L'emergenza di futuri scenari relativi a radicali cambiamenti climatici impone una rapida adozione di politiche dedicate alla manutenzione e protezione degli ecosistemi. E’ stato da più parti sottolineato come il rafforzamento della rete di aree protette alpine (APA) possa svolgere un ruolo nelle azioni di conservazione e mitigazione del danno ambientale. Nuovi investimenti in APA potrebbero infatti configurarsi come un elemento importante di una strategia nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra a sostegno della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) descrive sei categorie di gestione per le APA. Ciascuna di esse deve contenere la conservazione della biodiversità come obiettivo principale, ma il grado di usi consentiti risulta variabile. Una vasta gamma di valori vengono quindi coinvolti quando gli economisti cercano di catturare costi e benefici impliciti in una politica di conservazione. Questi valori sono essenzialmente estratti con metodi basati sull’osservazione delle preferenze dichiarate (Train, 2003). L’obiettivo della ricerca è quello di evidenziare come tale approccio di valutazione subisca profondi effetti di condizionamento nel momento in cui sono in gioco danni irreversibili (estinzione delle specie o distruzione di siti insostituibili o altro evento catastrofico) e la procedura di elicitazione della disponibilità a pagare avvenga in un contesto affetto da rischio-incertezza (Tversky & Kahneman, 1974) . A tale scopo vengono esaminati e comparati i metodi che sono stati sino ad oggi impiegati anche allo scopo di tenere conto di tale componente. Ci si domanda se il rischio e l'incertezza debbano effettivamente essere considerati. Vi sono due argomenti importanti a supporto di un atteggiamento di scarsa attenzione nei confronti del rischio nelle valutazioni costi/benefici: il risk pooling e la ripartizione dei rischi. La collettività si impegna infatti in numerosi progetti e la valutazione del portafoglio congiunto di progetti è generalmente diversa dalla valutazione individuale del singolo investimento (Stæhr, 2006). Così come si ritiene che i rischi ripartiti sull’intera collettività abbiano un impatto minore rispetto a quelli individuali. Questi argomenti non appaiono tuttavia particolarmente robusti se in gioco vi è la valutazione di danni irreversibili. In tale direzione, viene esaminato il caso delle reti di APA – come, ad esempio, il caso ALPARC – quale strumento di prevenzione e mitigazione dei danni ambientali. In effetti, il valore di un beneficio/costo per una singola APA è molto diverso da un valore in termini di rete. L'Europa dispone di alcuni habitat naturali diversificati e unici, ma la consapevolezza dell’opinione pubblica circa le esigenze di conservazione e i livelli di rischio è molto bassa o comunque condizionata da elementi soggettivi e dal tipo di informazione a disposizione dell’utente. La ricerca intende evidenziare come tutto ciò si rifletta negli esiti della valutazione economica.

La valutazione del rischio ambientale: costi e benefici delle aree protette alpine contro il cambiamento climatico / Bravi, Marina; Gasca, Emanuela. - (2012). (Intervento presentato al convegno Seminario di studi IRES ― AISRe "RISORSA O RISCHIO? IL CONTRIBUTO DELLE TERRE ALTE ALLO SVILUPPO REGIONALE" tenutosi a Torino nel 13 aprile 2012).

La valutazione del rischio ambientale: costi e benefici delle aree protette alpine contro il cambiamento climatico

GASCA, EMANUELA
2012

Abstract

L'emergenza di futuri scenari relativi a radicali cambiamenti climatici impone una rapida adozione di politiche dedicate alla manutenzione e protezione degli ecosistemi. E’ stato da più parti sottolineato come il rafforzamento della rete di aree protette alpine (APA) possa svolgere un ruolo nelle azioni di conservazione e mitigazione del danno ambientale. Nuovi investimenti in APA potrebbero infatti configurarsi come un elemento importante di una strategia nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra a sostegno della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) descrive sei categorie di gestione per le APA. Ciascuna di esse deve contenere la conservazione della biodiversità come obiettivo principale, ma il grado di usi consentiti risulta variabile. Una vasta gamma di valori vengono quindi coinvolti quando gli economisti cercano di catturare costi e benefici impliciti in una politica di conservazione. Questi valori sono essenzialmente estratti con metodi basati sull’osservazione delle preferenze dichiarate (Train, 2003). L’obiettivo della ricerca è quello di evidenziare come tale approccio di valutazione subisca profondi effetti di condizionamento nel momento in cui sono in gioco danni irreversibili (estinzione delle specie o distruzione di siti insostituibili o altro evento catastrofico) e la procedura di elicitazione della disponibilità a pagare avvenga in un contesto affetto da rischio-incertezza (Tversky & Kahneman, 1974) . A tale scopo vengono esaminati e comparati i metodi che sono stati sino ad oggi impiegati anche allo scopo di tenere conto di tale componente. Ci si domanda se il rischio e l'incertezza debbano effettivamente essere considerati. Vi sono due argomenti importanti a supporto di un atteggiamento di scarsa attenzione nei confronti del rischio nelle valutazioni costi/benefici: il risk pooling e la ripartizione dei rischi. La collettività si impegna infatti in numerosi progetti e la valutazione del portafoglio congiunto di progetti è generalmente diversa dalla valutazione individuale del singolo investimento (Stæhr, 2006). Così come si ritiene che i rischi ripartiti sull’intera collettività abbiano un impatto minore rispetto a quelli individuali. Questi argomenti non appaiono tuttavia particolarmente robusti se in gioco vi è la valutazione di danni irreversibili. In tale direzione, viene esaminato il caso delle reti di APA – come, ad esempio, il caso ALPARC – quale strumento di prevenzione e mitigazione dei danni ambientali. In effetti, il valore di un beneficio/costo per una singola APA è molto diverso da un valore in termini di rete. L'Europa dispone di alcuni habitat naturali diversificati e unici, ma la consapevolezza dell’opinione pubblica circa le esigenze di conservazione e i livelli di rischio è molto bassa o comunque condizionata da elementi soggettivi e dal tipo di informazione a disposizione dell’utente. La ricerca intende evidenziare come tutto ciò si rifletta negli esiti della valutazione economica.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2496448
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo