L’architettura dei conventi dei frati minori e dei Predicatori è uno dei temi rilevanti nella storia del costruito tardo medievale. Ambiziosi cantieri edilizi tra fine Duecento e inizio Trecento interessano gli spazi conventuali che vengono ricostruiti, ingranditi e adattati alle esigenze delle comunità in crescita e nel contempo, arricchiti con preziosi cicli pittorici e apparati scultorei di rilevante maestria. Oggetto di trasformazioni significative nel corso dell’età moderna, di cancellazioni e riusi radicali a seguito della soppressione degli ordini religiosi all’inizio del XIX secolo, lo spazio del chiostro restituisce, solo in alcuni casi, parte della storia dei conventi, una storia fatta di lacune e di mancanze. La ripresa e l’incremento degli studi in questi ultimi anni costituisce un primo passo per ridare voce ad architetture medievali disperse o distrutte. Lo spazio mendicante cresce per addizioni e per trasformazioni sia per quel che riguarda l’edificio principale, la chiesa, sia per i luoghi della comunità. La processualità delle costruzioni sembra potersi attribuire anche alle strutture del convento, o forse maggiormente a queste; progressivamente si conquistano spazi all’interno del tessuto urbano per accrescere e consolidare con impianti solidi e definiti gli ambienti residenziali destinati alla quotidianità dei frati. I cantieri di ampliamento, che a partire dalla fine del Duecento hanno caratterizzato tutto il secolo seguente, possono procedere solo con il radicarsi delle comunità nelle città e con il conseguente aumento della possibilità di investimento nelle fabbriche. La costruzione di un nuovo chiostro, o l’ingrandimento di uno preesistente, in molti casi coincide con la fase di monumentalizzazione delle chiese; in altri, invece, si fonda su dinamiche differenti, proprie dei singoli contesti, così come sembrano attestare alcune fonti documentarie e le architetture conservate.

Chiostri mendicanti tra Duecento e Trecento: spazi e architetture da Genova a Palermo / Beltramo, Silvia - In: I chiostri nell’area mediterranea tra XI e XIII secolo. Architettura, archeologia, arte / Arianna Carannante; Fabio Linguanti. - STAMPA. - Sesto Fiorentino (FI) : All’Insegna del Giglio s.a.s, 2024. - ISBN 978-88-9285-284-6. - pp. 291-307

Chiostri mendicanti tra Duecento e Trecento: spazi e architetture da Genova a Palermo.

Beltramo, Silvia
2024

Abstract

L’architettura dei conventi dei frati minori e dei Predicatori è uno dei temi rilevanti nella storia del costruito tardo medievale. Ambiziosi cantieri edilizi tra fine Duecento e inizio Trecento interessano gli spazi conventuali che vengono ricostruiti, ingranditi e adattati alle esigenze delle comunità in crescita e nel contempo, arricchiti con preziosi cicli pittorici e apparati scultorei di rilevante maestria. Oggetto di trasformazioni significative nel corso dell’età moderna, di cancellazioni e riusi radicali a seguito della soppressione degli ordini religiosi all’inizio del XIX secolo, lo spazio del chiostro restituisce, solo in alcuni casi, parte della storia dei conventi, una storia fatta di lacune e di mancanze. La ripresa e l’incremento degli studi in questi ultimi anni costituisce un primo passo per ridare voce ad architetture medievali disperse o distrutte. Lo spazio mendicante cresce per addizioni e per trasformazioni sia per quel che riguarda l’edificio principale, la chiesa, sia per i luoghi della comunità. La processualità delle costruzioni sembra potersi attribuire anche alle strutture del convento, o forse maggiormente a queste; progressivamente si conquistano spazi all’interno del tessuto urbano per accrescere e consolidare con impianti solidi e definiti gli ambienti residenziali destinati alla quotidianità dei frati. I cantieri di ampliamento, che a partire dalla fine del Duecento hanno caratterizzato tutto il secolo seguente, possono procedere solo con il radicarsi delle comunità nelle città e con il conseguente aumento della possibilità di investimento nelle fabbriche. La costruzione di un nuovo chiostro, o l’ingrandimento di uno preesistente, in molti casi coincide con la fase di monumentalizzazione delle chiese; in altri, invece, si fonda su dinamiche differenti, proprie dei singoli contesti, così come sembrano attestare alcune fonti documentarie e le architetture conservate.
2024
978-88-9285-284-6
I chiostri nell’area mediterranea tra XI e XIII secolo. Architettura, archeologia, arte
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