Da poco terminati i festeggiamenti di Italia ’61 a Torino, Pietro Porcinai è nel capoluogo piemontese, centro di economia e avanguardia, per progettazioni e cantieri delle più importanti famiglie industriali: Olivetti, Agnelli, Zegna, Piacenza, Jucker. Nel 1962 è contattato anche da un’esponente dell’alta borghesia milanese, Anna Bonomi Bolchini, per un nuovo incarico. La «signora della finanza», erede di un impero immobiliare che nella ricostruzione post-bellica aveva creato ingenti fortune, acquista alle porte di Torino una vasta tenuta di oltre 400 ettari all’interno del parco cintato de La Mandria, già possedimento venatorio di Casa Savoia e in seguito dei marchesi Medici del Vascello. La famiglia di Milano elegge il luogo a villeggiatura estiva, nel solco della sua genesi: un secolo prima, conquistata l’Unità d’Italia, Vittorio Emanuele II faceva erigere, nel cuore del vasto parco e circondato da tre laghi, un piccolo reposoir, eclettica architettura che risponde al gusto naïve del committente e della sua Bela Rosin e che tenta – attraverso l’estro dell’architetto Domenico Ferri – di accordarsi alle cifre di più importanti residenze reali, creando un compendio stilistico piuttosto incerto.
Un laborioso compromesso: l’iter progettuale di Pietro Porcinai per il «complesso dei laghi» nel parco «La Mandria» in Piemonte / Ferrari, Marco; Ferrero, Silvia. - ELETTRONICO. - newsletter n. 4, dicembre 2021(2021).
Un laborioso compromesso: l’iter progettuale di Pietro Porcinai per il «complesso dei laghi» nel parco «La Mandria» in Piemonte
Ferrari, Marco;
2021
Abstract
Da poco terminati i festeggiamenti di Italia ’61 a Torino, Pietro Porcinai è nel capoluogo piemontese, centro di economia e avanguardia, per progettazioni e cantieri delle più importanti famiglie industriali: Olivetti, Agnelli, Zegna, Piacenza, Jucker. Nel 1962 è contattato anche da un’esponente dell’alta borghesia milanese, Anna Bonomi Bolchini, per un nuovo incarico. La «signora della finanza», erede di un impero immobiliare che nella ricostruzione post-bellica aveva creato ingenti fortune, acquista alle porte di Torino una vasta tenuta di oltre 400 ettari all’interno del parco cintato de La Mandria, già possedimento venatorio di Casa Savoia e in seguito dei marchesi Medici del Vascello. La famiglia di Milano elegge il luogo a villeggiatura estiva, nel solco della sua genesi: un secolo prima, conquistata l’Unità d’Italia, Vittorio Emanuele II faceva erigere, nel cuore del vasto parco e circondato da tre laghi, un piccolo reposoir, eclettica architettura che risponde al gusto naïve del committente e della sua Bela Rosin e che tenta – attraverso l’estro dell’architetto Domenico Ferri – di accordarsi alle cifre di più importanti residenze reali, creando un compendio stilistico piuttosto incerto.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11583/3004187
			
		
	
	
	
			      	