In questo articolo vogliamo occuparci di alcuni problemi di radioprotezione relativi alla realizzazione dell'alta velocità, connessi in particolare con il passaggio del traforo in formazioni geologiche con presenza di minerale d'uranio, in Valle di Susa e nelle valli vicine. Qui, la ricerca di giacimenti minerari uraniferi iniziò già alla fine degli anni Cinquanta-primi anni sessanta. Negli anni settanta, la zona fu oggetto di ricerca da parte dell'Agip per le sue potenziali caratteristiche uranifere. Studi più recenti sono quelli svolti dall'ARPA di Ivrea (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), effettuati su tutti i siti a rischio della Val di Susa e nei vari cantieri dell'AEM, nel 1997. Le misurazioni effettuate hanno riscontrato una concentrazione di attività nelle rocce che – sebbene assai contenuta – può essere comunque rilevante ai fini radioprotezionistici per il caso in esame – come si dimostrerà, concentrazione più elevata di quella di attività in molte rocce non uranifere. Il Radon e i suoi figli-generati dalla serie dell'Uranio 238-sono responsabili per circa 1.2 mSv/anno di fondo naturale, ed in particolare per circa il 75% dell'irraggiamento interno e per circa il 50% di quello totale, che risulta essere di circa 2.4 mSv/anno .

Presenza di materiali pericolosi: uranio e radon / Zucchetti, Massimo. - In: MEDICINA DEMOCRATICA. - ISSN 0391-3600. - STAMPA. - 165-167:(2006), pp. 60-64.

Presenza di materiali pericolosi: uranio e radon

ZUCCHETTI, MASSIMO
2006

Abstract

In questo articolo vogliamo occuparci di alcuni problemi di radioprotezione relativi alla realizzazione dell'alta velocità, connessi in particolare con il passaggio del traforo in formazioni geologiche con presenza di minerale d'uranio, in Valle di Susa e nelle valli vicine. Qui, la ricerca di giacimenti minerari uraniferi iniziò già alla fine degli anni Cinquanta-primi anni sessanta. Negli anni settanta, la zona fu oggetto di ricerca da parte dell'Agip per le sue potenziali caratteristiche uranifere. Studi più recenti sono quelli svolti dall'ARPA di Ivrea (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), effettuati su tutti i siti a rischio della Val di Susa e nei vari cantieri dell'AEM, nel 1997. Le misurazioni effettuate hanno riscontrato una concentrazione di attività nelle rocce che – sebbene assai contenuta – può essere comunque rilevante ai fini radioprotezionistici per il caso in esame – come si dimostrerà, concentrazione più elevata di quella di attività in molte rocce non uranifere. Il Radon e i suoi figli-generati dalla serie dell'Uranio 238-sono responsabili per circa 1.2 mSv/anno di fondo naturale, ed in particolare per circa il 75% dell'irraggiamento interno e per circa il 50% di quello totale, che risulta essere di circa 2.4 mSv/anno .
2006
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