Dall’inizio degli anni 2000, nel contesto europeo si è osservata una presa di coscienza in merito al valore socioculturale di quanto identificato come patrimonio accademico o universitario dalla Dichiarazione di Halle [2000] e dal Consiglio d'Europa [2005]. Riconoscendone l’importanza per la storia e la cultura delle stesse istituzioni accademiche che ne possiedono dei lacerti, si è reso possibile evidenziare il ruolo di tale patrimonio tanto come testimone dell’esplorazione critica del metodo scientifico variamente applicato, quanto come possibile strumento per la valorizzazione della ricerca scientifica attraverso la sua disseminazione a un pubblico vasto e non specialistico, ovvero nell’ambito della cosiddetta Terza missione universitaria. La comunità scientifica del Disegno si è mostrata da sempre attenta alle tematiche relative alla valorizzazione del patrimonio universitario e ha fornito interessanti esempi di buone pratiche. Caso emblematico è il Museo della Rappresentazione dell’Università degli Studi di Catania, ove confluisce una ricostruzione digitale degli ambienti reali del museo, con possibilità di arricchimento semantico dell’esposizione e modelli digitali esplorabili con diverse modalità. Il contributo propone di esplorare alcune possibilità di valorizzazione del patrimonio universitario del Politecnico di Torino offrendo una riflessione critica di carattere epistemologico sulla condivisione integrata di parte delle collezioni politecniche, caratterizzate e differenziata in base alla tipologia di utenza finale e alle necessità psicofisiche dei fruitori, anche in relazione alle più recenti riflessioni in merito espresse dalla comunità scientifica internazionale. In particolare, verrà posta l’attenzione alla tipologia di comunicazione visuale da adottare al fine di valorizzare le potenzialità offerte dagli strumenti del Disegno. Oggetto della ricerca è la collezione di circa 140 modelli lignei realizzata nell’ultimo quarto del XIX secolo per Giovanni Curioni, professore di Scienza della Costruzioni e Teoria dei ponti, creati per le lezioni teoriche nel campo della Scienza e della Tecnologia delle Costruzioni, con lo scopo di collegare le conoscenze teoriche con la pratica professionale e la prassi costruttiva. Questi modelli sono di grande interesse per la Scienza del Disegno in quanto si propongono come vere declinazioni tangibili degli Statuti della Rappresentazione. Considerata l’assenza di una struttura museale fissa e sempre aperta all'esplorazione diretta del patrimonio politecnico, il progetto si attua con una prima realizzazione di rappresentazioni digitali dei modelli Curioni, operate tramite rilievo speditivo e a basso costo di tipo fotogrammetrico. Attraverso la definizione di copie digitali degli artefatti, la ricerca propone di definire strategie rinnovate per rispondere all'esigenza emergente di diffondere e condividere la memoria storica della cultura politecnica attraverso la conoscenza ‘da remoto’. Qui, il gemello digitale non assume esclusivamente finalità di conservazione dell’artefatto, ma diviene strumento per proporre un'offerta di condivisione e diffusione mista, sia in presenza che in remoto. In quest’ottica, i modelli digitali realizzati sono attualmente in condivisione all'interno di un duplice ambiente virtuale, che ne consenta l’esplorazione in remoto. Un primo ambiente, all’interno di un museo digitale, elaborato in Unity Engine, dove l'utente può interrogare il modello, misurarlo, leggere i metadati associati, e utilizzare la realtà aumentata in caso di visita in situ. Parallelamente, lo stesso modello è condiviso anche all’interno di un ambiente virtuale, al fine di renderlo fruibile al maggior numero di utenti possibili. In questo modo, si viene a configurare un museo didattico, dove gli utenti potranno accedere a tutti i dati e i metadati relativi al modello, implementabile con veri e propri giochi didattici. Un possibile sviluppo mirerà, quindi, alla strutturazione di un approccio olistico alla disseminazione del patrimonio politecnico, espandendo il lavoro alle altre collezioni conservate presso l’ateneo ed esplorando la possibilità di istituire una rete di musei universitari torinesi, coinvolgendo altri portatori di interesse.
Rappresentazione per la Valorizzazione: il Patrimonio Universitario dal Gemello Digitale al Gemello Analogico / Bocconcino, MAURIZIO MARCO; Vozzola, Mariapaola; Pavignano, Martino - In: Virtual Journeys to discover inaccesible heritages / Francesco Stilo, Vittoria Castiglione, Irene Cazzaro, Michela Ceracchi, Fabrizio Natta, Marta Pileri, Lorella Pizzonia, Andrea Tomalini, Noemi Tomasella (a cura di). - ELETTRONICO. - Alghero : Publica Press, 2024. - ISBN 9788899586492. - pp. 396-414
Rappresentazione per la Valorizzazione: il Patrimonio Universitario dal Gemello Digitale al Gemello Analogico
Bocconcino Maurizio Marco;Vozzola Mariapaola;Pavignano Martino
2024
Abstract
Dall’inizio degli anni 2000, nel contesto europeo si è osservata una presa di coscienza in merito al valore socioculturale di quanto identificato come patrimonio accademico o universitario dalla Dichiarazione di Halle [2000] e dal Consiglio d'Europa [2005]. Riconoscendone l’importanza per la storia e la cultura delle stesse istituzioni accademiche che ne possiedono dei lacerti, si è reso possibile evidenziare il ruolo di tale patrimonio tanto come testimone dell’esplorazione critica del metodo scientifico variamente applicato, quanto come possibile strumento per la valorizzazione della ricerca scientifica attraverso la sua disseminazione a un pubblico vasto e non specialistico, ovvero nell’ambito della cosiddetta Terza missione universitaria. La comunità scientifica del Disegno si è mostrata da sempre attenta alle tematiche relative alla valorizzazione del patrimonio universitario e ha fornito interessanti esempi di buone pratiche. Caso emblematico è il Museo della Rappresentazione dell’Università degli Studi di Catania, ove confluisce una ricostruzione digitale degli ambienti reali del museo, con possibilità di arricchimento semantico dell’esposizione e modelli digitali esplorabili con diverse modalità. Il contributo propone di esplorare alcune possibilità di valorizzazione del patrimonio universitario del Politecnico di Torino offrendo una riflessione critica di carattere epistemologico sulla condivisione integrata di parte delle collezioni politecniche, caratterizzate e differenziata in base alla tipologia di utenza finale e alle necessità psicofisiche dei fruitori, anche in relazione alle più recenti riflessioni in merito espresse dalla comunità scientifica internazionale. In particolare, verrà posta l’attenzione alla tipologia di comunicazione visuale da adottare al fine di valorizzare le potenzialità offerte dagli strumenti del Disegno. Oggetto della ricerca è la collezione di circa 140 modelli lignei realizzata nell’ultimo quarto del XIX secolo per Giovanni Curioni, professore di Scienza della Costruzioni e Teoria dei ponti, creati per le lezioni teoriche nel campo della Scienza e della Tecnologia delle Costruzioni, con lo scopo di collegare le conoscenze teoriche con la pratica professionale e la prassi costruttiva. Questi modelli sono di grande interesse per la Scienza del Disegno in quanto si propongono come vere declinazioni tangibili degli Statuti della Rappresentazione. Considerata l’assenza di una struttura museale fissa e sempre aperta all'esplorazione diretta del patrimonio politecnico, il progetto si attua con una prima realizzazione di rappresentazioni digitali dei modelli Curioni, operate tramite rilievo speditivo e a basso costo di tipo fotogrammetrico. Attraverso la definizione di copie digitali degli artefatti, la ricerca propone di definire strategie rinnovate per rispondere all'esigenza emergente di diffondere e condividere la memoria storica della cultura politecnica attraverso la conoscenza ‘da remoto’. Qui, il gemello digitale non assume esclusivamente finalità di conservazione dell’artefatto, ma diviene strumento per proporre un'offerta di condivisione e diffusione mista, sia in presenza che in remoto. In quest’ottica, i modelli digitali realizzati sono attualmente in condivisione all'interno di un duplice ambiente virtuale, che ne consenta l’esplorazione in remoto. Un primo ambiente, all’interno di un museo digitale, elaborato in Unity Engine, dove l'utente può interrogare il modello, misurarlo, leggere i metadati associati, e utilizzare la realtà aumentata in caso di visita in situ. Parallelamente, lo stesso modello è condiviso anche all’interno di un ambiente virtuale, al fine di renderlo fruibile al maggior numero di utenti possibili. In questo modo, si viene a configurare un museo didattico, dove gli utenti potranno accedere a tutti i dati e i metadati relativi al modello, implementabile con veri e propri giochi didattici. Un possibile sviluppo mirerà, quindi, alla strutturazione di un approccio olistico alla disseminazione del patrimonio politecnico, espandendo il lavoro alle altre collezioni conservate presso l’ateneo ed esplorando la possibilità di istituire una rete di musei universitari torinesi, coinvolgendo altri portatori di interesse.File | Dimensione | Formato | |
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