Oggetti di architettura e oggetti di design si sono manifestati, nel secolo appena concluso, come esito dell’intreccio virtuoso di metodologie e tecniche progettuali spesso incarnate da un’unica figura di “inventore”. Le differenti finalità dell’attività progettuale, volte, radicalizzando, alla produzione di beni per soddisfare bisogni primari (architettura) o di beni di scambio e di servizi (design), hanno talvolta avuto esiti formali convergenti, che possono essere analizzati attraverso processi di scomposizione e di ricomposizione non soltanto morfologica, ma anche intesa ad individuare nessi relazionali a partire dai differenti significati che i due tipi di oggetti assumono. Significati che investono: il carattere del prodotto, che si dà come unicum, o viceversa come seriale, le modalità di fruizione, interna/esterna, o prevalentemente esterna, il rapporto con il contesto, statico o dinamico, le relazioni antropometriche, indirizzate dalla differente scala, i modi della produzione. Attraverso l’individuazione di alcuni esempi emblematici di commutazioni originate da un’unica poetica progettuale vengono proposte analisi, effettuate con gli strumenti propri della Rappresentazione, di oggetti ascrivibili alle due categorie dell’architettura e del design. Nello specifico, vengono indagati e confrontati oggetti nei quali i processi di commutazione sono declinati secondo diversi criteri: topologici, sintattici e aggregativi, semantici o ancora espressivi e simbolici, con evidenti riferimenti alle figure retoriche letterarie e figurative.
Architetti/Designer, Designer/Architetti: sperimentazioni formali nel territorio dell’ibridazione / Spallone, Roberta; Vitali, Marco; Zich, U.. - STAMPA. - (2009), pp. 274-288. (Intervento presentato al convegno Idee per la rappresentazione 2. Ibridazioni. tenutosi a Venezia nel 19-09-2008).
Architetti/Designer, Designer/Architetti: sperimentazioni formali nel territorio dell’ibridazione
SPALLONE, Roberta;VITALI, MARCO;ZICH U.
2009
Abstract
Oggetti di architettura e oggetti di design si sono manifestati, nel secolo appena concluso, come esito dell’intreccio virtuoso di metodologie e tecniche progettuali spesso incarnate da un’unica figura di “inventore”. Le differenti finalità dell’attività progettuale, volte, radicalizzando, alla produzione di beni per soddisfare bisogni primari (architettura) o di beni di scambio e di servizi (design), hanno talvolta avuto esiti formali convergenti, che possono essere analizzati attraverso processi di scomposizione e di ricomposizione non soltanto morfologica, ma anche intesa ad individuare nessi relazionali a partire dai differenti significati che i due tipi di oggetti assumono. Significati che investono: il carattere del prodotto, che si dà come unicum, o viceversa come seriale, le modalità di fruizione, interna/esterna, o prevalentemente esterna, il rapporto con il contesto, statico o dinamico, le relazioni antropometriche, indirizzate dalla differente scala, i modi della produzione. Attraverso l’individuazione di alcuni esempi emblematici di commutazioni originate da un’unica poetica progettuale vengono proposte analisi, effettuate con gli strumenti propri della Rappresentazione, di oggetti ascrivibili alle due categorie dell’architettura e del design. Nello specifico, vengono indagati e confrontati oggetti nei quali i processi di commutazione sono declinati secondo diversi criteri: topologici, sintattici e aggregativi, semantici o ancora espressivi e simbolici, con evidenti riferimenti alle figure retoriche letterarie e figurative.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/1847194
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