La chiusura degli ospedali psichiatrici nel mondo occidentale e il conseguente processo di dismissione delle strutture fisiche restituisce oggi un panorama diversificato, oggetto di crescente interesse da parte della comunità scientifica nel corso degli ultimi decenni. Oggi tali beni pongono sfide rilevanti per le discipline della conservazione: da un lato, essi risultano esposti al rischio dell’abbandono e del progressivo degrado, a causa del venir meno della funzione iniziale e dell’assenza di nuove ipotesi funzionali sostenibili; dall’altro, a trasformazioni radicali che ne alterano i caratteri originari e ne mortificano il portato immateriale. Il presente saggio intende illustrare gli esiti di una ricerca in corso che ha coinvolto in una prospettiva comparata gli ex ospedali psichiatrici del Piemonte. Muovendo dall’attuale dibattito scientifico sul tema del riuso di tale “patrimonio scomodo”, la disamina mette in luce le pratiche progettuali messe in atto a seguito della chiusura degli ospedali e gli esiti delle scelte intraprese in relazione alle esigenze di conservazione e valorizzazione delle fabbriche, focalizzandosi sui casi tuttora dismessi o sottoutilizzati. Attraverso i casi indagati è possibile porre in relazione gli scenari analizzati con gli attuali orientamenti in materia di conservazione del patrimonio architettonico, evidenziando più compiutamente le criticità emergenti nel passaggio dalla teoria alla prassi degli interventi sul costruito. Ciò consente di delineare traiettorie più consapevoli da percorrere per il riuso futuro dei complessi tuttora in attesa di risignificazione.
Il patrimonio architettonico degli ex ospedali psichiatrici nel XXI secolo: il caso piemontese tra dismissioni, nuovi usi e scenari futuri / Dabbene, Daniele. - In: INTRECCI. - ISSN 2974-8577. - 5(2024), pp. 85-105. [10.57639/SIRA.INTR0505]
Il patrimonio architettonico degli ex ospedali psichiatrici nel XXI secolo: il caso piemontese tra dismissioni, nuovi usi e scenari futuri
Daniele Dabbene
2024
Abstract
La chiusura degli ospedali psichiatrici nel mondo occidentale e il conseguente processo di dismissione delle strutture fisiche restituisce oggi un panorama diversificato, oggetto di crescente interesse da parte della comunità scientifica nel corso degli ultimi decenni. Oggi tali beni pongono sfide rilevanti per le discipline della conservazione: da un lato, essi risultano esposti al rischio dell’abbandono e del progressivo degrado, a causa del venir meno della funzione iniziale e dell’assenza di nuove ipotesi funzionali sostenibili; dall’altro, a trasformazioni radicali che ne alterano i caratteri originari e ne mortificano il portato immateriale. Il presente saggio intende illustrare gli esiti di una ricerca in corso che ha coinvolto in una prospettiva comparata gli ex ospedali psichiatrici del Piemonte. Muovendo dall’attuale dibattito scientifico sul tema del riuso di tale “patrimonio scomodo”, la disamina mette in luce le pratiche progettuali messe in atto a seguito della chiusura degli ospedali e gli esiti delle scelte intraprese in relazione alle esigenze di conservazione e valorizzazione delle fabbriche, focalizzandosi sui casi tuttora dismessi o sottoutilizzati. Attraverso i casi indagati è possibile porre in relazione gli scenari analizzati con gli attuali orientamenti in materia di conservazione del patrimonio architettonico, evidenziando più compiutamente le criticità emergenti nel passaggio dalla teoria alla prassi degli interventi sul costruito. Ciò consente di delineare traiettorie più consapevoli da percorrere per il riuso futuro dei complessi tuttora in attesa di risignificazione.File | Dimensione | Formato | |
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