Il contributo presentato è parte di un progetto di ricerca avviato agli inizi degli anni 2010 presso il Di-partimento Architettura e Design del Politecnico di Torino, sul tema del Patrimonio architettonico religioso, trasformazioni e nuovi usi. In particolare si presentano, in questa sede, alcune riflessioni sull’attività di ricerca attualmente in corso, in merito alle trasformazioni indotte al patrimonio religioso e il suo contesto in occasione dei danni occorsi successivamente ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale nelle città italiane. Gli interventi di restauro, avviati nel corso degli anni Cinquanta e più attivamente negli anni Sessanta, non riguardano infatti solo gli edifici ma evidenziano, come ben noto, problematiche inerenti il tessuto urbano stesso, caratterizzato spesso da nuovi vuoti urbani che incido-no anche profondamente sul contesto originario di chiese e complessi religiosi. Queste attività di ricostruzione e restauro vedono impegnati – a livello locale - in prima linea i parroci e il clero con le diocesi e a livello nazionale la Pontificia Commissione per l’Arte Sacra, la cui azione si colloca in genere dopo una lunga ma fondamentale attività di messa in sicurezza operata dal Genio Civile e dai Vigili del Fuoco. L’importante documentazione archivistica raccolta presso l’Archivio Segreto Vaticano, integrata da quella conservata presso gli archivi diocesani e archivi di stato, nonché gli archivi storici delle Soprintendenze, costituiscono, allo stato attuale, principale fonte di indagine e ricerca. La prassi operativa evidenzia politiche di intervento fortemente influenzate dalla grande estensione dei danni bellici, complesso scenario su cui si confrontano i principi delle carte del restauro, e le prime leggi di tutela dello stato cui si aggiunge un periodo particolarmente significativo, in cui viene presentata la Carta di Venezia (1964), si avvia l’attività svolta dalla Commissione Franceschini (1964) e si fronteggiano gli esiti innovativi del Concilio Vaticano II (1963-65). Proprio le prescrizioni conciliari in termini di trasformazione (“adeguamento liturgico”) delle chiese storiche, hanno costituito ulteriore materia di attività della Pontificia Commissione aprendo un dibattito, spesso contraddittorio, ancora oggi non completamente risolto, tra le esigenze della liturgia e le necessità della conservazione.
Influenza della Carta di Venezia e operatività della Pontificia Commissione per l'Arte Sacra, nelle strategie di ricostruzione delle chiese danneggiate dalla II guerra mondiale / Novelli, Francesco. - In: RESTAURO ARCHEOLOGICO. - ISSN 2465-2377. - STAMPA. - 32:2.1 1964-2004 La Carta di Venezia. Riflessioni teoriche e prassi operative nel progetto di restauro(2024), pp. 474-479.
Influenza della Carta di Venezia e operatività della Pontificia Commissione per l'Arte Sacra, nelle strategie di ricostruzione delle chiese danneggiate dalla II guerra mondiale
Novelli, Francesco
2024
Abstract
Il contributo presentato è parte di un progetto di ricerca avviato agli inizi degli anni 2010 presso il Di-partimento Architettura e Design del Politecnico di Torino, sul tema del Patrimonio architettonico religioso, trasformazioni e nuovi usi. In particolare si presentano, in questa sede, alcune riflessioni sull’attività di ricerca attualmente in corso, in merito alle trasformazioni indotte al patrimonio religioso e il suo contesto in occasione dei danni occorsi successivamente ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale nelle città italiane. Gli interventi di restauro, avviati nel corso degli anni Cinquanta e più attivamente negli anni Sessanta, non riguardano infatti solo gli edifici ma evidenziano, come ben noto, problematiche inerenti il tessuto urbano stesso, caratterizzato spesso da nuovi vuoti urbani che incido-no anche profondamente sul contesto originario di chiese e complessi religiosi. Queste attività di ricostruzione e restauro vedono impegnati – a livello locale - in prima linea i parroci e il clero con le diocesi e a livello nazionale la Pontificia Commissione per l’Arte Sacra, la cui azione si colloca in genere dopo una lunga ma fondamentale attività di messa in sicurezza operata dal Genio Civile e dai Vigili del Fuoco. L’importante documentazione archivistica raccolta presso l’Archivio Segreto Vaticano, integrata da quella conservata presso gli archivi diocesani e archivi di stato, nonché gli archivi storici delle Soprintendenze, costituiscono, allo stato attuale, principale fonte di indagine e ricerca. La prassi operativa evidenzia politiche di intervento fortemente influenzate dalla grande estensione dei danni bellici, complesso scenario su cui si confrontano i principi delle carte del restauro, e le prime leggi di tutela dello stato cui si aggiunge un periodo particolarmente significativo, in cui viene presentata la Carta di Venezia (1964), si avvia l’attività svolta dalla Commissione Franceschini (1964) e si fronteggiano gli esiti innovativi del Concilio Vaticano II (1963-65). Proprio le prescrizioni conciliari in termini di trasformazione (“adeguamento liturgico”) delle chiese storiche, hanno costituito ulteriore materia di attività della Pontificia Commissione aprendo un dibattito, spesso contraddittorio, ancora oggi non completamente risolto, tra le esigenze della liturgia e le necessità della conservazione.File | Dimensione | Formato | |
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