L’articolo focalizza uno dei primi interventi realizzati nel Palazzo Reale di Torino dopo il ritorno dei Savoia a conclusione del periodo napoleonico: il nuovo appartamento della regina al secondo piano del palazzo. L’allestimento delle sale segna l’avvio di un processo di trasformazione nella distribuzione della residenza, aprendo il secondo piano – già destinato ad ospitare principi ed eredi al trono - agli “appartamenti privati” dei sovrani, in una visione più aggiornata della vita a corte. L'episodio costituisce uno degli ultimi cantieri nelle residenze sabaude commissionati dai Savoia della linea principale, estintasi nel 1831. L’opera di Piacenza si allinea in parte a un gusto ancora incardinato nelle fonti tardosettecentesche, in breve rifiutato dai successori, che cancelleranno quasi ogni traccia dell’appartamento. L’analisi delle fonti archivistiche oltre a consentire la ricostruzione del “volto” delle sale ha anche consentito di individuare – attraverso opportune comparazioni – i lacerti degli arredi fissi in altri piani del palazzo e nel castello di Moncalieri.
Giuseppe Battista Piacenza, 1815. Il nuovo appartamento della Regina nel Palazzo Reale di Torino / Cornaglia, Paolo. - In: STUDI PIEMONTESI. - ISSN 0392-7261. - XXXIX:2(2010), pp. 117-133.
Giuseppe Battista Piacenza, 1815. Il nuovo appartamento della Regina nel Palazzo Reale di Torino
CORNAGLIA, Paolo
2010
Abstract
L’articolo focalizza uno dei primi interventi realizzati nel Palazzo Reale di Torino dopo il ritorno dei Savoia a conclusione del periodo napoleonico: il nuovo appartamento della regina al secondo piano del palazzo. L’allestimento delle sale segna l’avvio di un processo di trasformazione nella distribuzione della residenza, aprendo il secondo piano – già destinato ad ospitare principi ed eredi al trono - agli “appartamenti privati” dei sovrani, in una visione più aggiornata della vita a corte. L'episodio costituisce uno degli ultimi cantieri nelle residenze sabaude commissionati dai Savoia della linea principale, estintasi nel 1831. L’opera di Piacenza si allinea in parte a un gusto ancora incardinato nelle fonti tardosettecentesche, in breve rifiutato dai successori, che cancelleranno quasi ogni traccia dell’appartamento. L’analisi delle fonti archivistiche oltre a consentire la ricostruzione del “volto” delle sale ha anche consentito di individuare – attraverso opportune comparazioni – i lacerti degli arredi fissi in altri piani del palazzo e nel castello di Moncalieri.File | Dimensione | Formato | |
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