potendone così ridistribuire profitti e perdite. Pur tenuto in conto che i sistemi di governo del territorio sono tecnologie istituzionali complesse, i cui cambiamenti dipendono da complicate costruzioni sociali, colmare il ritardo che l’Italia ha accumulato su questo fronte appare urgente e, forse, non più procrastinabile.
Sistema di governo del territorio come "infrastruttura collettiva": il ritardo italiano / JANIN RIVOLIN YOCCOZ, Umberto. - ELETTRONICO. - 5:(2015), pp. 969-975. (Intervento presentato al convegno XVIII Conferenza nazionale della Società italiana degli urbanisti tenutosi a Venezia nel 11-13 giugno 2015).
Sistema di governo del territorio come "infrastruttura collettiva": il ritardo italiano
JANIN RIVOLIN YOCCOZ, Umberto
2015
Abstract
La distribuzione ineguale della ricchezza mondiale, che la crisi di questi anni mostra di accelerare, è generalmente sostenuta da processi quotidiani di privatizzazione dei profitti e di socializzazione delle perdite sui mercati urbani. Mentre crisi e ineguaglianza alimentano i rischi di destabilizzazione democratica, il ruolo dei sistemi di governo del territorio – le ‘infrastrutture collettive’ di cui gli Stati dispongono per governare l’ordinamento spaziale – diviene di preoccupante attualità. Malgrado la complessità dell’argomento, si può generalmente osservare che gli Stati europei maggiormente colpiti dalla crisi – come l’Italia e gli altri paesi mediterranei – continuano ad avvalersi di sistemi ‘conformativi’ di governo del territorio, fondati sul fallace presupposto che l’assegnazione preventiva di regole e diritti immobiliari attraverso il piano rafforzi le possibilità di governo pubblico dello spazio. Sembra lecito sostenere, al contrario, che ciò tenda a favorire la distribuzione ineguale di profitti e perdite derivanti dalla trasformazione spaziale. Altri Stati dell’Europa nord-occidentale hanno infatti già provveduto a riformare i rispettivi sistemi di governo del territorio di modo che l’assegnazione dei diritti immobiliari consegua al controllo pubblico dei progetti di trasformazione, potendone così ridistribuire profitti e perdite. Pur tenuto in conto che i sistemi di governo del territorio sono tecnologie istituzionali complesse, i cui cambiamenti dipendono da complicate costruzioni sociali, colmare il ritardo che l’Italia ha accumulato su questo fronte appare urgente e, forse, non più procrastinabile.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2637771
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