L’attività scenografica a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo a Roma rappresenta per gli architetti una proficua fonte di lavoro e una grande occasione per entrare in contatto con una clientela nobile e internazionale. Attorno alle scenografie dei teatri romani pubblici e privati, delle grandi macchine per Quarantore e per la festa della Chinea, dei catafalchi e archi di trionfo, si sono sviluppati numerosi studi, anche grazie alla notevole quantità di quadri e incisioni realizzata ad hoc. Il lavoro dell’architetto – e della schiera di artigiani che lo circondano – si estende però ben oltre la progettazione delle macchine: in occasione delle feste si devono allestire piazze, cortili, saloni e chiese per permettere ai musicisti di esibirsi e al pubblico di partecipare secondo modalità precisamente definite dal cerimoniale. Questo studio si propone di analizzare la costruzione di palchi e cori temporanei come punto di contatto tra prassi rappresentativa e costruzione attraverso l’analisi di numerosi esempi forniti dalle feste del cardinale Pietro Ottoboni, mecenate tra i più attivi nella commissione di spettacoli sacri e profani a cavallo tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento.

Palchi, cori e cantorie: l’architettura a servizio della musica a Roma tra Seicento e Settecento / Antolini, Margherita. - In: ARCHISTOR. - ISSN 2384-8898. - ELETTRONICO. - 21:(2024), pp. 4-23. [10.14633/AHR393]

Palchi, cori e cantorie: l’architettura a servizio della musica a Roma tra Seicento e Settecento

Margherita Antolini
2024

Abstract

L’attività scenografica a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo a Roma rappresenta per gli architetti una proficua fonte di lavoro e una grande occasione per entrare in contatto con una clientela nobile e internazionale. Attorno alle scenografie dei teatri romani pubblici e privati, delle grandi macchine per Quarantore e per la festa della Chinea, dei catafalchi e archi di trionfo, si sono sviluppati numerosi studi, anche grazie alla notevole quantità di quadri e incisioni realizzata ad hoc. Il lavoro dell’architetto – e della schiera di artigiani che lo circondano – si estende però ben oltre la progettazione delle macchine: in occasione delle feste si devono allestire piazze, cortili, saloni e chiese per permettere ai musicisti di esibirsi e al pubblico di partecipare secondo modalità precisamente definite dal cerimoniale. Questo studio si propone di analizzare la costruzione di palchi e cori temporanei come punto di contatto tra prassi rappresentativa e costruzione attraverso l’analisi di numerosi esempi forniti dalle feste del cardinale Pietro Ottoboni, mecenate tra i più attivi nella commissione di spettacoli sacri e profani a cavallo tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2992103