Nello stendere queste pagine ho pensato più volte al fatto che il vero autore di queste righe non è lo scrivente ma il festeggiato: Sergio Dequal, da cui ho raccolto tante informazioni, tante sensazioni e sentimenti che non possono qui essere descritti. Ho pensato anche a quali argomenti potesse essere interessato il lettore. L’attività scientifica di Sergio è sempre stata continua, fresca ed aggiornata, così come è stata poderosa quella organizzativa. Tuttavia, sebbene tali qualità abbiano contribuito a renderlo molto noto nel nostro settore, non era forse questo l’aspetto che mi premeva evidenziare. Tra le righe della sua attività, poste quasi in filigrana, volevo che emergesse soprattutto il suo lato umano, caratteristica che, più ancora delle altre, ha permesso di formare al Politecnico di Torino un gruppo di ricerca coeso, ancora oggi considerato dai colleghi come un esempio di concordia e di unione. Per questo ho pensato: se vuoi essere internazionale devi parlare del tuo villaggio come ne parleresti all’amico del villaggio vicino. Anche il titolo è stato pensato in questa logica. Mi è sembrato indicato un versetto del passo di [Ger, 17,8] che dice: « Egli è come un albero piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti». Per Sergio Dequal, ma anche per Riccardo Galetto, ben si attagliano queste parole. Per me, che ho avuto la fortuna segnata da entrambi e che sono stato plasmato e lavorato alla loro scuola, parlare di loro è un onore, ma nello stesso tempo anche un impegno che raccolgo con tremore, sperando di poter restituire un poco della riconoscenza dovuta.

Verso la corrente stende le radici / Manzino, Ambrogio. - STAMPA. - 1:(2011), pp. 11-16. (Intervento presentato al convegno Geomatica, le radici del futuro tenutosi a Pavia nel 10-11 febbraio 2011).

Verso la corrente stende le radici

MANZINO, AMBROGIO
2011

Abstract

Nello stendere queste pagine ho pensato più volte al fatto che il vero autore di queste righe non è lo scrivente ma il festeggiato: Sergio Dequal, da cui ho raccolto tante informazioni, tante sensazioni e sentimenti che non possono qui essere descritti. Ho pensato anche a quali argomenti potesse essere interessato il lettore. L’attività scientifica di Sergio è sempre stata continua, fresca ed aggiornata, così come è stata poderosa quella organizzativa. Tuttavia, sebbene tali qualità abbiano contribuito a renderlo molto noto nel nostro settore, non era forse questo l’aspetto che mi premeva evidenziare. Tra le righe della sua attività, poste quasi in filigrana, volevo che emergesse soprattutto il suo lato umano, caratteristica che, più ancora delle altre, ha permesso di formare al Politecnico di Torino un gruppo di ricerca coeso, ancora oggi considerato dai colleghi come un esempio di concordia e di unione. Per questo ho pensato: se vuoi essere internazionale devi parlare del tuo villaggio come ne parleresti all’amico del villaggio vicino. Anche il titolo è stato pensato in questa logica. Mi è sembrato indicato un versetto del passo di [Ger, 17,8] che dice: « Egli è come un albero piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti». Per Sergio Dequal, ma anche per Riccardo Galetto, ben si attagliano queste parole. Per me, che ho avuto la fortuna segnata da entrambi e che sono stato plasmato e lavorato alla loro scuola, parlare di loro è un onore, ma nello stesso tempo anche un impegno che raccolgo con tremore, sperando di poter restituire un poco della riconoscenza dovuta.
2011
9788890193965
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