Nel 1756, nell’ambito del vasto progetto di ristrutturazioni urbanistiche settecentesche venne decretata la ricostruzione di Contrada e Piazza Palazzo di Città, affidata all’intervento di Benedetto Alfieri. Come ricorda Vera Comoli Mandracci, nel Regio Biglietto relativo si sottolineava l’obiettivo “non solamente […] d’una buona simmetria[…], ma ancora il vantaggio di vedere ridotta la suddetta piazza d’erbe dalla forma men regolare, nella quale è, a quel migliore adattamento e struttura, che al comodo dello pubblico concorso, essendo, la medesima principalmente destinata al provvedimento de’ commestibili, può essere più convenevole” . L’intervento comportò la costruzione di edifici porticati a cortina omogenea lungo la piazza ed il tratto di via fino alla piazza Corpus Domini. Il progetto, di impostazione unitaria, considerò con attenzione la vocazione commerciale dell’area, predisponendo fra i pilastri binati coperture di pietra sotto le quali si potevano insediare gli ambulanti, progressivamente sostituiti, alla cessazione del mercato, dalle strutture di bacheche e vetrine. Come osservano Daniela Grognardi e Germano Tagliasacchi “la riplasmazione alfieriana destinando la piazza ad una funzione più marcatamente residenziale comincia ad incrinare il primato cittadino del mercato delle Erbe, tuttavia nei primi decenni dell’Ottocento, esso conserva ancora intatta la primitiva vivacità sottolineata puntualmente dall’iconografia coeva” . Il mercato delle Erbe rimase attivo fino al 1835, per oltre sessant’anni dopo il completamento dei lavori; nell’anno successivo le sue funzioni furono trasferite in piazza Emanuele Filiberto a costituire il mercato di Porta Palazzo. Come è possibile osservare, confrontando disegni d’archivio precedenti, coevi e posteriori all’intervento, la regolarizzazione del sistema architettonico influì sulla progressiva razionalizzazione nella disposizione degli stalli dei banchi. Sulla base delle fonti documentarie bibliografiche e archivistiche e del rilevamento metrico, sono stati predisposti modelli digitali di sintesi dell’invaso urbano, simulandone anche le strutture temporanee di mercato. Il lavoro intende confrontare i differenti effetti percettivi generati degli spazi riplasmati da Alfieri nei momenti di attività commerciale ed in quelli in cui essa non era presente. La ricerca di particolari punti di vista, anche in rapporto a quelli della vedutistica storica, consentirà di fruire di inedite immagini di luoghi, la cui connotazione risultava fortemente determinata dalle attività che vi si svolgevano.

L’intervento di Benedetto Alfieri in contrada e piazza Palazzo di Città: simulazioni digitali delle interrelazioni fra il tessuto urbano e architettonico e le attività di mercato / Spallone, Roberta. - STAMPA. - (2012), pp. 385-395. (Intervento presentato al convegno Benedetto Alfieri 1699-1767, architetto di Carlo Emanuele III tenutosi a Torino, Venaria Reale nel 14-16 ottobre 2010).

L’intervento di Benedetto Alfieri in contrada e piazza Palazzo di Città: simulazioni digitali delle interrelazioni fra il tessuto urbano e architettonico e le attività di mercato

SPALLONE, Roberta
2012

Abstract

Nel 1756, nell’ambito del vasto progetto di ristrutturazioni urbanistiche settecentesche venne decretata la ricostruzione di Contrada e Piazza Palazzo di Città, affidata all’intervento di Benedetto Alfieri. Come ricorda Vera Comoli Mandracci, nel Regio Biglietto relativo si sottolineava l’obiettivo “non solamente […] d’una buona simmetria[…], ma ancora il vantaggio di vedere ridotta la suddetta piazza d’erbe dalla forma men regolare, nella quale è, a quel migliore adattamento e struttura, che al comodo dello pubblico concorso, essendo, la medesima principalmente destinata al provvedimento de’ commestibili, può essere più convenevole” . L’intervento comportò la costruzione di edifici porticati a cortina omogenea lungo la piazza ed il tratto di via fino alla piazza Corpus Domini. Il progetto, di impostazione unitaria, considerò con attenzione la vocazione commerciale dell’area, predisponendo fra i pilastri binati coperture di pietra sotto le quali si potevano insediare gli ambulanti, progressivamente sostituiti, alla cessazione del mercato, dalle strutture di bacheche e vetrine. Come osservano Daniela Grognardi e Germano Tagliasacchi “la riplasmazione alfieriana destinando la piazza ad una funzione più marcatamente residenziale comincia ad incrinare il primato cittadino del mercato delle Erbe, tuttavia nei primi decenni dell’Ottocento, esso conserva ancora intatta la primitiva vivacità sottolineata puntualmente dall’iconografia coeva” . Il mercato delle Erbe rimase attivo fino al 1835, per oltre sessant’anni dopo il completamento dei lavori; nell’anno successivo le sue funzioni furono trasferite in piazza Emanuele Filiberto a costituire il mercato di Porta Palazzo. Come è possibile osservare, confrontando disegni d’archivio precedenti, coevi e posteriori all’intervento, la regolarizzazione del sistema architettonico influì sulla progressiva razionalizzazione nella disposizione degli stalli dei banchi. Sulla base delle fonti documentarie bibliografiche e archivistiche e del rilevamento metrico, sono stati predisposti modelli digitali di sintesi dell’invaso urbano, simulandone anche le strutture temporanee di mercato. Il lavoro intende confrontare i differenti effetti percettivi generati degli spazi riplasmati da Alfieri nei momenti di attività commerciale ed in quelli in cui essa non era presente. La ricerca di particolari punti di vista, anche in rapporto a quelli della vedutistica storica, consentirà di fruire di inedite immagini di luoghi, la cui connotazione risultava fortemente determinata dalle attività che vi si svolgevano.
2012
9788888168913
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